Così la Neve al Sol si Disigilla – Esperienze di Cristo sulla Via Zen
Titolo originale: Schneeflocken fallen in die Sonne
Autore/i: Kopp Johannes
Editore: Edizioni Appunti di Viaggio
presentazione e introduzione dell’autore, traduzione dal tedesco di Teseo Tavernese.
pp. 340-XI, nn. fotografie b/n, Roma
La contemplazione zen, così come da anni viene vissuta da Johannes Kopp, e che egli ha reso a molti familiare, è una via che conduce a una percezione onnicomprensiva e ad un’esperienza di profondità insondabile. Quando dico che la contemplazione zen viene vissuta, voglio intendere non soltanto che ci si dedica ad essa durante il tempo dell’esercizio vero e proprio, bensì che, dalla profondità in essa sperimentata, vengono compenetrati in modo salvifico tutti gli aspetti della vita di colui che vi si affida. Percorrere questa via conduce a ciò su cui in ultima analisi poggia il proprio Essere, la qualità di ogni rapporto ed anche di ogni religione. Essa consente di raggiungere quel fondo unitario su cui tutto si fonda. Per noi cristiani è colui che balbettando chiamiamo unico Dio, il cui Figlio «si fece carne» (1 Gv 4,2) e da cui emana lo Spirito donatore di vita.
Così la neve al sol si disigilla è la testimonianza appassionata e accuratissima di come la pratica della contemplazione zen possa condurre l’uomo e il cristiano alla comprensione profonda e alle realizzazione del Cristo. In questo senso il libro è anche una oculata ed amorosa risposta punto per punto ai dubbi e alle perplessità dei credenti cristiani.
Questo libro inoltre è un manuale minuzioso per la pratica della contemplazione zen, in cui la descrizione di ogni possibile reazione fisica e psichica nel corso del cammino contemplativo è frutto di anni di studio dell’autore su se stesso e sui suoi allievi.
Padre Johannes Kopp legittimato da Yamada Roshi all’insegnamento dello zen con il nome di Ho-un-Ken (Nuvola del Dharma) viene considerato oggi in Germania un’autorità nel campo della Mistica e dell’Esperienza di Dio. Egli è stato discepolo diretto di H. E. M. Lassalle, oltre che di Roshi Koun Yamada nonchè di Karlfried Durkheim, ed è uno dei rari testimoni ancora viventi della prima fase del’incontro e dell’integrazione tra Buddhismo zen e Cristianesimo.
Presentazione
Introduzione
A. IL CONTESTO
I. Un incontro con padre Hugo Enomiya Makibi Lassalle missionario in Giappone, e le sue conseguenze
1. Nella caverna dell’oscurità divina
2. … «allora diverrà un prete migliore»
3. Realizzare Gesù Cristo
II. Si dice che siano due
1. Perché i cristiani vengono allo zen?
2. Dalla fascinazione
3. Nella fascinazione
4. Con Buddha in Cristo
III. Il koan
1. «Ma è proprio indispensabile?»
2. Il viso di Padre Lassalle
3. Non basta
IV. Il mio koan è Gesù Cristo
1. Sentire lo spazio
2. Questo è il mio corpo
3. Sempre lo stesso – Antimortina
V. Questo koan è un koan
1. Croce e koan
2. Assoluto senza assolutizzare
3. Al suono dei sutra
4. Un nome senza nome
5. Il nome resta anonimo
VI. Questo koan non è un koan
1. Il dito
2. Intensità
3. Totalità
4. Sempiternità
5. Personale – non personale
6. Un confronto azzardato
7. Due modi di credere
VII. Il puro zen
1. Premesse nella tradizione buddhista
2. Premesse nella tradizione cristiana
3. La realizzazione del Nulla e la qualità numinosa
VIII. L’attuale richiamo alla comprensione originaria del Cristo-Tutto-Nulla
1. Il dato neotestamentario
2. L’esperienza mistica
3. L’esigenza della nuova consapevolezza
B. LA PRATICA – CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA POSTURA FONDAMENTALE
I. La postura esteriore
1. Innalzarsi nel proprio corpo
a) Fondo
b) Forma
c) Vita
2. Stare seduti significa avere compassione
3. Sentirsi
4. Dolore che guarisce – dolore che mette in guardia
II. La postura interiore
1. Requisiti essenziali
2. La pratica della postura interiore
3. Abbandonare i propri pensieri
4. Chiedere a se stessi smisuratamente
5. Lasciarsi aiutare smisuratamente
a) Nel respiro
b) Nel contatto e nella percezione fisica
c) Nella situazione concreta
6. Quale stato di salute è necessario per la via della contemplazione-zen?
III. La disposizione all’esperienza religiosa
1. Più che mai
2. Il proprio contributo
3. Fonte di incalcolabile energia
4. Progressiva involuzione
5. Impiego e limiti del proprio fare
6. Vocazione dei cristiani sulla via zen
7. Cultura del niente-di-speciale
C. LA PRATICA – POSTURA FONDAMENTALE IN CONCRETO
I. I differenti modi di stare seduti nella postura oggettivamente e soggettivamente migliore
1. Sulla sedia
2. Sul panchetto
3. Sul cuscino
a) Loto completo
b) Posizione burmese
c) Un quarto di loto
d) Semiloto
II. Per ogni modo di sedere
1. La miglior postura in concreto
2. Il dettaglio nella totalità
3. Triplice concretezza
a) Fondamento
Peso del corpo zero
Elevarsi nel fondamento
Un’offerta terapeutica
I piedi quali organi del fondamento
b) Darsi la forma
Postura delle mani
Con gli occhi aperti
Le orecchie ingrandiscono
La bocca
c) Vivificarsi
Una parola chiave della Tradizione zen: shikantaza
Tre volte lo stesso
Nulla-tutto-infinito
III. Quiete nel movimento – kinhin
D. CONSIDERAZIONI AGGIUNTIVE ALLA POSTURA FONDAMENTALE
I. La triplice grazia sulla via della pratica
II. Preghiera e preghiere nella contemplazione zen
1. Parola e silenzio
2. Preghiera e silenzio – Tu e non Tu
3. La preghiera fondamentale
4. Inchini
5. Divenire preghiera
III. Senso dell’umorismo e pratica del gettar via
1. Mai soltanto questo
2. Umorismo
3. La pratica del gettar via
4. Cosa getto via – cosa non getto via?
5. Due pesi e due misure
IV. Sesshin senza fine
1. Restare nella commozione
2. Il luogo giusto
3. Duplice esercizio
4. Qualsiasi situazione è accettabile
5. Numeratore e denominatore
6. Un nome dall’infinita forza d’integrazione
7. L’atteggiamento fondamentale della riverenza
8. Sempre avanti – I tre aspetti nella sesshin senza fine
a) In
b) Per
Simmetricità
L’aspetto sociale nella sesshin senza fine
Corrispondenza con l’energia atomica
c) Oggi
V. Una risposta inattesa
Note
Argomenti: Buddhismo Zen, Cristianesimo, Meditazione,