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Cristoforo Colombo

Cristoforo Colombo

Titolo originale: Christopher Columbus

Autore/i: de Madariaga Salvador

Editore: Edizioni Corbaccio

prologo dell’autore, traduzione dall’inglese di Cesarina Angeletti.

pp. 508, nn. illustrazioni b/n, nn. tavole b/n f.t. ed 1 tavola ripiegata, Milano

La vita di Colombo è segnata da una lunga serie di contraddizioni, reticenze e punti interrogativi. Veniva da Genova, ma non amava parlare delle sue origini regionali. Era italiano, ma le lettere che egli indirizzò al suoi connazionali furono scritte in spagnolo. Era devotamente cristiano, ma prediligeva la compagnia degli ebrei e dei mori. E ancora: quando parlava castigliano aveva un accento portoghese, quando scriveva latino commetteva errori spagnoli, non italiani. È questo, ancor più della scoperta, il tema centrale della grande biografia di Colombo che Salvador de Madariaga ha scritto alla vigilia della seconda guerra mondiale. Con un metodo che ricorda certe indagini “poliziesche” della più recente storiografia e con straordinario brio letterario il grande saggista spagnolo avanza attraverso gli ostacoli che Colombo ha disseminato sul cammino della propria vita e trova finalmente l’unica risposta, a suo dire, convincente. Colombo era certamente genovese, ma apparteneva a una famiglia di ebrei catalani che era fuggita dalla Spagna durante le grandi persecuzioni antisemite alla fine del secolo precedente. Parlava spagnolo e commetteva, scrivendo latino, errori spagnoli perché quella era la lingua a cui i nonni e i genitori erano rimasti fedeli negli anni dell’esilio. Era convertito al cristianesimo e credente devoto, ma conservava nel carattere, nella cultura, nelle predilezioni storiche e letterarie, molte tracce della tradizione giudaica. Era reticente e guardingo perché gli anni durante i quali egli cercò di conquistare amici alla sua grande causa furono quelli in cui andava crescendo in Spagna il movimento nazional-religioso da cui scaturì l’editto reale del 31 marzo 1492; il drammatico documento che impose agli ebrei spagnoli, come crudele alternativa, la conversione o l’esilio. Poche tesi storiche sono state approvale o contestate con il calore che accolse, fin dalla sua prima pubblicazione, la grande biografia di Salvador de Madariaga. È giusto rilevare che nessun nuovo documento da allora ha permesso di confermare le supposizioni e le intuizioni dell’autore. Ma egli ebbe il grande merito di fondere in una stessa storia i due grandi avvenimenti del 1492: la scoperta dell’America e la cacciata degli ebrei spagnoli. Mentre Colombo avanza verso Palos per allestire le tre caravelle con cui attraverserà l’Atlantico, gli ebrei si trascinano sulle strade della Spagna portando con sé tutto ciò che rimane dei loro beni. Mentre i marinai di Colombo (fra cui molti “conversos”) salgono sulle caravelle il 2 agosto 1492 e si apprestano a levare le ancore per il giorno seguente, scade l’ultimatum che l’editto reale ha imposto a coloro che hanno rifiutato la conversione. Mentre Colombo esce dal porto di Palos migliaia di ebrei navigano verso il Portogallo, l’Italia, la Francia, le coste dell’Africa settentrionale, il Levante. Una grande tragedia e una grande impresa si snodano in parallelo lungo le pagine di questa biografia. Le unisce il destino di un uomo che assume soprattutto nell’ultima parte del libro la statura di un grande eroe shakespeariano. È Lear quando lascia al mondo un impero di cui nessuno gli è grato. E Shylock quando la sorte, la malizia umana, forse il suo stesso carattere lo privano crudelmente della ricchezza e degli onori che erano per lui un segno tangibile di successo e di promozione sociale. (Sergio Romano)

Salvador de Madariaga (1886-1978) non fu soltanto uno dei più brillanti e intelligenti saggisti spagnoli del secolo. Professore a Oxford dal 1928 al 1931, divenne, dopo l’avvento della repubblica spagnola, ambasciatore a Washington e successivamente delegato alla Società della Nazioni. Fedele alle sue convinzioni liberali lasciò la Spagna dopo la vittoria del franchismo e ritornò in Inghilterra. Fra i suoi Studi storici, sono da ricordare, insieme alle biografie di Bolivar e Cortès, due grandi libri sull’ascesa e sul declino dell’impero spagnolo nelle Americhe.

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