Epistolario – Le Lettere a John Middleton Murry 1913 – 1922
Autore/i: Mansfield Katherine
Editore: Il Saggiatore
seconda edizione, cura e nota introduttiva di Jhon Middleton Murry, nota dell’editore inglese, traduzione di Giorgia Ruffini.
pp. 776, Milano
Nota dell’editore Inglese:
«Una vasta raccolta di lettere di Katherine Mansfield era stata pubblicata in due volumi del 1928. Questa pubblicazione conteneva circa 200.000 parole, e comprendeva lettere 2
vari amici oltre che a J. M. Murry. Il presente volume è praticamente un nuovo libro. E di un terzo più lungo del precedente, sebbene contenga soltanto le lettere
scritte da Katherine Mansfield al suo amante e marito.
J. M. Murry ha integrato questa raccolta di tutti i passi che erano stati omessi nella precedente pubblicazione.»
Nota introduttiva di Murry Middleton:
«Ho sentito parlare di Katherine Mansfield per la prima volta nell’autunno del 1911. W. L. George mi aveva mandato una sua “fiaba” per “Rhythm”, con una nota entusiastica. Il racconto mi aveva incuriosito e imbarazzato, e glielo avevo rimandato dicendo che non lo capivo, chiedendogli se lei volesse mandarmi qualcos’altro.
Dopo un po’ di tempo mi mandò The Woman at the Store, che mi fece molta impressione. L’accettai subito con una lettera dove le dicevo molto sinceramente che era di gran lunga il miglior racconto che fosse stato mai offerto a “Rhythm”. Quasi nello stesso tempo comperai per due scellini nel negozio di Dan Rider una copia del suo In a German Pension, pubblicato nel dicembre 1911, con una vistosa copertina arancione. Fui ancora più profondamente colpito da questa raccolta di racconti che mi pareva esprimessero, con un vigore che invidiavo, una reazione, affine alla mia, contro la brutalità della vita.
Fui preso da un grande desiderio di conoscere Katherine Mansfield, e W. L., e George gentilmente me ne offri l’occasione. Ho descritto il nostro incontro e il maturare della nostra amicizia nella mia autobiografia Between two Worlds, che serve da sfondo a queste lettere fino all’inverno del 1918, quando finisce la mia narrazione. Quando lasciai Oxford nell’aprile 1912 per tentare a Londra la mia fortuna come giornalista, Katherine mi invitò generosamente ad occupare una camera nel suo appartamento al 69 di Clovelly Mansions, Grays Inn Road. Dopo poche settimane fummo consapevoli del nostro reciproco amore.
Divenimmo amanti e decidemmo di sposarci quanto prima.
Ma il marito di Katherine, che lei aveva lasciato tre anni prima, poco dopo il matrimonio, attese per ben sei anni prima di chiedere il divorzio. Perciò non ci potemmo sposare che il 3 maggio 1918. […]»
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