Manuale dei Luoghi Fantastici

Steso subdolamente in forma di guida, questo libro è in realtà un Bedecker ingannevole, teso più che a orientare a far smarrire il lettore fra le selve, i miraggi e i labirinti della geografia immaginaria, qui sistematizzata in ordine alfabetico e notomizzata solo per aumentare la confusione e lo straniamento. Sfilano fianco a fianco, in questo imponente inventario delle contrade inventate da scrittori di tutti i tempo e di tutte le letterature, isole edeniche e incubi vampirici, noiose perfezioni utopiche e brillanti escogitazioni scientifiche; da Swift a Unamuno, da Plinio a Roussel, dai mammut della Grande Euskaria, da cui i baschi appresero la loro lingua, a London-on-Thames, villaggio africano governato da un gorilla di nome Enrico VIII.

"Nella Biblioteca del Superfluo, che vorrei trovasse sempre posto nei nostri scaffali, mi sembra che un 'Dizionario dei luoghi immaginari' sia un'opera di cui non si poteva fare a meno". (Italo Calvino - La Repubblica)