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Storia dell'Harem

di
Editore: Rusconi
Prezzo: € 32,00

Informazioni: prima edizione, premessa dell'autore, in sovracoperta: «miniatura tratta dall'album di Ahmed I» 1603-1617 Istàmbul, Topkapë Sarayë Muzesi. - pp. 252, nn. fotografie e 1 cartina b/n f.t., cartine b/n, Milano
Stampato: 1992-10-01
Codice: 978881888032

Fra tutti gli Harem della Storia - in Cina, a Bisanzio, fra i Sasanidi - quello musulmano di Istànbul fu certamente il più importante, e sicuramente il più noto. Modello di vita d'arte e di potere, cuore del vasto Impero ottomano e luogo in cui si legarono e si sciolsero le sorti storiche dell'Asia, dell'Africa... e dell'Europa fra XV e XVIII secolo, gli Orientalisti ne descrissero il fascino, i Simbolisti ne fantasticarono i piaceri, i politicanti europei ne esecrarono gli intrighi.
L'Harem di Istànbul trova qui finalmente il suo vero volto storico, la sorprendente realtà d'un imperio delle «Regine madri» che fece tremare la Cristianità e impose le proprie ragioni perfino nell'Islàm stesso.

Harem, ed è subito sogno d'un oriente fascinoso e sensuale, denso di misteri e di tragedie. Lungo il corso dei secoli l'Europa ha favoleggiato degli harem musulmani, primo fra tutti, ed esempio supremo di tutti, quello di Istànbul, il più noto ed il più importante. Centro del potere del vasto Impero turco, qui vennero recitati i drammi della storia da personaggi - le «Regine madri» - la cui volontà fu spesso legge per tre continenti (Asia, Africa, Europa), e i cui capricci a volte costarono loro la vita, ai loro figli la prigione, all'Impero ottomano la catastrofe.
Signori assoluti di questo vasto impero, i sultani (a cominciare da Osman I, fondatore della dinastia ottomana) non di rado sposarono donne straniere non musulmane, sino a che Maometto II il Conquistatore troncò la pratica dei matrimoni e istituì l'harem imperiale popolato di schiave di varie nazionalità, fra le quali il sultano sceglieva le proprie donne e le favorite. In tale popolazione femminile emerse la validè, la madre del successore del sultano che l'aveva preferita. Oltre che gestire tutti i movimenti dell'harem, essa assumeva la reggenza quando suo figlio succedeva al trono ancora bambino sicché, fino a quando egli non compiva i dodici anni, la validè era pressoché arbitra del governo dell'Impero. Nell'harem vivevano pure tutti i figli che il sultano aveva dalle sue donne; qui essi potevano essere confinati, praticamente prigionieri, nel kafes, la «gabbia» dorata che doveva renderli innocui nei confronti del fratello o del fratellastro regnante.
L'harem, «luogo proibito, sacro, inviolabile », fu una realtà non spiegabile in se stessa al di fuori di una lunga successione ed evoluzione di eventi che sostanziarono la storia dei Turchi Ottomani, e neppure al di fuori della tradizione islamica della casa e della famiglia. Luogo di lusso e di agi, talvolta anche di dissolutezze, sicuramente, mai però da giustificare le fantasiose invenzioni di antichi viaggiatori e di nostri cineasti. Ma soprattutto centro di potere - di suggerimento, di persuasione -, di educazione al potere e anche di clamorosi scontri in talune occasioni di successione al trono.
Di tutta questa complessa realtà Gabriele Mandel è esperto interprete in questo libro che, fra l'altro, offre un' esclusiva, una vera gemma: l'elenco completo delle validè, delle donne e dei figli dei sultani ottomani.

Gabriele Mandel, ha ricevuto la laurea Honoris Causa in Scienze islamiche dall'Università Statale di Konya (Turchia). Direttore dell'Istituto di Storia d'Arre all'Università IULM di Milano, docente di Psicologia alla SSIT di Milano, già direttore della Facoltà di Psicologia dell'Università europea UET di Bruxelles e docente al Politecnico di Torino. Artista versatile, l'European Who's Who lo cita come «il più importante ceramista islamico contemporaneo». Espositore alla Biennale di Venezia, ha tenuto mostre personali al Museo de Arte di San Paolo del Brasile, al Museo Dolmabahçe di Istànbul, al Museo nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano, al Museo della Ceramica di Lodi, ai Musei d'Arte moderna di Konya, Ankara, Nuova Delhi, Tokyo, eccetera. Autore di numerosissimi volumi, questo è il secondo pubblicato da Rusconi Libri, dopo Il Corano senza segreti (1991).

Il volume è disponibile in copia unica

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