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Bix – Un’Ipotesi Leggendaria

Bix – Un’Ipotesi Leggendaria

Autore/i: Avati Pupi; Avati Antonio

Editore: Edizioni Frassinelli

prima edizione, con la collaborazione di Lino Patruno, in copertina: Brjant Weeks nella parte di Bix.

pp. 180, Torino

… Alla fine di Maggio, due mesi prima della sua morte, Bix raggiunge l’orchestra a Boston, ma è perennemente ubriaco e dopo tre sere, durante le quali non riesce a prendere un assolo, viene rimandato a casa. E sono innumerevoli i resoconti di quel periodo che ce lo descrivono su un palco o davanti a un microfono di uno studio di registrazione o radiofonico, incapace di far uscire dal suo strumento una frase legata a un’altra. Le rievocazioni di Benny Goodman, di Artie Shaw, di Eddie Condon, di Frank Victor, di Leo Mc Conville e di un’infinità di altri suoi colleghi concordano nel descrivercelo come paralizzato, svuotato di ogni forza. Bix trascorse l’ultimo periodo della sua vita sapendo di non poter più suonare, essendone totalmente consapevole …

Leon Bismark Beiderbecke, detto Bix, nacque a Davenport, nello Iowa, nel 1903 e morì a New York nel 1931; cornettista geniale, espresse con la sua musica il meglio del jazz bianco. Più o meno con queste parole varie enciclopedie “liquidano” il fenomeno Bix. Pupi e Antonio Avati, invece, da sempre innamorati di lui, del suono magico della sua cornetta e della sua inesauribile creatività musicale, tentano, sia in questo libro sia nel film che da esso è tratto, di ricostruire la figura, di capire l’uomo Bix. Quell’uomo che, dopo aver conosciuto successi incredibili suonando con il complesso de Wolverines e poi con l’orchestra di Paul Whieman, dopo essere stato scelto da George Gershwin come solista per il Concerto in Fa, sparisce misteriosamente dalla scena, non trova più lavoro e finisce per morire, giovanissimo e alcolizzato, nella solitudine più completa. Come è potuto accadere tutto questo? Perché i suoi rapporti con la famiglia, che pure amava con affetto infinito, sono stati sempre cosi travagliati? E, in definitiva, chi è stato davvero Bix Beiberbecke? A queste domande, suscitate da uno sconfinato amore per il ragazzo di Davenport, suggerisce una risposta in forma di romanzo Pupi Avati, il noto regista bolognese. Con la collaborazione di suo fratello Antonio e Lino Patruno, ricostruisce e immagina la sua vita, dalla fanciullezza nell’ambiente un pò chiuso e intransigente degli immigrati europei, ai luoghi e ai giorni dei trionfi e delle amarezze fino alla tragedia finale sullo sfondo della mitica America degli anni Venti, quella del proibizionismo e della nascita del jazz. Scritto con uno stile sobrio, asciutto, del tutto privo di sentimentalismi e, forse proprio per questo, struggente ed efficace, Bix rivela le insospettate doti di narratore di un grande regista italiano.

Pupi Avati è un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scrittore italiano.

Antonio Avati è uno sceneggiatore e produttore cinematografico italiano.

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