Aure

I luoghi e i riti
Autore/i: Zolla Elémire
Editore: Marsilio Editori
pp. 184, fotografie e ill. b/n, Venezia
«Aura» per tutto l’Ottocento è una parola che sale facilmente alle labbra, si applica a nuovi usi con piacere e sollecitudine: un trattato del1836 attribuisce all’aura del seme la fecondazione, aura è denominato l’effluvio di punte metalliche cariche di elettricità, lo stordimento che precede l’attacco epilettico e per estensione delizioso smarrimento e la goduta paura che annunciano la possessione nella macuba e nel vudù.
Poi «aura» è diventata una parola desueta, ed è avvenuto repentinamente, poiché ci si è accorti che oggi si vive fra persone e cose in serie, che per antonomasia non irradiano nulla; sottili mortificazioni, inesorabili appiattimenti spengono i luoghi e la gente.
Ormai manca da noi l’occasione di usare la parola, che subito cessa però di suonare aulica e vaga allorquando, in rari luoghi illesi dell’Oriente, un’aura ci viene incontro in tutta la sua forza. Ancora accade: nelle più remote campagne dell’India, fra i prati ondosi color smeraldo, accanto agli stagni di ninfee, l’intensità degli sguardi stordisce; ecco che cosa intendevano i Romani quando parlavano di luoghi o di persone «geniali», i Greci quando dicevano «demóniaci».
Elémire Zolla (Torino 1926) insegna all’Università di Roma. Ha pubblicato L’eclissi dell’intellettuale (1959), Volgarità e dolore (1961), Storia del fantasticare (1963), l’antologia I mistici dell’Occidente (1963), Le potenze dell’anima (1968), I letterati e lo sciamano (1969), Che cos’è la tradizione (1971), Le meraviglie della natura. Introduzione all’alchimia (1974) e, scritti in inglese, uscivano in Inghilterra e negli Stati Uniti Archetypes (1981) e The Androgyne (1982).
Argomenti: Arte, Aura e Corpi Sottili, Cultura, Riti,