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Dentro il Muro – L’Allucinante Viaggio di una Donna nel Mondo dei “Nidi del Cuculo”

Dentro il Muro – L’Allucinante Viaggio di una Donna nel Mondo dei “Nidi del Cuculo”

Titolo originale: Faces in the Water

Autore/i: Frame Janet

Editore: Interno Giallo Editore

traduzione Lidia Perria, collana: IperFiction – I Libri di Janet Frame – Collezione diretta da Laura Grimaldi e Marco Tropea, in copertina: Gianfranco Ferroni, Lettino, 1985.

pp. 216, Milano

… L’evocazione che Janet Frame fa della follia è indimenticabile… Dentro il muro è geniale anche per la descrizione di ciò che accade nella mente dei degenti negli ospedali psichiatrici… (Time)

Ha vent’anni, Istina Mavet, un’insegnante neozelandese proveniente da una famiglia modesta, sente aprirsi fra sé e gli altri un distacco che aumenta sempre più, come se il resto del mondo si allontanasse dal blocco di ghiaccio galleggiante sul quale ha la sensazione di trovarsi, sola, in balia di venti gelidi. Con genitori e medici più attenti, il male di Istina sarebbe facilmente identificabile come crisi depressiva e potrebbe essere curato di conseguenza. Invece per la ragazza è l’inizio di un lungo itinerario di alienazione e di sofferenza che si snoda nell’arco di nove anni. Cliffhaven e Treecroft, i due ospedali psichiatrici in cui Istina viene ricoverata a più riprese, sono le tappe fondamentali di un viaggio all’interno della follia, ma sono anche due microcosmi affollati di un’umanità tormentata eppure vitale, animata da sentimenti e speranze tanto più vivi perché repressi. La descrizione dell’esistenza all’interno di queste comunità e dei metodi di volta in volta paternalistici o sadici usati per “tagliare e cucire” la mente dei pazienti allo scopo di adattarla alla realtà esterna, si anima di ritratti a tutto tondo, di intrecci romanzeschi, di meschinità e di slanci. E proprio in nome di questa umanità, Istina, finalmente dimessa dopo nove anni, si rifiuta di dimenticare ciò che ha visto e vissuto, e sente anzi di doverne rendere testimonianza. Definire questo libro semplicemente romanzo sarebbe come costringerlo dentro una camicia di forza: diario poetico (sorprendentemente venato d’ironia), affonda le sue radici nello scarto fra dicibile e indicibile, fra la cruda concretezza dell’elettrochoc e l’inafferabile ambiguità della follia, dei suoi processi di associazione alogica, della sua pirotecnica ricchezza d’immagini. Solo chi ha vissuto in prima persona gli avvenimenti raccontati in Dentro il muro poteva scrivere un libro così.

Janet Frame è nata a Dunedin, Nuova Zelanda, nel 1924 e deceduta a Dunedin nel 2004. Ha pubblicato dieci romanzi e quattro raccolte di racconti, e nei paesi di lingua anglosassone era considerata “una delle più alte espressioni lellerarie”.

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Argomenti: Letteratura, Racconti,

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