Giulio Cesare

Uomo di armi, di Stato e di lettere, divinum ingenium secondo il giudizio di Tacito, Caio Giulio Cesare ha sempre attratto storici e biografi, che con diversi interessi e anche con diversi intenti hanno cercato di ricostruirne la figura umana e l’azione storica e politica. Certo, dalla biografia del pettegolo e aneddotico Svetonio alle ricostruzioni documentatissime e interpretative di Mommsen e di E. Meyer, molto è stato scritto per mettere a fuoco la personalità giuridica del personaggio cui lo stesso Mommsen, detrattore dello spirito romano, riconosceva il merito di essere «l’unico genio creatore che Roma abbia prodotto». Ma tutte le opere dedicate a Cesare hanno avuto, quali più quali meno, il torto di privilegiare un aspetto della sua personalità e hanno così finito con lo studiare o soltanto il politico o soltanto lo stratega o soltanto il letterato, senza dire di quegli storici che sono caduti nell’agiografia o, con la stessa facilità, nella demistificazione preconcetta.
Del tutto nuovo, almeno in questo senso, è invece l’atteggiamento di Jérôme Carcopino, uno dei più autorevoli storici della romanità. Carcopino, infatti, ha ricostruito in questo libro la storia politica, sociale, culturale del sec. I a.C. in un affresco ammirevole per la sua vastità e compiutezza. E all’interno di questo affresco ha narrato e analizzato in tutte le sue sfaccettature la multiforme personalità di Cesare, stratega, politico, intellettuale, senza più le rigide distinzioni di un tempo.
È merito particolare dello storico francese di avere sposato la serietà scientifica con una straordinaria felicità narrativa, che trasforma questa biografia in un appassionante romanzo storico in cui accanto al protagonista si muove un ventaglio di celebri personaggi, da Sertorio a Catilina, da Cicerone a Pompeo, da Catone a Grasso, per non citare ,che i comprimari.

Jérôme Carcopino nacque nel 1881 a Verneuil-sur-Avre, in Normandia. Nel 1920 entrò alla Sorbona insegnando storia romana, dal 1937 diresse la Scuola archeologica francese di Roma finché, nel 1940, fu chiamato alla direzione dell’École Normale Supérieure. Nel 1955 fu eletto all’Académie Francaise. Morì nel 1970.
È autore di numerosi saggi e studi sulla storia e sulla vita della Repubblica e dell’Impero romani, fra i quali Autour des Gracques (1923); La vie quotidienne & Rome à l’apogée de l’Empire (1931; trad. it.: La vita quotidiana a Roma all’apogeo dell’Impero, Laterza, Bari, ed. 3, 1973); Sylla ou la monarchie manquée (1931); Aspects mystiques de la Rome païenne (1943); Les secrets de la eorrespondance de Cicéron (1947).