Religioni Orientali e Pensiero Occidentale
di Radhakrishnan Sarvepalli
Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani
Informazioni: traduzione dall'inglese di Maria Lucioni, fotografie di Mario Andi. - pp. 382, 48 fotografie b/n, Milano
Stampato: 1966-03-15
Codice: 500000001901
L'Autore di questo libro è, dal 1951, il presidente della Repubblica Indiana. Quando, nel 1965, Paolo VI si recò in India, Radhakrishnan gli diede il benvenuto a nome del suo paese, e disse che "il popolo di ogni religione appartiene a un'unica famiglia di Dio". Queste parole rappresentano bene l'idea animatrice del libro, e, piu in generale, lo spirito indiano nella sua manifestazione piu elevata.
Il patrimonio filosofico e religioso dell'Occidente e quello dell'Oriente si sono sviluppati attraverso i millenni in un reciproco isolamento, non certo assoluto, ma tale tuttavia da imprimere un carattere molto diverso e peculiare all'uomo europeo e all'uomo indiano. Questa diversità è apparsa, sotto molti punti di vista, una vera opposizione, che ha spesso generato incomprensioni profonde e giudizi ingiusti dalle due parti. Ma nel mondo contemporaneo, che ha conosciuto mali terribili e lacerazioni materiali e spirituali di ogni genere, gli elementi comuni alle due spiritualità, quella occidentale (che si potrebbe definire anche come ellenico-cristiana) e quella indiana (buddista e indú), sono molto più facilmente individuabili e rappresentano qualcosa di molto importante per tutti. Metterlo in evidenza è un compito che in certo senso si collega allo spirito ecumenico così vivo oggi in tutte le Chiese cristiane e così vigorosamente affermato anche dal Concilio Vaticano II. Perciò il libro di Radhakrishnan, che raccoglie le lezioni da lui tenute all'Università di Oxford nel 1936-38 come professore di etica e religioni orientali, rappresenta nello stesso tempo una anticipazione e una nobile realizzazione dello spirito di unità che anima tutti i grandi ideali contemporanei, ed è il frutto di una lunga meditazione sui problemi religiosi, che l'Autore conosce a fondo nelle loro fonti e nella loro storia. Persuaso che la radice della crisi in cui si dibatte l'uomo moderno stia nella sua mancanza di fede, egli si propone "una mobilitazione generale della saggezza del mondo"; poiché, se gli uomini credenti in Dio e nella giustizia hanno elevato barriere religiose e ideologiche fra loro, nelle grandi religioni d'Oriente e d'Occidente ci sono elementi comuni bastanti ad abbattere tali barriere.
Il confronto che Radhakrishnan sviluppa tra le religioni indiane e il pensiero occidentale non vuole quindi essere un giudizio, una controversia in più, una difesa di parte, ma invece uno sforzo di accostamento e di intesa. Ciò gli è particolarmente congeniale, per la sua vastissima cultura che spazia dagli antichi greci ai teologi cristiani del medioevo, dai testi sanscriti ai pensatori moderni; e anche per la peculiare disposizione indiana alla conciliazione, a una tolleranza ideologica che talvolta può apparirci addirittura come eclettismo. Non tutte le asserzioni dell'Autore ci troveranno consenzienti: alcune volte il suo sforzo generoso lo induce a storicizzare razionalisticamente o anche sacrificare elementi in realtà basilari delle dottrine prese in esame, o a cercare l'accordo in un latitudinarismo che l'abito logico occidentale non sarà disposto a riconoscere. La via percorsa dall'Autore resta comunque valida ed esemplare, soprattutto come metodo dell'intelligenza e come uso della cultura, e mostra la possibilità di una "coesistenza pacifica" senza la quale la cultura stessa non produce civiltà.
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