Animalie. Disegni con Animali e Poesie
Catalogo della mostra tenuta a Bologna alla Galleria Comunale d'Arte Moderna nel 1991
di Scialoja Toti
Editore: Grafis Edizioni
Informazioni: a cura di Andrea Rauch, presentazione di Felicia Bottino, testi di Paola Pallottino, Renato Barilli, Andrea Mancini, Barbara Drudi, Andrea Rauch, Toti Scialoja, Antonio Porta, Giorgio Manganelli, Giovanni Raboni. - pp. 192, numerose illustrazioni a colori fuori testo, Casalecchio di Reno (BO)
Stampato: 1991-03-01
Codice: 500000005809
La grafica e l'illustrazione libraria sono oggetto di serrate analisi e appassionate cure da quando l'editoria si è sentita minacciata dall'irrompere dei nuovi media. Solo dieci anni fa, come ricorda il protagonista Mario Vigiak, la Quadragono Libri fallì dopo aver stampato diversi meravigliosi "libri illustrati per adulti". Ma ora forse le cose stanno cambiando. Tra i quasi trentamila libri pubblicati ogni anno in Italia - oltre un terzo in più di quanti se ne pubblicavano appunto dieci anni fa - la percentuale di quelli illustrati è salita di molti punti e le illustrazioni non sono esclusivo appannaggio dei libri d'arte o di quelli per l'infanzia. Anche il pubblico italiano ha incominciato a conoscere e apprezzare i grandi illustratori e sempre più di frequente Ungerer, Gorey, Altan, pubblicano i loro disegni al di fuori delle collane dedicate ai ragazzi. Da questo punto di vista le ricerche e le proposte che la Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna va facendo da alcuni anni, con iniziative particolarmente attente a questi aspetti, costituiscono ormai una galleria assai ricca di eventi esemplari della storia del libro e dell'editoria italiana del Novecento. Dai reperti dell'archivio Scheiwiller - l'editore che chiedeva ai poeti di disegnare e ai pittori di scrivere versi - alle "figure del delitto", le immagini dei primi libri gialli mostrate al Mystfest di Cattolica; dalle illustrazioni di Maurice Sendak, a quelle di Roberto Innocenti; dalla grafica libraria italiana del dopoguerra, alla tipografia russa del primo trentennio del secolo, alla grafica dei paesi dell'Est in questi ultimi anni, si può affermare che non solo alcuni dei fatti più significativi della recente storia del libro sono stati adeguatamente studiati, ma sono stati anche messi a punto modelli di indagine pressoché inediti nel panorama degli studi sulla produzione e la circolazione dei libri nel nostro Paese. In questo senso i disegni e i nonsense di Toti Scialoja, che tanto piacquero a Italo Calvino, rappresentano una proposta non casuale al pubblico non solo emiliano-romagnolo ma, come già nelle passate edizioni, a quanti visiteranno Bologna in occasione della Fiera internazionale del libro per ragazzi. Mi auguro che editori, librai e bibliotecari, che da tutto il mondo ogni anno non mancano all'appuntamento bolognese, apprezzeranno questo "solare Mr. Hyde", come lo definisce Renato Barilli, che come nessun'altro è riuscito a realizzare il portentoso auspicio di Giovanni Scheiwiller. (presentazione di Felicia Bottino)
Toti Scialoja nasce a Roma nel 1914. Fin da giovanissimo frequenta l'ambiente della "Cometa" di Mimì Pecci Blunt, e diviene così partecipe sodale del primo gruppo della cosiddetta Scuola Romana. Espone per la prima volta alla Quadriennale del '39 e in seguito a quella del '43. A questa data ha già esposto a Genova nel '40 e a Torino nel '41, presentato rispettivamente da Virgilio Guzzi e da Cesare Brandi. La sua pittura si orienta subito verso un espressionismo di marca europea: Scialoja guarda Van Gogh e Soutine. Nel '47 espone alla collettiva Quattro artisti fuori strada con la celebre presentazione di Brandi. In questi anni comincia anche la sua attività di scenografo che si concluderà alla fine degli anni Cinquanta. (Ricordiamo: "L'Opera dello Straccione", 1943; "Il Mandarino meraviglioso", 1945; "Ballata senza musica", 1950). Nel 1952 pubblica un volume di prose dal titolo I segni della corda. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1950, '52, '54. Nel 1955 vince un premio al Carnegie Institute di Pittsburgh, e nello stesso anno, intrapresa la via dell'astrazione, Scialoja abbandona il pennello e comincia a dipingere con lo straccio. Nel 1956, in occasione di una sua mostra alla Catherine Viviano Gallery, compie il primo viaggio a New York, dove incontra diversi artisti americani. Nel 1957 lavora sperimentando nuovi medium fino a che abbandona definitivamente la pittura a olio e adotta il vinavil come agglutinante e collante per il colore in polvere. Alla galleria "La Salita" di Roma nel novembre del 1958 espone per la prima volta le Impronte, forme stampate e ripetute sulla tela, ottenute mediante il rovesciamento e la pressione di una carta precedentemente intrisa di colore. Torna in America nel 1960 e dal 1961 al 1963 si stabilisce a Parigi. Nel 1964 ha una sala alla Biennale di Venezia con la presentazione di Gillo Dorfles; si succedono quindi mostre personali in Italia e all'estero: Malmoe, Stoccolma, Firenze, Verona, Torino, ecc...
