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Carnera – L’Uomo più Forte del Mondo

Carnera – L’Uomo più Forte del Mondo

Autore/i: Santini Aldo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione.

pp. 238, 51 fotografie b/n f.t., Milano

Quella di Primo Carnera é la storia di un uomo entrato nella leggenda per la sua corporatura gigantesca e per la sua forza, per 1 suoi pugni demolitori. E la storia di un emigrante che sbarca il lunario facendo il lottatore in un circo della provincia francese, che viene iniziato alla boxe, che entusiasma le folle di Parigi e di Londra, che tenta l’avventura in America, che manda in delirio i «paisà» di Brooklyn e conquista il titolo di campione del mondo dei pesi massimi.

Solo allora l’Italia lo scopre e lo innalza nell’olimpo delle glorie nazionali. E l’Italia degli anni Trenta, l’Italia di Mussolini che lo accoglie trionfalmente al suo ritorno in patria. Napoli, Genova, Roma sono le tappe della sua apoteosi. Lo vestono con l’uniforme fascista, lo fanno salire in camicia nera sul ring di piazza di Siena, davanti a tutti i gerarchi e a settantamila spettatori. Lo adottano come simbolo di un’Italia giovane e virile, atletica, capace di piegare qualunque avversario. Gli italiani si misurano in lui, anche quelli sotto il metro e sessanta. Carnera diviene uno strumento del fascismo e della sua propaganda. Ma sarà rinnegato appena un anno dopo, nel giugno 1934, quando perderà il titolo, a New York, umiliato da un rovinoso kappaò. Aldo Santini ricostruisce la storia di Carnera, esaltante e insieme commovente, facendoci conoscere da vicino i «grandi» della boxe, da Dempsey a Tunney e a Firpo, da Max Baer a Max Schmeling (l’«ulano della morte» caro a Hitler), da Paulino Uzcudun a Joe Louis, ma anche l’America del «giovedì nero» e del proibizionismo, L’America della mafia che «proteggeva» Carnera e lo derubava, l’America di Roosevelt che applaudiva i trasvolatori di Balbo e guardava con ammirazione a Mussolinti.
La storia di questo «gigante buono» definito «l’uomo più forte del mondo» e «la montagna che cammina» e, con ingenerosa ironia, «la torre di gorgonzola», di questo colosso vulnerabile, che, abbandonato da tutti, troverà infine il grande amore, e riuscirà a tornare popolarissimo, nel dopo-guerra, con la lotta libera, e soprattutto i ritratto di un’epoca che vide l’Italia cercare prestigio perfino con il mito di un pugile. Un’Italia che era destinata a sfasciarsi, lo sappiamo bene. Il mito di Carnera, invece, e rimasto intatto. E questo libro, che si legge come un romanzo, ci aiuta a capire perché.

Aldo Santini, giornalista livornese, è stato «inviato» del settimanale «L’Europeo» dal 1968 al 1979 e attualmente lo é di «Oggi». Fra l’altro è autore di Livorno ammiraglia, Cento anni di Accademia Navale (Belforte, 1981) e di Nuvolari (Biografie Rizzoli, 1983).

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