Fiabe Russe Proibite
di Afanasjev Aleksandr Nikolaevič
Editore: Edizione CDE
Prezzo: € 32,00
Informazioni: con un saggio introduttivo di Boris Andreevič Uspenskij e le «Note comparative» attribuite a Giuseppe Pitré, a cura e traduzione dal russo di Pia Pera. - pp. 322, Milano
Stampato: 1991-07-01
Codice: 500000003654
I russi «parlano di depravazione, di vizi immondi, di indecenze... Raccontano ogni sorta di fiabe sconce, e chi dice le parolacce peggiori e fa gli scherzi più sconvenienti, accompagnandoli con movimenti indecenti del corpo, viene considerato il migliore e il più gradevole dei compagni in società»: così scriveva il viaggiatore tedesco Adam Olearius nel '600. Questo aspetto della cultura popolare sarebbe andato perduto se Aleksandr Nikolaevič Afanasjev (1826-1871), lo studioso e folklorista a ragione considerato il Grimm russo, non avesse raccolto le 77 fiabe di questo volume. Non poté includerle negli otto volumi di Fiabe popolari pubblicati tra il 1855 e il 1863: la «ignobile e vile censura» aveva soppresso quanto era stato ritenuto offensivo della morale, anticlericale o erotico; «sanguinari pennini» avevano «lacerato e ferito» il manoscritto.
Afanasjev, dopo un viaggio a Londra nel 1860 e i contatti con esponenti dell'emigrazione russa, fra cui Herzen, trovò i canali che permisero poi di pubblicare a Ginevra, nel 1872, le Fiabe russe proibite. Entravano così a far parte della cultura scritta testi che, nella cultura orale, erano di dominio comune. Il grande Dostoevskij restò colpito da uno strano paradosso: «il nostro popolo non è dissoluto, ma addirittura molto casto, benché sia senza dubbio il popolo che dice più sconcezze al mondo; e su questo contrasto vale davvero la pena di riflettere almeno un poco». È quanto fa un illustre semiotico come Boris Uspenskij, nell'introduzione a questo volume: nelle «fiabe proibite» si avverte la forte presenza di riti pagani, che sopravvivono nella Russia ortodossa, alimentando la dialettica tra sacro e profano che è tipica della cultura popolare russa. Non a caso il racconto delle fiabe era di prammatica ogni volta che le circostanze prevedevano un rovesciamento della norma, come durante i giochi di Natale e di Carnevale, le feste nuziali e le veglie funebri. Questi materiali non hanno mancato di suscitare l'interesse dei folkloristi europei. Lo testimoniano anche le note alla traduzione francese, ospitate in questo volume e attribuite al grande studioso siciliano Giuseppe Pitrè.
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Argomenti: Fiabe, Cultura Popolare, Folklore, Russia,