L'Ombra e la Grazia
di Weil Simone
Editore: Rusconi
Informazioni: introduzione di Georges Hourdin, traduzione dal francese di Franco Fortini, in sovraccoperta: Particolare di una vetrata di K. Moser. Vienna, collezione privata. - pp. 188, Milano
Stampato: 1984-12-01
Codice: 500000003700
Raccolta di pensieri espressi in forma nuda e tesa, sovente di forte qualità lirica, questo libro è una spietata ed eroica meditazione sugli estremi della condizione umana, i rapporti fra Dio e l'uomo, quelli fra il bene e il male, fra il peso del corporeo (la pesanteur, la forza «deìfuga») e la Grazia. L'autrice, nutrita dei grandi testi taoisti e indù, dei tragici greci e di Platone, oltre che di una assidua meditazione evangelica, è - come scrisse il primo curatore dell'opera - mossa e impregnata da un infinito desiderio di purificazione interiore, di distruzione dell'Io, «questa ombra portata dal peccato e dall'errore». Dalla contraddizione e dalla automistificazione compensatrice si sfugge accettando fino in fondo la lacerazione e lo strazio, cioè la croce; cercando quindi, come fa il cristianesimo, un impiego, non un rimedio, sovrannaturale della sofferenza. Virile e tragico combattimento religioso che - nell'aperta violenza delle sue antitesi - avvicina queste pagine alle maggiori di Kierkegaard, Pascal, Giovanni della Croce, Caterina da Siena, Agostino.
Simone Weil nacque a Parigi nel 1909 da un'agiata famiglia ebrea dalla quale non ricevette alcuna educazione religiosa. D'intelligenza precoce, studiò presso l'École Normale e si laureò nel 1931, dedicandosi poi subito all'insegnamento. La scoperta della condizione operaia la avvicinò ben presto al sindacalismo e la spinse anche a sperimentare di persona la vita di fabbrica. Nel 1936 partì per la Spagna, dove contava d'unirsi agli antifranchisti. Al 1938, dopo una settimana santa trascorsa a Solesmes, risale l'inizio del suo interesse per i problemi religiosi, destinati a diventare centrali nell'ultimo scorcio della sua vita. Nel 1940, all'arrivo dei tedeschi, lasciò Parigi per rifugiarsi a Marsiglia. Nel 1942 parti con la famiglia per New York, di dove subito volle passare a Londra nella speranza di partecipare direttamente alla lotta antinazista. Ma morì in un sanatorio nel 1943. I suoi principali scritti (L'ombra e la grazia, Attesa di Dio, La prima radice, Lettera a un religioso, La condizione operaia, Oppressione e libertà, ecc.) apparvero postumi.
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