Genî Dee e Guardiani – Arte e Politica nella Crisi della Modernità
Autore/i: Duque Félix
Editore: Edizioni Scientifiche Italiane
introduzione dell’autore, traduzione e cura di Lucio Sessa, in copertina: F. Goya, Superstizione (dai «Capricci», disegno).
pp. 200, Napoli
Questi saggi ruotano intorno ad una malattia dell’Occidente (e cioè: propria del tramonto), e individuano il pharmacon che, tentando la cura di quella permanente crisi, accentua invece la piaga «Europa». Si agitano in essi, come spettri, l’emergere soggettivo della natura nel Genio, a stento dominato dal cauto Kant, il sogno dell’unificazione politico-religiosa di questo Vecchio Continente e il suo frustrato compimento attraverso una teologia della storia, ardentemente propagati entrambi da un romanticismo apolide e ucronico, prima della sua «domesticazione» borghese. Chiudono l’opera tre scritti sulla “mitologia politica” di Heidegger e la tentazione che lo condusse a camminare sull’orlo dell’abisso nazionalsocialista. Due crudeli Deità si disputano l’interpretazione dei suoi testi: Cibele, la dea castratrice venerata a Roma, e la selvaggia Artemide, greca. In fondo alla serpeggiante strada del Moderno, il Guardiano della Legge freddamente sorride, al di là del tempo. Ecco il sorriso silenzioso e mortale della metafisica. Forse l’Occidente avrà da imparare a vivere per sempre assumendo la già avvenuta minaccia della sua morte.
Fèlix Duque (Madrid 1943) si occupa di problemi di filosofia del mito e del simbolo, soprattutto nell’àmbito dell’Idealismo tedesco e del Romanticismo, attraverso metodi ispirati all’ermeneutica ed alla fenomenologia. I suoi interessi si allargano anche alla filosofia della tecnica e della natura. Sta preparando un’edizione integrale commentata della Scienza della Logica hegeliana e dirige un gruppo di ricerca sull’ultimo Schelling. Tra i lavori più recenti in italiano: L’oggettività come atto logico di traduzione della teologia nelle scienze moderne (nel volume Hegel e la comprensione della modernità, a cura di V. Vitiello, Milano, 1991); La residenza dell’uomo superficiale (in La città come destino dell’uomo, a cura di G. Zarone, Napoli, 1994); Al di là della persona. Il tempo della libertà nella comunità (in Individuo e modernità. Saggi sulla filosofia di Hegel, a cura di M, D’Abbiero e P. Vinci, Milano, 1995); Bellezza e terrore in Platone (in Platone e la dialettica, a cura di P. di Giovanni, Roma-Bari, 1995) e il libro Il fiore nero. Satanesimo e paganesimo nella fine della Modernità, (Milano, 1995). Tra i suoi numerosi saggi non tradotti in italiano, si ricordano: Filosofia de la técnica de la naturaleza (Madrid, 1986) e La humana piel de la palabra. Una introducción a la filosofia hermenéutica (Universidad Autonoma Chapingo, Mèxico, 1994). Insegna Storia della Filosofia alla Universidad Autonoma di Madrid.
Argomenti: Arte, Estetica, Ideologia, Modernità e Rinnovamento, Politica, Società Moderna,