Nel 1971 esce il suo primo libro di poesie per l'infanzia, Amato topino caro (Milano, Bompiani, 1971), seguito da La zanzara senza zeta (Torino, Einaudi, 1974), Una vespa! Che spavento (Torino, Einaudi, 1975), Ghiro ghiro tonto (Torino, Stampatori, 1979) e Tre lievi levrieri (Roma, Edizioni L'Attico, 1985). Tra i libri di poesie nonsensi che non più dedicate all'infanzia ricordiamo inoltre: La stanza la stizza l'astuzia (Roma, Cooperativa Scrittori, 1976), Paesaggi senza peso (edizione fuori commercio 1981), Scarse serpi (Milano, Guanda, 1983), La mela di Amleto (Milano, Garzanti, 1984), Serracapriola (Roma, Edizioni L'arco, 1985), Le sillabe della Sibilla, (Milano, Scheiwiller, 1988). Infine una raccolta dei libri per l'infanzia è uscita da Mondadori nel novembre del 1989 con il titolo Versi del senso perso. Nel 1982 Scialoja accetta la nomina a direttore dell'Accademia di Belle Arti di Roma e si batte per la riforma delle accademie e per la costituzione di un museo dell'Accademia di Roma. Il lavoro di questi anni viene esposto alla Biennale di Venezia del 1984. Nel 1986 partecipa alla IX Quadriennale di Roma e nell'87 a "Geografie oltre l'Informale" al Palazzo della Permanente di Milano. Si susseguono in questi anni diverse mostre personali: Modena, Parma, Roma, Monza, Brescia. Nella primavera del 1990 il Palazzo Pretorio di Certaldo dedica una completa mostra storica al contributo scenografico di Scialoja nel teatro, mentre nell'ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto si apre una ampia antologica sul lavoro degli anni Ottanta presso il Palazzo Rosari-Spada. Scialoja viene in seguito invitato a leggere le sue poesie, presso la Sala Frau di Spoleto il 1° luglio del 1990. Di imminente uscita presso Mondadori l'ultimo libro di poesie dal titolo I violini del diluvio nella collana del Nuovo Specchio. Toti Scialoja vive e lavora a Roma.
Presentazione di Felicia Bottino
- Toti, topi e topoi iconografici Paola Pallottino
- Scialoja, un solare Mr. Hyde Renato Barilli
- Il resto di Scialoja Andrea Mancini
- Nonsense, gioco o esorcismo Barbara Drudi
- La mia infanzia sono io a cura di Andrea Rauch
OPERE
- Amato topino caro
- Una vespa! che spavento
- La zanzara senza zeta
- Ghiro ghiro tondo
- Disegni inediti
SCIALOJA E I POETI
- Infanzia e nonsense, voglia dell'intangibile Toti Scialoja
- La stizza nella stanza Antonio Porta
- Versi del senso perso Giorgio Manganelli
- Per il verso giusto Giovanni Raboni
NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE
- Biografia
- Toti Scialoja: bibliografia essenziale
- Bibliografia sull'opera poetica
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Argomenti: Animali, Letteratura, Poesia, Illustrazione e Arte Grafica,