Dopo lo Sterminio – Ebrei e Tedeschi Oggi
Titolo originale: Post-Mortem – The Jews in Germany Today
Autore/i: Katcher Leo
Editore: Garzanti Editore
unica edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Maria Eugenia Zuppelli Morin.
pp. 304, Milano
«Se un marziano venisse a esplorare la terra,» ha affermato il gran rabbino di Colonia, «non troverebbe un altro paese dove gli ebrei siano isolati e protetti dalle ingiurie e dalla discriminazione come qui in Germania. Si ha per noi la stessa reverenza degli egiziani per le loro mummie.» Eppure gli ebrei che vivono tuttora nei paesi tedeschi, dove il genocidio venne compiuto, sono dominati dalla vergogna e dalla paura. «Che diritto ho di approfittare di ciò che è dovuto ai morti?» ha detto un fotografo ebreo di Berlino. «Facendolo, umilio il valore di quelle morti, vivo sui cadaveri dei miei parenti e amici, di tutti i sei milioni di ebrei assassinati»; e ha aggiunto: «Ogni ebreo, qui, soffre di qualcosa di incurabile, ha un cancro nell’anima.»
Leo Katcher, l’autore di questo libro, noto scrittore americano di origine tedesca, ha percorso per nove mesi la Germania occidentale e orientale, Berlino Est e Ovest e l’Austria col proposito di stabilire come vivono oggi gli ebrei nell’ex Germania nazista. Durante la sua inchiesta ha intervistato centinaia di persone fra dirigenti di comunità ebraiche, rabbini, intellettuali, artisti, uomini d’affari, negozianti, pensionati ecc., gente di ogni mestiere e di ogni estrazione sopravvissuta, in un modo o nell’altro, all’Endlösung, la «soluzione finale del problema ebraico» decretata da Hitler; ha inoltre incontrato funzionari del governo tedesco, vescovi cattolici e protestanti, ex e neo nazisti. Il volume è formato essenzialmente delle registrazioni, coordinate e ragionate, di queste interviste.
«Sarebbe inesatto affermare che questo rapporto è assolutamente obiettivo,» scrive Katcher nella prefazione. «Sono ebreo. Ero già adulto al tempo di Hitler. Molto prima di fare questo viaggio in Germania avevo visto e parlato con le vittime del nazismo. Ma credo di aver esposto con obiettività e diligenza i diversi punti di vista e i vari atteggiamenti che mi si sono presentati. Non ho imbrogliato le carte. Ho cercato di rispondere a queste domande : Chi sono gli ebrei che vivono oggi in Germania? Come vivono? Cosa pensano della Germania? Cosa pensano di loro i tedeschi? Il nazismo è morto o soltanto in letargo? C’è un avvenire in Germania per gli ebrei?»
Ne è uscito un documento unico, un libro dove l’angoscia si mischia inestricabilmente alle cifre. È una storia in cui la forza delle rievocazioni, il riaffiorare di dolori disumani e la vergogna quasi inspiegabile del presente, si esprimono nel contrappunto di innumerevoli voci, mettendo a nudo gli impulsi più misteriosi deH’animo umano. Ma è un’epopea costantemente verificata sul dato impersonale del numero. «Hitler ci trasformò in numeri,» ha detto un ebreo di Monaco. «Tot per i campi di lavoro forzato. Tot per le camere a gas. Tot per i forni. Tot per Mengele da usare come cavie. E diventammo tante tonnellate di grasso umano, tanti milioni di dollari d’oro e d’argento ricavati dalle capsule dentarie e dalle fedi matrimoniali. Tanta pelle per le rilegature e i paralumi. Anche oggi siamo dei numeri. Soltanto siamo di meno.» Numeri sono quelli impressi a fuoco sulla pelle dei deportati e i sei milioni di ebrei uccisi. E oggi il significato di quei numeri non è mutato. Solo in Germania, prima di Hitler, c’erano 550.000 ebrei che alla fine della guerra erano ridotti a 15.000. Oggi, in seguito a vari movimenti migratori, nella Germania occidentale ve ne sono 30.000, nella Germania orientale 1500.
Ma gli ebrei al di sopra dei 50 anni sono il doppio di quelli al disotto dei trenta. E il tasso di mortalità è otto volte superiore a quello di natalità. «Da tutti i miei giri, da tutte le mie ricerche un fatto è emerso sempre più chiaro, sempre più incontrovertibile, di giorno in giorno, di intervista in intervista,» conclude Katcher. «La storia segnerà un’ultima vittoria definitiva per Adolf Hitler. Fra poco – e nessuno, né gli ebrei né i tedeschi possono impedirlo – la Germania sarà Judenrein», libera dagli ebrei.