La Fortuna dei Medici - Finanza, Teologia e Arte nella Firenze del Quattrocento
"Le doti finanziarie ma anche gli espedienti e gli intrighi che assicurarono fama e ricchezza ai Medici"
di Parks Tim
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
Prezzo: € 28,00
Informazioni: prima edizione, traduzione di Silvia Artoni, titolo originale: Medici money - Banking, Metaphysics, and Art in Fifteen-Century Florence, in sovracoperta: Sandro Botticelli, Ritratto d'uomo con la medaglia di Cosimo il Vecchio (part.), Firenze. - pp. 234, nn. tavole b/n fuori testo, Milano
Stampato: 2006-10-01
Codice: 978880456155
La fortuna dei Medici comincia nel 1397, quando Giovanni di Bicci, insieme ad alcuni soci, fonda una piccola banca a Firenze. Un'impresa remunerativa, ma carica di imprevisti: prestare denaro ai mercanti significa farsi carico dei rischi del commercio (pirateria, guerre, strade disagevoli e pericolose), mentre i nobili non sempre sono debitori affidabili. Ma Giovanni di Bicci non deve preoccuparsi solo delle difficoltà pratiche del suo mestiere. Secondo la Chiesa di Roma, infatti, prestare denaro contro interesse equivale a commettere il peccato di usura e può costargli il bene più prezioso: la sua anima più immortale.
Per evitare l'accusa di usura il prestito figura come operazione di cambio di valuta mentre l'interesse è soltanto un'elargizione, un «dono»: tutta l'attività è coperta da un velo di formale ipocrisia. In questo modo, la banca Medici può prosperare senza esporre i suoi titolari alla temuta condanna alle fiamme eterne. Per quasi cento anni, un accorta gestione e una sofisticata organizzazione societaria, sostenute da un'abile strategia politica e propagandistica, consentono ai Medici di espandersi in tutta Europa (Londra, Bruges, Venezia, Ginevra), in una irresistibile ascesa al potere.
Non si tratta solo di artifici legati e scappatoie teologiche: molti dei guadagni della banca vengono utilizzati per restaurare conventi, decorare chiese e commissionare opere ai maggiori artisti del periodo. Con gli affreschi del Beato Angelico Lippi, il figlio di Giovanni, Cosimo, non solo si assicura meriti e indulgenze per la salvezza della sua anima, ma inaugura la tradizione di mecenatismo che renderà grande Firenze e i Medici. I quali, a partire dalla generazione successiva, attraversando incolumi guerre interminabili, rivolte popolari e congiure patrizie, giocheranno una partita sempre più politica e sempre meno finanziaria per la supremazia cittadina, trasformandosi da facoltosi banchieri in politici influenti e infine in signori incontrastati di una Firenze sempre meno repubblicana. Intanto la banca, trascurata nei decenni di ascesa politica, è fallita nel 1494, ma ormai la ricchezza della famiglia non viene più dal commercio: «I nuovi Medici del Cinquecento e del Seicento ordinarono sfarzosi monumenti, finanziati con le tasse riscosse, per crearsi un'aura di legittimità. Tutta la feconda ambiguità di Cosimo, tutta la fiera tensione tra il denaro e la metafisica erano scomparse».
La saga familiare dei Medici e della loro banca consente a Tim Parks di ripercorrere con l'occhio del romanziere la storia modernissima e affascinante del Quattrocento italiano, dal nascente sistema finanziario continentale ai fasti dell'arte toscana del primo Rinascimento, dal mondo ideale della metafisica e della teologia alle ferree logiche della lotta politica e militare.
Tim Parks, nato a Manchester nel 1954, è cresciuto a Londra e ha studiato a Cambridge e Harvard. Nel 1981 si è trasferito in Italia e abita tuttora nei pressi di Verona. Ha scritto undici romanzi, tra cui: Lingue di fuoco (1995), La doppia vita del giudice Savage (2005) e Il silenzio di Cleaver (2006), tre libri di non fiction, in cui descrive la vita nell'Italia del Nord, e due raccolte di saggi. Insegna traduzione letteraria allo IULM di Milano e ha tradotto in inglese importanti autori italiani, tra cui Moravia, Tabucchi, Calvino e Calasso.
Il volume è disponibile in copia unica