Dizionario Prontuario Fitoterapico
Autore/i: Braggio B.R.; Gamacchio Chiej R.
Editore: Sansoni Editore
prefazione degli autori.
pp. 168, Firenze
Dalla prefazione degli autori:
«In Nemesi Medica: l’espropriazione della salute, di Ivan Illich, si legge che: «… l’evoluzione delle malattie nell’ultimo secolo ha subito delle modificazioni su cui i medici hanno influito in misura non maggiore rispetto ai preti e alle persone investite di autorità religiosa delle epoche precedenti».
Questa affermazione così sconcertante, suffragata da una serie di dati statistici, fa riflettere, come al pari fa riflettere un’altra sorprendente rivelazione riportata nello stesso testo: che la iatrogenesi, vale a dire la patologia collaterale indotta dall’uso dei presidi farmacologici e sanitari, e molto diffusa e occupa un posto significativo accanto alle malattie oggetto di diagnosi e cura della medicina.
Molti sono gli studi e le ricerche sui danni prodotti dai farmaci. Scarpa e Chiti sostengono nel loro libro: Di farmaci si muore che l’introduzione nell’organismo umano di sostanze medicinali può produrre conseguenze nocive equiparabili ai danni prodotti dall’impiego di fertilizzanti e pesticidi in agricoltura, all’uso di additivi nei prodotti alimentari e ad altri danni ecologici.
Da questi autori viene cioè operato un parallelismo fra impiego indiscriminato di farmaci e i danni prodotti dall’inquinamento ambientale.
Le lesioni più frequenti riguardano le alterazioni della sintesi proteica a livello epatico, la necrosi e l’evoluzione fibrotica delle cellule epatiche, le allergie, i danni al sistema emopoietico, i danni al sistema nervoso, le malformazioni genetiche (è per tutti un ricordo indimenticabile la vicenda del famigerato talidomide).
La sperimentazione, la produzione e la distribuzione dei farmaci sembra risentire soprattutto dell’influsso degli orientamenti produttivi più che dei dettami derivanti dai bisogni sanitari della popolazione.
Significativa è, al riguardo, la constatazione che dalle tabelle del fatturato delle varie industrie farmaceutiche risulti come il massiccio – sforzo produttivo sia orientato verso i farmaci definiti di conforto.
Le industrie farmaceutiche sembrano aver capito come l’uomo di oggi travesta la sua angoscia esistenziale di malattia. C’è chi sostiene che circa il 7O% delle consultazioni mediche siano motivate non da problemi strettamente organici bensì psicologici o esistenziali. E il medico, spesso impreparato ad affrontare tali problemi, risponde con la prescrizione di sedativi, ansiolitici, ricostituenti.
M. Balint giustamente asserisce che spesso il medico è un tranquillante sociale.[…]»
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