La Via del Fuoco Secondo la Qabbālāh - 'Ehjeh 'Ašer 'Ehjeh • Io Sono Colui che Sono
di Raphael
Editore: Edizioni Āśram Vidyā
Prezzo: € 12,00
Informazioni: pp. 112, Roma
Stampato: 1983-01-01
Codice: 500000007295
Questa sintetica esposizione della Qabbālāh ci da la chiave per comprendere l'Albero Sephirotico nella sua esatta configurazione, mettendone in evidenza la Via Mediana o Via del Fuoco.
Questo libro, 'Ehjeh 'Ašer 'Ehjeh o La Via del Fuoco secondo la Qabbālāh, non è né un saggio su questa dottrina né uno studio storico sulle sue origini, ma una presentazione sintetica, in forma di aforismi-sūtra, per poter “comprendere” e “realizzare” l'insegnamento in essa contenuto. L'espressione 'Ehjeh 'Ašer 'Ehjeh, che significa «Io sono Colui che sono» o «l'Essere è l'Essere», rappresenta la conoscenza di identità e la Qabbālāh, come ogni autentica dottrina tradizionale, non costituisce semplice erudizione ma esperienza di vita; ogni verità ha senso se viene integrata nel vivere coscienziale, ogni “filosofia” ha la sua ragion d'essere se viene coscientizzata.
La Qabbālāh ha come simbolo l'Albero Sephirotico in cui sono compendiate le indefinite possibilità espressive (Sephiroth) del micro e del macrocosmo, al di là del quale si trova la sfera di Ain Soph Aur (Assoluto) che corrisponde all'Uno-senza-secondo (advaita), al Brahman inqualificato (nirguna) della dottrina Vedānta; così per far comprendere come la “visione” tradizionale è una con differenti adattamenti spazio-temporali, nel testo vi sono frequenti accostamenti tra l'insegnamento Advaita Vedānta e quello cabbalistico.
Raphael tenendo conto che la Qabbālāh rappresenta, quindi, un insegnamento completo, cerca di evidenziare soprattutto il sentiero metafisico finora poco trattato dai vari cultori cabbalistici, i quali si sono interessati generalmente ad aspetti minori e, a volte, persino poco iniziatici. Così nel capitolo Sentiero metafisico viene additata e ampiamente chiarita la sfera metafisica (Ain Soph Aur) alla quale deve tendere chi segue la “Via del Fuoco”, quella “Via” che ogni discepolo, a qualunque ramo tradizionale appartenga, percorre per realizzare l'identità con la propria Essenza; questa via “operativa” è la “Via Mediana”, la “Via della Freccia” che si snoda lungo il pilastro centrale dell'Albero Sephirotico.
Ma chi segue la “Via del Fuoco” deve abbandonare le immaginazioni, le rappresentazioni e le concettualizzazioni; deve morire con coraggio ad ogni tipo di oggettivazione mentale e non farsi coinvolgere dal moto di relazione, dal moto esteriorizzante delle Potenze. Leo Schaya nell'introduzione al suo libro L'uomo e l'Assoluto secondo la Cabala scrive: «La sola attività razionale non porterà mai l'uomo ad assimilare la realtà di ciò che è pensato... Il pensiero lascia sussistere il dualismo tra soggetto conoscente e la cosa conosciuta... È questo dualismo intrinseco al pensiero la causa dei dubbi e degli errori... La verità non può quindi essere raggiunta attraverso la sola attività razionale, vale a dire grazie ad una facoltà che, appunto per la sua natura dualistica, non possiede i mezzi per valicare l'abisso del proprio dubbio interiore».
Raphael ci dà la chiave per un giusto accostamento alla “Via del Fuoco” presente anche nella Qabbālāh: «... Lascia il pensare prolisso e discorsivo e spalanca le porte della ragion pura. La “Via del Fuoco” non si studia ma si carpisce con la folgore dell'intuizione, con la comprensione del cuore e con l'immedesimazione coscienziale».
Libro usato disponibile in copia unica
Argomenti: Cabala Ebraica,
Segnaposto: Raphael,