Confessioni di una Maschera
Romanzo
Autore/i: Mishima Yukio
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
traduzione dall’inglese di Marcella Bonsanti, in copertina: fotografia di Hideki Fujii.
pp. 224, Milano
Un giovane cui “difetta in via assoluta qualsiasi forma di voglia carnale per l’altro sesso” deve imparare a vivere celando la propria autentica identità. In pagine in cui risultano indissolubilmente commisti sessualità e candore, esultanza e disperazione, il protagonista di questo romanzo, un classico della letteratura giapponese moderna, confessa le proprie esperienze cruciali attraverso le quali è giunto a conoscere se stesso: dalla “adorazione indicibile” per un paio di calzoni all’elaborazione di fantasie sadomasochistiche, dall’identificazione con personaggi femminili celebri alle sconcertanti interpretazioni di fiabe e motivi iconografici occidentali… L’accettazione di se stesso come uomo diverso dagli altri uomini non si attua senza una lotta, tanto strenua quanto vana, per conquistare la normalità: simula vizi immaginari per far passare inosservate le proprie vere inclinazioni, si autocostringe a Corteggiare giovinette per chiarire sino a qual punto la donna possa offrire piaceri reali, corregge con zelo manifestazioni di rischiosa passionalità…
Ma “le emozioni non hanno simpatia per l’ordine fisso” e i suoi sentimenti reali rimangono, tenaci, quelli nascosti dalla maschera della correttezza ufficiale.
Yukio Mishima (pseudonimo di Kimitake Hiroaka) nacque a Tokio nel 1925.
Laureatosi in giurisprudenza nel 1947 all’Università imperiale di Tokio, si dedicò poi completamente alla letteratura; da allora scrisse numerosi romanzi, più di cinquanta racconti e alcuni atti unici per il teatro. Fra i suoi romanzi di maggior successo i lettori italiani ricorderanno II Padiglione d’oro, Dopo il banchetto e La voce delle onde (pubblicati da Feltrinelli, l’ultimo in questa stessa collana), nei quali vengono drammaticamente giustapposti punti di vista e aspirazioni del vecchio e del nuovo Giappone.
Nel novembre del 1970 Mishima, allora quarantacinquenne e universalmente considerato uno dei più geniali scrittori della sua generazione, si uccise seguendo l’antico cerimoniale del seppuku (o, più popolarmente, harakiri) praticato dai samurai, ovvero si sventrò e poi si fece decapitare da un fedele amico. Ciò avvenne nella sede dello Stato maggiore dell’esercito giapponese; prima di uccidersi, Mishima aveva arringato i militanti di un minuscolo esercito privato che aveva costituito nell’intento di restituire – di contro alla nuova Costituzione del Giappone – autorità assoluta all’imperatore. in Confessioni di una maschera si trova il seguente brano: “Ancora non capivo perché tra le tante fiabe di Andersen, solo quella che s’intitola L’alto e la rosa mi coprisse il cuore d’ombre profonde, solo quel bel giovinetto che, mentre bacia la rosa datagli in pegno d’amore dalla fidanzata, e trafitto a morte da un figuro armato di coltellaccio.” Questo passo proietta retrospettivamente una luce singolare e rivelatrice sulla fine di Mishima e sull’interdipendenza in lui di morte ed erotismo.
Argomenti: Letteratura, Letteratura Giapponese, Letteratura Orientale, Romanzo,