Donne di Piacere – Miseria Sessuale e Prostituzione nel XIX Secolo
Titolo originale: Les filles de noce
Autore/i: Corbin Alain
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, premessa dell’autore, traduzione di Riccardo Mainardi.
pp. 438, nn. tavole e tabelle b/n, Milano
Vi sono aspetti e fenomeni della vita su cui la storia sembra non far presa, presenze inalterate e costanti nel fluire del cambiamento. Le attribuiamo alla natura umana, individuale o sociale, e così facendo ne esaltiamo l’immobilità, ne cancelliamo la varietà di sfumature, le diversità di funzioni. Così è per la prostituzione, condannata a esibire per sempre il volto statico del «mestiere più antico del mondo», maschera che una storiografia minore si incaricherà poi di insaporire con il suo repertorio di curiosità. Con la fortunata Storia sociale degli odori Alain Corbin ci ha dato un saggio straordinario di come un fatto all’apparenza naturale possa rivelarsi un precipitato di eventi e torsioni storiche. Con Donne di piacere vuole incrinare la falsa immobilità della prostituzione disegnando il momento di trapasso decisivo in cui nasce l’amore venale moderno, nella Francia della terza repubblica, tra l’età vittoriana e la prima guerra mondiale. Decade infatti, in quegli anni, il bordello tradizionale, carico di orpelli e di miserie, dove è esplicito il rapporto tra compratore e comprata; e col diffondersi di un nuovo bisogno di seduzione, di una cultura dell’erotismo raffinato, si impongono la casa d’appuntamenti elegante e salottiera, la maison de dèbauche con le sue perversioni; si moltiplicano le prestazioni inclassificabili che offrono, con l’attrazione dell’adulterio venale, una garanzia di intimità ricalcata sul modello coniugale: quelle delle signore curiose di nuove esperienze, delle commesse arrampicatrici, delle sarte e modiste «di facciata». La prostituzione non è più, insomma, soltanto la «fogna seminale» necessaria a sfogare gli istinti, una dimensione brutale e segreta, da tenere segregata perché non pregiudichi la purezza delle famiglie. Si insinua, anzi, in tutte le fasce sociali, dal proletariato ai ceti più elevati, si fa esplicita e paradossalmente offre un’esperienza più raffinata, più fantasiosa e liberatoria di quelle che riserva il focolare domestico. Tanto più angosciata è perciò la reazione dei moralisti e più violento io scontro che si scatena in quegli anni, con toni da crociata, tra chi vorrebbe conservare l’istituzione, sottoponendola però a precisi regolamenti che le impediscano di inquinare la buona società, e chi la vorrebbe abolire, in nome dei più diversi e inconciliabili principi – anarchici, religiosi, legalisti, femministi. Nel dibattito si gettano anche letteratura e teatro che amplificano fascini e orrori del proibito e si alleano, caricandola di risonanze emotive, alla campagna medico-giuridica contro la tratta delle bianche e le malattie veneree.
Il panorama fornito da Corbin è dunque ricchissimo e l’immagine del periodo è incisa in ogni particolare. Si alleano, a ricostruirla, gli strumenti della sociologia e della storia della cultura, le atmosfere della letteratura e della pittura del tempo (Maupassant, Zola, Proust, Degas, Toulouse-Lautrec), il ritratto di una Francia proletaria e borghese che affronta i travagli dell’iniziazione all’età contemporanea.
Alain Corbin è docente di storia all’Università di Tours. In edizione Mondadori e stata pubblicata la sua Storia sociale degli odori – XVIII e XIX secolo, 1983 (Le miasme et la jonquille – L’odorat et l’imaginaire social, Paris 1982).
Argomenti: Donna, Prostituzione, Storia, Storia dei Costumi, Storia del Pensiero, Storia di Donne,