Casanova
Autore/i: Gervaso Roberto
Editore: Club Italiano dei Lettori
avvertenza dell’autore.
pp. 382, Milano
Nella grande cassapanca del Settecento, secolo colorato, libertino, in cui un’ampia élite di privilegiati vive in un’affascinante Belle Epoque ante litteram, Roberto Gervaso sembra aver scovato una serie di personaggi celebri, di cui quel periodo ha abbondato, e ce li ripropone cercando di interpretarne la personalità troppo distorta dalla tradizione. Cagliostro, per esempio, e subito dopo questo Casanova. Celebrità un poco ambigue, se inquadrate col metro dei nostri tempi, e che non è facile riabilitare, e neppure inquadrare in una luce più obiettiva. Giacomo Casanova, «…questo gaudente, tipico divoratore di attimi cui il destino dona avventure meravigliose e soprattutto una memoria strabiliante…» come ha scritto Stefan Zweig, è da sempre entrato in una favolistica che ne ha fatto un luogo comune neppure tanto originale. Un donnaiolo, e nient’altro. Ma nessuno è diventato tanto popolare, a quasi due secoli dalla morte, solo per avere avuto una o due centinaia di donne (la cosa è controversa). Pachi sanno infatti che l’avventuriero veneziano (ma qui il termine è usato in senso proprio, senza il significato dispregiativo che è venuto assumendo) ha scritto una ventina di opere letterarie e storiche, più un incalcolabile numero di articoli, un epistolario massiccio e soprattutto le sue “Memorie”, sulle quali eserciti di letterati affascinati hanno composto un’intera biblioteca critica. Oltre che uno scrittore, Casanova fu anche diplomatico, segretario, finanziere, informatore, violinista, mago, giocatore d’azzardo, infine bibliotecario, ma in fondo è una moda quella di attribuirgli troppe attività, col procedimento di generalizzare quasi in una professione abituale quello che il veneziano fece magari una sola volta, o per un breve periodo. Gervaso, per esempio, non crede che sia stato una spia, come ipotizzano alcuni sulla base dei suoi fin troppo frequenti andirivieni lungo la penisola e dei suoi Viaggi all’estero. Ma perché queste ipotesi? Casanova «non fu un eroe né pretese di esserlo» scrive Gervaso nell’ultima pagina del suo libro. «Non fu un santo me cerco di diventarlo. Fu solo Un uomo libero in un secolo e in un paese dove la libertà non era di casa né poteva esserlo».
Roberto Gervaso è nato a Roma nel 1937, ma è torinese di adozione. Nel capoluogo piemontese, infatti, ha vissuto fino a ventitré anni. Si è laureato in lettere moderne studiando anche giornalismo negli Stati Uniti, e come giornalista ha debuttato sul prestigioso Palcoscenico del “Corriere”, prima di Passare al “Resto del Carlino” e poi alla “Nazione” di Firenze. Come scrittore si è fatto conoscere dal grosso pubblico collaborando con Indro Montanelli nella stesura di sei volumi della “Storia d’Italia”, aggiudicandosi anche un Premio Bancarella per “L’Italia dei Comuni”, Premio confermatogli nel ’73 per “Cagliostro”. L’aver messo su bottega per conto Proprio (sono parole sue), separandosi da Montanelli, non ha significato infatti un distacco dagli argomenti storici. Dopo “Cagliostro” ecco “Casanova”, che ha già superato il successo dei Primo. Roberto Gervaso è calvo, vegetariano, astemio, e si ritiene un autentico Cagliostro nella preparazione di decotti di erbe di chi non vuole rivelare la ricetta.
Argomenti: Erotismo, Filosofia, Filosofia Occidentale, Relazioni d'Amore, Relazioni Sociali, Relazioni Umane, Sessualità, Sociologia, Storia, Storia dei Costumi, Storia del Pensiero,