I Modi
Riemerge da Quattro Secoli di Censura il Libro Maledetto del Rinascimento cui Posero Mano Marcantonio Raimondi, Giulio Romano e Pietro Aretino
di Raimondi Marcantonio; Romano Giulio; Aretino Pietro
Editore: Longanesi & C.
Prezzo: € 33,00
Informazioni: a cura di Lynne Lawner, introduzione degli autori, traduzione dal testo americano di Nicola Crocetti, titolo originale: The Sixteen Pleasures. - pp. 128, 48 illustrazioni b/n, Milano
Stampato: 1984-06-01
Codice: 500000006367
«Da poi ch'io ottenni da papa Clemente la libertà di Marcantonio Bolognese, il quale era in prigione per avere intagliato in rame i Sedici modi, mi venne volontà di veder le figure [...] e vistele fui tocco da lo spirto che mosse Giulio Romano a disegnarle. E perché i poeti e gli scultori antichi e moderni sogliono scrivere e scolpire alcuna volta per trastullo de l'ingegno cose lascive [...] ci sciorinai sopra i sonetti che ci si veggono a i piedi. La cui lussuriosa memoria vi intitolo con pace de gli ipocriti, disparandomi del giudicio ladro e de la consuetudine porca che proibisce a gli occhi quel che più gli diletta. Che male è il veder montare un uomo addossò a una donna? Adunque le bestie debbono essere più libere di noi?» Così la penna sferzante e provocatoria di Pietro Aretino rammenta uno dei più clamorosi «casi editoriali» del nostro Rinascimento che mise a soqquadro la Curia pontificia durante il papato di Clemente VII. Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello, e Marcantonio Raimondi, il migliore incisore dell'epoca, avevano unito i rispettivi talenti nel produrre una serie di stampe raffiguranti con teatrale esibizionismo varie posizioni amorose. Le stampe riscossero un grande successo, soprattutto nei ranghi più elevati della società romana e fra gli alti prelati, ma destarono la collera di papa Clemente che ne ordinò la distruzione e ne vietò la riproduzione sotto pena di morte. Marcantonio Raimondi finì in carcere e Giulio Romano riparò a Mantova. Sfidando il divieto papale, delle stampe venne tirata una seconda edizione arricchita stavolta dai Sonetti lussuriosi dell'Aretino, posti a guisa di commento ai disegni. Ma la censura ebbe ragione di questo libro, che scomparve letteralmente da tutte le biblioteche del mondo, mentre i sonetti sopravvivevano per proprio conto in altre edizioni; finché una copia pirata, stampata probabilmente a Venezia nel 1527, è recentemente ritornata alla luce e, con il permesso dell'attuale possessore, Lynne Lawner si è assunta l'incarico di curarne la stampa. Nasce così questa edizione che riproduce finalmente, dopo più di quattrocento anni, quelle immagini cinquecentesche: esse, nel loro erotico fulgore, sono un segno di quel vigoroso e pagano naturalismo che alimentò lo spirito della Rinascenza.
Lynne Lawner, poetessa, scrittrice, studiosa americana, vive a Roma da molti anni. È membro di molte associazioni d'alta cultura. Ha collaborato al Terzo Programma della RAI e lavora attualmente presso la Columbia University. Ha svolto particolari studi sulla figura della cortigiana nella cultura italiana del Rinascimento e su questo argomento ha tenuto conferenze alla Yale University. Ha tradotto in americano vari testi italiani, tra i quali le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci.
Introduzione
- Tavola cronologica
- Note all'introduzione
- Le xilografie e i sonetti
- Note ai sonetti
- I disegni di de Waldeck
Ringraziamenti
Il volume è disponibile in copia unica