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Cielo e Terra

Cielo e Terra

Saggi danteschi

Autore/i: Tartaro Achille

Editore: Edizioni Studium

introduzione dell’autore.

pp. 192, Roma

L’obbligo di una lettura della Commedia in grado di coglierne le modifiche intervenute col passare degli anni costituisce uno dei punti fermi di questo libro. Al quale si aggiunge l’attenzione alla tendenza di Dante a costruire un ritratto di se stesso confacente alla sua immagine pubblica d’intellettuale poeta; una tendenza operante in particolare dopo l’esilio, quando il superamento dell’orizzonte fiorentino coincide con la realtà di uno scrittore che sorprendiamo alla ricerca di un nuovo ruolo presso le Corti settentrionali della penisola. Dal personaggio infernale di Brunetto Latini a quello purgatoriale di Marco Lombardo il percorso dantesco ci accerta di una sensibile trasformazione culminante nella scelta “cortigiana” del poeta. La dedica a Cangrande del Paradiso e l’elogio dello scaligero nel canto XVII suggellavano il carattere eminentemente celebrativo, encomiastico, di un linguaggio fattosi diretta espressione del rapporto che Dante intendeva istituire col suo ospite-mecenate; un rapporto riassunto esemplarmente nella controfigura di Marco Lombardo, uomo di corte al riparo da ogni sospetto di servilismo, depositario di una profonda conoscenza del mondo, innervata di virtù civili e di sapere morale. Petrarca parlerà di libertà interiore, Dante aveva preferito insistere sulla natura escatologica e profetica del suo poema, e dunque sul privilegio del pellegrino, scriba Dei, di diffondere la verità del messaggio cristiano. La sacralità della Commedia si traduceva nelle linee di un’ideologia letteraria alla quale guardano i saggi qui dedicati alla rilettura di singoli canti. Dante dava fondo alle risorse espressive di un classicismo giocato fra la soggezione culturale agli auctores e la coscienza del loro superamento da parte del poeta cristiano. L’operazione faceva leva sul volgare letterario e sull’impasto del registro tragico col comico, nella direzione di un plurilinguismo che, intrecciando forme alte e basse, dava voce alla specialissima opzione stilistica dell’autore.

Achille Tartaro ha insegnato Letteratura italiana nell’Università di Roma «La Sapienza», dove ha ricoperto anche la cattedra di Filologia e critica dantesca. Consigliere della Casa di Dante e collaboratore dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, ha tenuto corsi e seminari su invito di numerose Facoltà italiane e straniere. Fra le sue principali pubblicazioni ricordiamo: Forme poetiche del Trecento (1971), Il primo Quattrocento toscano (1971), La letteratura civile e religiosa del Trecento (1972), Il manifesto di Guittone (1974), Leopardi (1978), Letture dantesche (1980), Boccaccio (1981), La prosa narrativa antica (1984). È autore infine di un’edizione commentata della Gerusalemme liberata (1998).

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