Cronaca Turca ovvero Memorie di un Giannizzero
Konstantin, giovane serbo, rapito e arruolato a forza tra i giannizzeri, racconta, l’assedio e la caduta di Costantinopoli nel 1453.
Autore/i: Michailović di Ostrovica Konstantin
Editore: Sellerio Editore
prima edizione, a cura di Alda Giambelluca Kossova, introduzione di Alda Giambelluca Kossova, note di Marco Clementi, traduzione di Angiolo Danti, titolo originale: Kronika Turecka, collana: La Nuova Diagonale n° 39.
pp. 184, Palermo
Kostantin di Ostrovica venne rapito dai Turchi intorno ai vent’anni e arruolato a forza tra i giannizzeri. Potè così assistere da testimone e protagonista a tutte le imprese che sotto Maometto II (1429-1481) portarono gli Ottomani a risalire come conquistatori i Balcani. Le sue memorie, particolarmente, documentano del clima di clamore e di sorpresa dei contemporanei intorno a due elementi di quell’impresa: la repentina caduta di Costantinopoli nel 1453, e l’emergere della figura leggendaria del giovane conquistatore, Maometto II, che incarnava agli occhi dell’Occidente l’efficenza irresistibile di un nuovo dispotismo statuale. “Da Costantino il Grande voluta – scrive la curatrice delle memorie di un giannizzero, qui nella traduzione del celebre filologo slavista Angiolo Danti – Costantinopoli, Nuova Roma o Roma seconda, cinta da assedio da Maometto II il 5 aprile del 1453 capitolava, dopo disperata difesa, il 29 maggio. Fra lo sgomento generale e la dilagante incredulità, ingenerati dalla notizia del crollo, rapida si insinuò l’idealizzazione del giovane conquistatore, alimentata anche dalla vasta fioritura di leggende popolari. L’eco delle doti di Maometto II non mancò di impegnare anche diverse menti illustri dell’Europa colta del Cinquecento. “Tutta gente, chiosava danti, che scriveva per convincere re ed imperatori cristiani a far la guerra “contro il Turco”, come si diceva allora, ma che d’altra parte e per certi aspetti, non poteva non lodare l’organizzazione dello stato turco”.
Konstantyn z Ostrowicy, o Konstantin di Ostrovica, poco più che ventenne fu rapito dai Turchi alla natia Serbia per essere arruolato nel corpo dei giannizzeri. Visse esperienze terrificanti, per lui, ed affascinanti soprattutto per chi oggi possa godere la lettura delle sue memorie, che la tradizione di lingua ceca tramanda sotto il nome di Kronika Turecka (Cronaca Turca), mentre quella di lingua polacca col più fortunato titolo di Pamietniki Janczara, ovvero memorie di un giannizzero. Nato, si calcola, intorno al 1430, conobbe il vero battesimo dell’uomo d’arme sotto le mura di Costantinopoli. Apparteneva al contingente di mille e cinquecento cavalieri, inviati dal despota serbo Giorgio Brankovic, vassallo dell’imperatore ottomano, a Maometto II che ne aveva inoltrata richiesta per muovere contro Qaraman. Utilizzò, invece, quelle forze per espugnare la capitale bizantina.
Introduzione
Premessa
- I. Sulla varietà dei pagani e su Alì, aiutante di Maometto
- II. Su Maometto e su Alì, suo aiutante
- III. Sulle loro funzioni religiose e sui loro templi
- IV. Su una seconda chiesa, “Jemarach”
- V. Sulla seconda predica, o “Tefsir” e su Maometto
- VI. Sulle loro riunioni pagane
- VII. Come i Turchi chiamano gli angeli, i profeti, il paradiso, l’inferno
- VIII. Sulla giustizia turca
- IX. Gli antenati dell’imperatore turco
- X. Sul regno di Mustafà, figlio di Otman
- XI. Aladino, figlio di Mustafà
- XII. Murad, figlio di Aladino
- XIII. Di Sultano, figlio di Murad
- XIV. Sull’imperatore greco e su Murad, figlio di Sultano
- XV. Come Dio ci punì per i nostri peccati, ovvero cosa accadde presso i Serbi o Rack
- XVI. Cosa accadde nel regno serbo ovverro Raöko
- XVII. Ciò che accadde a Stefan, primo despota serbo
- XVIII. Sul Gran Khan e il suo stato e sugli imperatori romani
- XIX. Sul Gran Khan e su Murad, figlio di Bayazid
- XX. Sulla signoria dell’imperatore Murad e sulla sua fortuna
- XXI. Come il re Vladislav marciò col despota contro Murad
- XXII. Sull’imperatore Murad, quanto gli accadde in seguito
- XXIII. Sul re Vladislav e su quanto gli accadde poi con i Turchi
- XXIV. Come Jankul voivoda, dopo tre anni, si volse contro i Turchi
- XXV. Sul regno dell’imperatore Maometto, figlio di Murad
- XXVI. Come l’imperatore Maometto ingannò l’imperatore greco
- XXVII. Come Maometto ingannò il despota riguardo alla tregua
- XXVIII. Quello che accadde ovvero subì (il despota), dal governatore Jankul
- XXIX. In che modo l’imperatore Maometto conquistò Belgrado
- XXX. In che modo Maometto inganno Dimitri, il despota della Morea, ovvero dell’Achaia, riguardo alla tregua
- XXXI. Come egli (Maometto) mosse contro l’imperatore del Trebisonda al di là del mare
- XXXII. Come Uzun Hasan sfuggì a Maometto attraverso l’Eufrate
- XXXIII. Sul Voivoda Valacco signore della Bassa Moldavia
- XXXIV. Sulla tregua con il re bosniaco
- XXXV. Come un anno dopo Maometto marciò in Bosnia
- XXXVI. Sulla quantità del tesoro imperiale, come l’imperatore ordino di contarlo
- XXXVII. Come questi due fratelli litigarono fra di loro dopo la morte del padre
- XXXVIII. Sull’organizzazione che c’è nella terra turca
- XXXIX. Sull’organizzazione della corte imperiale
- XL. Sul combattimento e sull’ordine di battaglia
- XLI. Come deve essere una spedizione contro i Turchi e quale l’organizzazione
- XLII. Sui razziatori turchi che si chiamano “Akinci”
- XLIII. Sui “Serahori”, cioè mercenari
- XLIV. Sui “Martolosi” e i suoi “Voynuki”
- XLV. Sull’organizzazione dell’assalto turco
- XLVI. Sui Cristiani che sono sotto i Turchi
- XLVII. Sull’espansione dei Turchi
- XLVIII. Come l’imperatore si mostra a corte ai suoi cortigiani
- XLIX. Sull’unità del re polacco e ungherese
Note
Biografia
Indice dei nomi
Argomenti: Medio Oriente, Memorie, Storie di Vita,