Danzare la Vita

«Il mio ultimo libro Danzare la vita è una riflessione sulla danza moderna in quanto simbolo dell'azione di vivere, e di vivere intensamente i conflitti, le angosce e le speranze del nostro tempo.
L'estetica non è mai stata per me un modo per prendere le distanze nei confronti della politica, anzi è tutto l'opposto...
Non vi è insegnamento più rivoluzionario, più sovversivo, di quello di insegnare agli uomini a comportarsi, nei confronti della realtà e di un dato ordine sociale, come si comporta un artista nei confronti dell'opera che ha creato.
Essere rivoluzionario significa affrontare il mondo dal punto di vista del creatore.
Per questo l'atteggiamento di un regime politico verso gli artisti e una delle pietre di paragone per giudicare il suo carattere rivoluzionario: e capace di accettare che il creatore eserciti la sua funzione critica, profetica, nei confronti dell'ordine stabilito?
L'azione rivoluzionaria e un impegno senza limiti: essa rinnega se stessa quando pretende di fissarsi in un ordine definitivo. Il suo peggior nemico è la sufficienza, l'appagamento di sé, che la porta al conservatorismo, con tutta la repressione che esso comporta.
Non è un puro caso che la teologia della festa dia oggi importanza alla danza... e che queste teologie siano tutte teologie politiche con lo scopo di preparare un mondo nuovo, un mondo socialista. Il mio libro Danzare la vita cerca di entrare in questa corrente. Esso per me costituisce il prolungamento della mia riflessione politica, L'alternativa dell'azione politica di tutta la mia vita» (Roger Garaudy).