Eleonora d’Aquitania – La Regina dei Trovatori
Titolo originale: La vie, la légende, l’influence d’Aliénor, Contesse de Poitou, Duchesse d’Aquitaine, Reine de France, puis d’Angleterre, Dame des Troubadours et des Bardes bretons.
Autore/i: Markale Jean
Editore: Rusconi
prima edizione, premessa dell’autore, traduzione dal francese di Marina Bianchi, in sovraccoperta: «Ginevra riceve lo scudo», miniatura tratta dal Lancelot du Lac, secolo XIV (Parigi, Biblioteca Nazionale).
pp. 304, nn. tavole a colori e b/n, Milano
Eleonora è l’eroina di una rivoluzione attraverso la quale il Medioevo si sarebbe destato dal suo torpore. Eleonora incarnò il mito della regina ideale delle leggende celtiche: come Ginevra e i suoi archetipi, Eleonora interpretò splendidamente la sovranità, senza la quale nessuno, nemmeno il più grande dei re, può governare il mondo. Scopo di Eleonora è la costituzione di una società nuova, fondata sul rispetto del mondo e dei suoi segreti: evidentemente è una società ideale e l’Utopia non è lontana. Si sentiva il bisogno, nella società in piena maturazione delle corti europee del secolo XII, di un principio femminile: Eleonora simboleggia la femminilizzazione: femminizzare significava realizzare un mondo diverso, sostituire al prevalente sistema verticale, con il suo capo obbligatoriamente un padre e dunque un maschio, un sistema orizzontale in cui tutte le parti instaurano reciproci rapporti affettivi e sensibili.
Eleonora d’Aquitania (1122-1204) dominò il secolo XII, per merito del suo comportamento anticonformista, a causa degli eventi drammatici ed epici in cui fu coinvolta, in quanto madre di Riccardo Cuor di Leone e di Giovanni Senzaterra, infine grazie alla sua leggenda.
Personaggio ben radicato nella Storia – fu duchessa d’Aquitania, contessa di Poitou, regina di Francia come moglie di Luigi VII il Pio, e poi regina d’Inghilterra come moglie di Enrico III Plantageneto – Eleonora diventò, già in vita, un’“eroina” idealizzata nel celebre personaggio della regina Ginevra e cantata come incarnazione della mitica donna-sovrana delle tradizioni celtiche, in un periodo di radicali mutazioni religiose, economiche, politiche, sociali e militari.
Il secolo XII è il secolo in cui – mentre continuano le crociate e l’Europa si spacca in due sfere d’influenza (quella “nordica” e quella “meridionale”) – in Occidente si registra, con la nascita del capitalismo delle città, l’evento di un proletariato urbano con conseguente attenuazione della servitù della gleba ed emancipazione della donna nei confronti dell’uomo. In questo secolo avventuroso ed innovatore, Eleonora d’Aquitania da una parte dà scandalo (i francesi le rimproverano il matrimonio con il “nemico ereditario”, gli inglesi la sospettano addirittura di incesto), dall’altra diventa modello di personaggi emblematici dell’immaginazione popolare (come Isotta o Melusina) e fonda l’epica del tramonto della civiltà “androcratica”.
Di Eleonora, Jean Markale ricostruisce la vicenda umana, descrive l’avventura politica e interpreta il ruolo culturale. Con doviziosa sapienza, con abilissima sottigliezza, rappresentando il processo di sublimazione che fa di lei, animatrice di «corti d’amore» e primo simbolo “laico” della bellezza e della tenerezza, la protagonista emblematica della trasformazione dell’«arte maschile del vivere conflittuale» in «arte femminile della convivenza».
Jean Markale, cinquant’anni, è specialista di letteratura e di leggende celtiche.
Membro del gruppo surrealista, ha meritato una prefazione di André Breton al suo libro Les grands Bardes Gallois.
Fra le sue pubblicazioni: il celebre Les Celtes et la civilisation celtique (1965); L’Epopée celtique d’Irlande (1971); L’Epopée celtique en Bretagne (19752); Traditions de Brétagne (1976); La Femme Celte (1977); La Sagesse de la Terre (con Pierre-Jakez Hélias, 1978); La Bretagne racontée aux enfants (1979).
Argomenti: Biografie, Leggende, Medioevo, Mito, Storia, Storia dei Costumi, Storia del Pensiero,