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Gengis-Khan il Conquistatore del Mondo

Gengis-Khan il Conquistatore del Mondo

2 Volumi

Autore/i: ’Ala-ad-Din; ’Ata-Malik Juvaini

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione di Alessandro Bausani, traduzione dall’inglese di Gian Roberto Scarcia, controllata sull’originale persiano da Alessandro Bausani.

vol. 1 pp. 348, vol. 2 pp. 349-728, 48 tavv. a colori f.t., Milano

Questa è la storia di Gengis-Khan scritta da ’Ala-ad-Din ’Ata-Malik Juvaini, luogotenente e governatore di Hülegü-Khan, discendente del Conquistatore del Mondo e primo sovrano mongolo della Persia. La storia che Juvaini cominciò a redigere tra il 1251 e il 1253 fu considerata dai contemporanei e dagli storici arabi e persiani la fonte più autorevole sulle invasioni dei Mongoli. L’edizione italiana – accuratamente illustrata con riproduzioni delle miniature che ornano la Raccolta di Storie di Rashid-ad-Din, eseguita per ordine del Gran Mogol Akbar e portata a termine nel 1596 – rappresenta un contributo culturale specifico e offre un notevole esempio di presentazione di un testo medievale.
Vivo è tuttora l’interesse per la materia trattata: la storia della “maggior calamità che si sia abbattuta sul genere umano” e l’interpretazione della figura di Gengis-Khan “terrore delle genti”, divenuto nei secoli simbolo di forza distruttrice, strumento del volere divino e personificazione del perfetto condottiero.

«Il nostro autore è una tipica espressione della reazione della civiltà iranica, evoluta e sedentaria, all’invasione dei nomadi mongoli, i quali, nello spazio di qualche generazione, erano stati costretti a trasformarsi, sebbene non senza resistenze, da conquistatori in amministratori.
La “borghesia” persiana fornì questa nuova amministrazione di una classe burocratica. ’Ata-Malik Juvaini (1226-1283) apparteneva appunto a una vecchia famiglia di funzionari persiani, originaria della regione di Juvain nel Khorasan, che aveva servito i Khorazm Shah ed era poi passata al servizio dei Mongoli. Baha-ad-Din Juvaini era stato visir mongolo del Khorasan, suo figlio Shams-al-Din Muhammad Sahib-divan era stato un importante funzionario dei primi tre Il-Khan di Persia, per circa venti anni (1268-1284). Il fratello di quest’ultimo, lo storico, era stato negli stessi anni funzionario a Baghdad, dove si era dedicato ad opere di risanamento, necessarie dopo le gravi devastazioni apportate dai Mongoli. Il Ta’rikh-i-Jahan-Gusha-yi Juvaini fu portato a termine intorno al 1260. La prima parte contiene la storia dei Mongoli, dalle prime conquiste di Gengis-Khan alla morte di Güyük; la seconda parte è dedicata alla storia dei Khorazm Shah e dei funzionari mongoli in Iran fino al 1258; la terza, infine, è dedicata all’avvento di Möngke, alla spedizione di Hülegü in Iran, e alla storia degli Ismailiti di Alamut, compilata dall’autore, incaricato dall’Il-Khan di esaminare la biblioteca degli “Eretici”, sulla base di importanti fonti di prima mano a noi non pervenute.
Secondo una tradizione antica, largamente diffusa, non soltanto musulmana, l’opera dello storico è opera anzitutto letteraria e retorica: a tal regola non si sottrae Juvaini il cui Ta’rikh, inoltre, è viziato da troppe parzialità a favore dei Mongoli.
Tuttavia, il materiale di interesse obiettivamente storico in essa contenuto è folto e importante, e la partigianeria dell’autore è talmente trasparente, e cosi bene trapelano di fra le righe i suoi interessi personali di burocrate e di funzionario (fra l’altro, a quel che pare, morto improvvisamente di paralisi alla notizia della caduta in disgrazia della sua famiglia, e dell’incombente minaccia, sui membri di quella, di confische, imprigionamenti ed esecuzioni), che l’opera resta fondamentale, e di validissimo aiuto, per ogni valutazione spassionata di quel periodo storico». (Dall’Introduzione di Alessandro Bausani)

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