Lettere al Castoro e ad Altre Amiche 1926-1963
Titolo originale dell'opera: «Lettres au Castor et à quelques autres»
di Sartre Jean-Paul
Editore: Garzanti Editore
Informazioni: prima edizione, edizione scelta, presentata e annotata da Simone de Beauvoir , traduzione di Oreste del Buono, collana: Saggi Blu, in copertina: J.-P. Sartre e S. de Beauvoir in due caricature di D. Levine. - pp. 760, Milano
Stampato: 1985-06-01
Codice: 978881159985
Scrive Simone de Beauvoir nella presentazione al volume:
Durante la giovinezza, Pierre Guille, che fu per molto tempo amico di Sartre, si divertiva a dirgli: «I manuali di letteratura dei secoli futuri, amico mio, segnaleranno: Jean-Paul Sartre, ottimo scrittore di lettere, autore anche di qualche opera letteraria e filosofica». Nelle conversazioni che ebbe con me nell'estate del 1974, Sartre spiegò quel che le lettere rappresentavano per lui: «Era l'immediata trascrizione della vita... un lavoro spontaneo. In fondo io pensavo che si sarebbero potute pubblicare, quelle lettere... e magari sarebbero state pubblicate dopo la mia morte... Le mie lettere sono state insomma come una testimonianza sulla mia vita».
Nell'offrire al pubblico questa corrispondenza, dunque, non faccio che esaudire uno dei suoi desideri. Certo, sarebbe auspicabile che tutto il suo epistolario - che è immenso - venisse raccolto, ma per questo ci vorrà sicuramente molto tempo. Io ho preferito non aspettare a divulgare le lettere che mi sono state indirizzate - come pure alcune altre, ereditate o affidatemi dalle destinatarie.
Queste lettere, che coprono un periodo di circa quarant'anni - dal 1926 al 1963 - ci consegnano la vita ricca e complicata e il laboratorio febbrile di un uomo di straordinaria vitalità, di un letterato insofferente agli angusti confini della letteratura, di un filosofo che ha insegnato a più generazioni a pensare e a mettere in discussione la validità del pensiero di fronte all'urgenza della prassi. In esse Sartre rivela il suo intimo e insieme riflette su ciò che accade intorno a lui. Illuminanti o recisi, affettuosi o sferzanti sono i suoi giudizi: su Shakespeare e Kafka, Nizan e Gide, Malraux e Queneau, Heidegger e Merleau-Ponty, Caillois e Breton e, senza soluzione di continuità, sui gialli di Van Dine e il cinema americano, le canzonette, i giornali...
Il volume non è disponibile
Argomenti: Memorie, Pensiero, Età Moderna e Contemporanea, Letteratura,