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Miracolo della Rosa

Non sarò né marinaio, né esploratore, né gangster, né ballerino, né pugile.

di
Editore: Il Saggiatore
Informazioni: a cura di Alberto Capatti, introduzione e traduzione di Dario Gibelli. - pp. 384, Milano
Stampato: 2006-11-01
Codice: 978884280534

Una prima descrizione di "Miracolo della rosa" la dà Genet stesso, nel 1943, in una lettera al suo editore, scritta dal carcere della Santé: "Si tratta della merivigliosa avventura degli ultimi quarantacinque giorni di un condannato a morte. E poi, le mie memorie romanzate". Ambientato a Fontevreault, antica abbazia dei re di Francia degradata da Napoleone a carcere, la storia centrale di Arcamone, il condannato a morte, fiorisce con il vigore di un ciclo mitico abbracciando le storie dei compagni di pena di Genet e trasfigurandosi in leggenda di santi e poema cavalleresco. E l'universo carcerario, fortemente segnato dall'erotismo omosessuale, diventa figura paradossale di un ordine monastico con le sue regole crudeli.
Scritto in carcere nel 1943-44 sui fogli forniti ai detenuti per la confezione di sacchetti di carta, Miracolo della Rosa è ambientato nel penitenziario di Fontevrault durante l'inverno 1940-41, in piena occupazione tedesca, e alterna al resoconto della vita di prigionia del protagonista "Jean Genet" la rievocazione della colonia penale di Mettray, dove l'autore sedicenne era stato internato per furto, tessendo tra i due istituti una serie di analogie destinate a sottolinearne la continuità e a dare origine a una doppia fantasia: quella del colono adolescente ipnotizzato dalla celebre fortezza in cui sono rinchiusi i suoi predecessori - eroi o "santi" promessi all'adorazione, all'emulazione e al canto - e quella del detenuto adulto intento a rivivere nostalgicamente il paradiso perduto della propria infanzia. A Fontevrault, infatti, il protagonista ritrova altri reduci di Mettray: il giovane Bulkaen, oggetto di una passione febbrile, Divers, lo "sposo" dei suoi sedici anni, ma soprattutto Harcamone, il "fidanzato mistico" che, in attesa dell'esecuzione capitale, domina sul penitenziario manifestandosi in una serie di apparizioni miracolose. Autobiografia poetica e visionaria, il Miracolo trasfigura la materia sordida da cui trae origine e la sublima in leggenda. Inizialmente praticata per salvarsi dall'isolamento, la scrittura diviene così strumento di un'autentica invenzione di sé, capace di trasformare la vittima sociale in libera soggettività grazie a una lingua classica, sontuosa e solenne, ironicamente contestata, al proprio interno, dal gergo e dagli eccessi dell'immaginario erotico.

Jean Genet (1910-1986) è una delle figure più complesse e provocatorie della letteratura del Novecento.
Dopo un'infanzia di abbandono e miseria, i primi furti, la sua vita si è svolta fra la colonia penale a Mettray, la legione straniera in Siria e Marocco, i vagabondaggi omosessuali, il ritorno in Francia e di nuovo il carcere. Il Saggiatore ha già pubblicato i romanzi Notre-Dame-des-Fleurs, Pompe funebri, Querelle di Brest, Splendid's e Diario del ladro, tradotti dalle edizioni originali fuori commercio, oltre alla biografia Ladro di stile di Edmund White.

Il volume non è disponibile

Argomenti: Romanzo, Letteratura,

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