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Confessioni di un Eretico High-Tech • Perché i Computer nelle Scuole non Servono

Confessioni di un Eretico High-Tech • Perché i Computer nelle Scuole non Servono

Titolo originale: High-Tech Heretic

Autore/i: Stoll Clifford

Editore: Garzanti Editore

introduzione dell’autore, postfazione di Raffaele Simone, traduzione dall’inglese di Andrea Antonini.

pp. 188, Milano

Riviste, giornali, libri, convegni annunciano al mondo intero che le nuove tecnologie risolveranno i drammatici problemi della scuola. La parola d’ordine di questa rivoluzione pedagogica è: «Un computer su ogni banco». Il miracolo è garantito, gli studenti devono imparare a vivere in un mondo fatto più di bit che di cose. Clifford Stoll nutre qualche dubbio e si diverte a demolire diversi luoghi comuni. A un buon insegnante non servono mouse ed e-mail: sono più importanti il contatto umano con lo studente, il rapporto costante con la classe, condividere un’esperienza e un percorso comuni, immersi nella stessa realtà. La scuola, e quindi il futuro della società, sono troppo importanti per essere affidate ai fanatici delle neo-tecnologie, ai fabbricanti di computer e di software, ai loro esperti di marketing.

Clifford Stoll (1951) è professore di astronomia all’Università di Berkeley. È stato anche uno dei pionieri di Internet ed è ora uno dei commentatori più autorevoli sullo sviluppo della rete. Bill Gates l’ha definito «l’avvocato del diavolo» di Internet.
È autore di The Cuckoo’s Egg e Miracoli virtuali (Garzanti 1997). Vive con la sua famiglia non lontano da San Francisco.

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