Lo Stato della Chiesa nella Seconda Metà del Sec. XVI
Note e contributi
di Carocci Giampiero
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
Prezzo: € 16,00
Informazioni: prima edizione, premessa dell'autore. - pp. 196, Milano
Stampato: 1961-08-25
Codice: 500000004004
Che cosa furono Roma nella sua struttura economico—sociale e lo Stato della Chiesa nella sua concreta, quotidiana attività amministrativa cinquecentesca?
Rispondere alla domanda, come intende fare questo libro, significa contribuire a conoscere meglio, nella sua origine, uno degli elementi fondamentali - lo Stato della Chiesa - che stanno alla base della decadenza italiana nell'età moderna e ne hanno poi frenato la ripresa.
È vero però che, se lo Stato della Chiesa fu un unicum, radicalmente diverso nello spirito dallo stato creato dall'età moderna, mai forse questa diversità fu minore come nel Cinquecento. Ciò soprattutto per due motivi: le tendenze assolutistiche, tipiche dello stato, trovarono un singolare riscontro nelle analoghe tendenze del papato nei confronti dei vescovi e della gerarchia ecclesiastica; la Riforma cattolica e la sua attività in capite, mentre si esplicava sul piano morale e religioso, portava come conseguenza anche il bisogno di migliorare il funzionamento amministrativo della Curia e, di riflesso, dello Stato. C'è un nesso, assai suggestivo, tra riforma religiosa e riforma amministrativa.
Tuttavia queste tendenze ad un miglior funzionamento dello Stato vennero presto messe da parte man mano che l'animo innovatore della Riforma cattolica, mentre realizzava il suo programma, si cristallizzava e si istituzionalizzava nella Controriforma. Il fenomeno si affermò soprattutto a partire dalla fine del secolo. Esso coincise con l'arresto delle riforme amministrative e con l'affermarsi nella società romana, accanto all'assolutismo papale, di una nuova aristocrazia, composta dalle famiglie dei papi e dei maggiori prelati. Questa aristocrazia rappresentò, di fronte ai papi che passavano e che applicavano la loro autorità alle grandi questioni religiose e mondiali della Chiesa, la continuità nella direzione dello Stato. Si può concludere che la cosiddetta ripresa signorile ebbe, con caratteri del tutto particolari (perchè determinati dalla presenza della Curia), una sua piena affermazione nella società romana e, di conseguenza, nello Stato della Chiesa. La ripresa signorile coincise, attraverso la crisi di fine secolo, col passaggio dalla espansione cinquecentesca alla decadenza seicentesca dell'economia italiana.
Il volume è disponibile in copia unica
Argomenti: Storia della Chiesa,