Autobiografia
Autore/i: Leopardi Monaldo
Editore: Edizioni dell’Altana
introduzione e saggio di Giulio Cattaneo, in appendice: Alessandro Avòli: «Monaldo e la sua biblioteca» (La biblioteca delle «sudate carte»).
pp. 260, nn. tavole b/n, Roma
A 150 anni dalla morte del suo autore, l’«Autobiografia» di Monaldo Leopardi si afferma come un documento di molteplice, rinnovato interesse: testimonianza d’un’epoca travagliata, fra insorgere sanfediste e repressioni francesi, questa «confessione» a tratti impietosa e spesso ironica ci offre anche la chiave per meglio comprendere il contraddittorio e complesso rapporto che si svilupperà con il figlio Giacomo e l’influenza che il modello paterno avrà nella sua maturazione intellettuale.
L’autobiografia di Monaldo Leopardi – che qui ricompare a 150 anni dalla morte del suo autore – non si raccomanda soltanto come preziosa, vivacissima testimonianza d’un periodo cruciale della storia d’Italia, tra insorgenze sanfediste e repressioni francesi. Lo riconobbe anche Alberto Moravia: a quel genere di «prodigalità e socievolezze» descritte da Monaldo «noi dobbiamo in sostanza una civiltà che ha lasciato splendide e raffinate vestigia del passato» (prefazione a «Il viaggio di Pulcinella», Roma 1945. Riconoscimento tanto più significativo in quanto accompagnato da giudizi fortemente critici verso le scelte «reazionarie», da «insopportabile moralista» – così Moravia – del padre di Giacomo Leopardi.
Confessioni impietose di carattere personale e famigliare, oltre ad acute e spesso ironiche osservazioni di costume, conferiscono a queste pagine motivi di singolare, rinnovata suggestione. Esse offrono inoltre elementi essenziali per comprendere quali contrastanti influenze il modello paterno abbia esercitato e il portare a maturazione il genio di Giacomo Leopardi.
Lungo l’itinerario che dalla complessa personalità di Monaldo giunge sino al sofferto rapporto con il figlio eccezionalmente dotato, ci è di guida sicura il saggio introduttivo di Giulio Cattaneo che con precisione critica e originalità interpretativa riesamina non solo i tratti salienti dell’Autobiografia ma anche la documentazione relativa all’ambiente e alla famiglia del suo autore.
In appendice ristampiamo il fondamentale e ormai introvabile studio di Alessandro Avòli (1883), dedicato a quella biblioteca di Monaldo che tanta parte ebbe nella formazione culturale di Giacomo e dove questi, abbandonate le «sudate carte», imposte al nome di Silvia il suggello d’una poesia immortale.
Monaldo Leopardi (1776-1847), alle tendenze fortemente conservatrici clericali unì sinceri interessi di carattere letterario e culturale. Dal 1832 al 1835 diresse «La voce della verità», soppressa dalla stessa Curia romana per la sua intransigenza. Lasciò numerose opere, tra cui «Dialoghetti delle materie correnti nell’anno 1831» (1831), «Prediche recitate al popolo liberale da Muso Duro» (1832), «Annali di Recanati» (postumi, 1945). La stessa «Autobiografia», per unanime giudizio il suo scritto più significativo, uscì postuma nel 1883.
Giulio Cattaneo – «L’ultimo spadifero»
Monaldo Leopardi – Autobiografia
- Nascita
- Mio padre
- Felicità di memoria
- Simpatia e antipatia
- Don Vincenzo Ferri
- Ancora dell’infanzia
- Don Giuseppe Torres mio precettore
- Cattivo metodo d’insegnare
- Mia avversione alla scuola
- Desiderio di apprendere
- L’antico metodo non deve cambiarsi
- La lingua latina deve studiarsi
- Danni recati dall’abbandono del latino
- Studio della rettorica
- Partenza di mia sorella pel monastero
- Miei primi affetti
- Alla gioventù non si nieghi qualche denaro
- Le prime idee dei giovani devono venire osservate e dirette
- Deve rispettarsi la volontà dei defunti
- Cenni sul mio carattere
- Stato della economia domestica
- Miei congiunti
- Qualità fisiche e coltura esteriore
- Il vestiario deve distinguere i ranghi
- I primi atti della mia amministrazione
- Trattato di matrimonio in Bologna
- Prima invasione nello Stato
- Prodigi asseriti di alcune immagini
- Avvenimenti politici
- Offerta per la guerra e mio viaggio a Roma
- Ancora del trattato di matrimonio in Bologna
- bis – Conseguenze economiche di quel trattato
- Battaglia di Faenza
- Presa di Ancona
- Tesoro di Loreto
- Arrivo dei Francesi in Recanati
- Tumulto per le armi
- Pace di Tolentino
- Trattati che precederono le mie nozze
- Matrimonio mio
- Seconda invasione dei Francesi
- Repubblica romana
- Digressione sulla moneta
- Rapacità e stravaganze del governo repubblicano
- Speculazione mal riuscita
- Mio arresto in Ancona
- Morte del mio zio Carlo
- Morte del zio Paolo
- Principi della insorgenza
- I briganti entrano in Recanati
- Mi fanno Governatore
- Primo corpo dei Francesi respinto
- I Francesi prendono Recanati e lo saccheggiano
- Mi condannano a morte
- Vengo arrestato e poi rilasciato
- Abboccamento col generale Mounnier
- Strage in Macerata
- I Francesi tentano di prendere ostaggi da Recanati
- Si propone la difesa di questa città
- Altra insurpenza, La Hoz
- La Hoz entra in Recanati
- Si comincia Passedio di Ancona
- Morte di La Hoz
- Strage degli Austriaci
- Assedio di Ancona
- Arresto del marchese Melchiorri
- Capitolazione di Ancona
- Morte del mio zio Luigi
- Arresto del marchese Mosca e sua liberazione
- Reggenza austriaca
- Passaggio di Pio VII
- Accademia retta da me
- Amministrazione dell’Annona
- Partenza dei Tedeschi
- Morte della marchesa Mosca
- Abolizione delle Annone
- Sicurtà
- Conto dell’amministrazione annonaria
- Mio viaggio a Roma
- Deputazione della strada postale
Appendice:
- Alessandro Avoli – Monaldo e la sua biblioteca
- Tavole fuori testo
- Prima edizione dell’Autobiografia
- Lettera di Monaldo Leopardi al figlio Giacomo
- Giacomo Leopardi – «A Silvia»
- La voce della Ragione
Argomenti: Biografie, Cultura, Intelletto, Letteratura Italiana, Poesia, Storia, Storiografia,