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Cochise

Cochise

Apache Chiricahua

Autore/i: Sweeney Edwin R.

Editore: U. Mursia Editore

introduzione dell’autore, traduzione dall’americano di Fulvio Bernardinis.

pp. 480, 1 cartina b/n, Milano

«… una biografia essenziale che sarà una fonte importante per tutti coloro che vorranno scrivere ancora su Cochise.».

Quando presero possesso dell’Arizona e del New Mexico, gli Stati Uniti ereditarono il territorio di un popolo che era stato una spina nel fianco per il Messico sin dal 1821 e ancora prima per la Spagna. Gli indiani di quel territorio, conosciuti collettivamente come Apache, vivevano in gruppi sparsi e con varie denominazioni: Mescaleros, Chiricahua, Jicarilla… Molto è già stato scritto su di loro e sui loro capi, ma nessuno ha mai raccontato in modo approfondito la vita del loro capo più grande: Cochise. Ora però Edwin R. Sweeney ha colmato questa lacuna con una completa biografia.
Cochise, un Chiricahua, era definito il più abile, il più brutale e il più temuto degli Apache: con i suoi guerrieri faceva razzie sia in Messico, sia negli Stati Uniti. Una volta sola venne catturato e imprigionato e quando fu liberato giurò che non sarebbe mai più stato preso.
Nel 1861, quando suo fratello fu impiccato dagli americani ad Apache Pass, Cochise dichiarò guerra. Combatté strenuamente per dieci anni, e solo quando fu davanti a forze militari soverchianti accettò la pace e la riserva. Da allora, sebbene venisse incolpato praticamente di ogni razzia che veniva compiuta in Arizona e in New Mexico, mantenne fedelmente la sua parola e la pace fino alla morte, nel 1874.

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