Fuga dalla Libertà
Autore/i: Fromm Erich
Editore: Edizioni di Comunità
nota dell’editore, premessa dell’autore, traduzione di Cesare Mannucci.
pp. 264, Milano
L’emergere dell’individuo e l’ambiguità della libertà. Medioevo, Rinascimento, Riforma.
I due aspetti della libertà per l’uomo moderno. Meccanismi di fuga: l’autoritarismo, la distruttività, il conformismo da automi. Psicologia del nazismo. Libertà e democrazia: l’illusione dell’individualità; libertà e spontaneità. Il carattere e il processo sociale.
L’uomo moderno, liberato dalle costrizioni della società preindividualistica che gli dava sicurezza ma al tempo stesso lo limitava, non ha raggiunto la libertà nel senso positivo di realizzazione delle potenzialità del suo intelletto, del suo sentimento, dei suoi sensi. Pur dandogli indipendenza e razionalità, la libertà lo ha isolato, lo ha reso ansioso e impotente. Questo isolamento è intollerabile, e l’alternativa che gli si presenta è la seguente: 0 fuggire dal peso di questa libertà verso nuove dipendenze, o progredire verso la piena realizzazione della libertà positiva, che si fonda sull’individualità e sull’unicità dell‘uomo.
E questa la tesi di «Fuga dalla libertà», forse l’opera più felice e celebrata di Fromm. La sua analisi del substrato psicologico del totalitarismo fascista e stata e rimane uno dei contributi più importanti alla comprensione approfondita di quella che è stata la più grande tragedia storica della prima metà di questo secolo. L’immagine che il totalitario fascista ha di sé – di uomo forte, virile, dotato di qualità eroiche – è un’enorme illusione: sia il « leader » sia il gregario, che in lui si identifica, sono caratteri deboli, tormentati da-terrori irrazionali e da ansietà, dominati dal sentimento dell’insicurezza e dell’impotenza. La brama di sottomissione a un potere soverchiante e l’odio per l’inerme – tipici tratti psicologici del fascista di ogni paese – non sono altro che la proiezione della sua disperata paura della libertà e dell’individualità.
La dimostrazione di questa tesi viene condotta da Fromm, con l’impiego di strumenti d’indagine tratti dalla psicanalisi e dal marxismo, attraverso una penetrante ricostruzione dei mutamenti psicologici che hanno accompagnato le grandi trasformazioni economico-sociali da cui è sorto il mondo moderno, e un’acuta analisi della loro ambivalenza. L’esame del totalitarismo fascista, nelle sue componenti sado-masochistiche, viene poi integrato dallo studio di un secondo, meno tragico ma pur preoccupante caso di «fuga dalla libertà»: il conformismo delle società democratiche di massa. È anche questa un’analisi di grande attualità, la quale, lontanissima dalle facili condanne moralistiche, offre seri motivi di meditazione al lettore che voglia veder chiaro nel nuovo mondo creato dalla scienza e dalla tecnologia.
Erich Fromm ha studiato sociologia e psicologia nelle università di Heidelberg, Francoforte e Monaco, e si è specializzato in psicanalisi all’Istituto di psicanalisi di Berlino. Ora è cittadino americano, e ha tenuto Corsi alla Columbia University, al Bennington College e alla New School for Social Research. Ha diretto il dipartimento di psicanalisi all’Università nazionale del Messico e dal ”1962 insegna psicologia alla New York University. Di Fromm le Edizioni di Comunità hanno pubblicato «Psicanalisi della società contemporanea», «Psicanalisi e religione» e «Dogmi, gregari e rivoluzionari».
Argomenti: Antropologia, Psicologia, Storia, Storia del Pensiero,