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La Crisi delle Scienze Europee e la Fenomenologia Trascendentale

di
Editore: Il Saggiatore
Informazioni: avvertenza e prefazione di Enzo Paci, introduzione di Walter Biemel. - pp. XIII-558, Milano
Stampato: 1997-01-01
Codice: 978884280695

Nel corso degli anni trenta - gli anni che corrispondono all'affermazione del nazismo in Germania - Edmund Husserl avverte acutamente la crisi che l'Europa sta attraversando come una crisi globale di esistenza e di pensiero. Nelle tendenze irrazionalistiche, il filosofo tedesco vede il rovescio del cattivo razionalismo, del positivismo e del suo progetto di dominio tecnocratico, industriale e militare sulla natura: vale a dire di quell'alienazione scientifica che si è risolta in alienazione dell'uomo.
In questa sua ultima opera postuma, che costituisce un vero e proprio testamento della scuola fenomenologica, Husserl si sforza di individuare le origini spirituali di tale crisi delle scienze. Ne nasce un abbozzo storico-critico del pensiero filosofico e scientifico moderno a partire da Galileo. I tratti fondamentali di questo pensiero - «l'obiettivismo fisicalistico», la riduzione della ragione a «ratio» matematica, l'eliminazione della soggettività - vengono sottoposti a un'analisi rigorosa e confrontati con l'opposta tendenza del trascendentalismo filosofico e con i grandi temi del pensiero fenomenologico. Fin dall'inizio emerge la necessità di risalire al «mondo-della-vita», cioè a quella dimensione dimenticata dell'esperienza soggettiva che costituisce la nostra esistenza quotidiana, con i suoi orizzonti pratici e le sue credenze pre-scientifiche. Da queste pagine, inoltre, scaturisce l'esigenza di astenersi da ogni giudizio prima di codificare le forme della realtà. È proprio per questa tolleranza metodologica, forse, che il pensiero fenomenologico ha esteso la sua influenza anche al di là della filosofia: come scrive Enzo Paci nella prefazione, «la fenomenologia non è qualcosa che si aggiunge alle scienze o alle tecniche o alla letteratura o alla poesia. È, invece, ciò di cui attività pratica, letteratura, scienze e filosofia sentono in sé come una mancanza».
Ben lontano dal combattere la scienza in quanto tale, Husserl muove alla riscoperta del suo fine più profondo e del suo significato di verità, convinto che la ragione stia a indicare «ciò verso cui l'uomo, in quanto uomo, tende nel suo intimo, ciò che soltanto lo può pacificare, che può renderlo felice».

Edmund Husserl (1859-1938) è stato il fondatore della scuola fenomenolofgica. Fra le sue opere ricordiamo La filosofia dell'aritmetica (1891), Idee per una fenomenologia pura (1913) e Logica formale e trascendentale (1929). Nel catalogo del Saggiatore: L'idea della fenomenologia e i due volumi delle Ricerche logiche.

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