Atei o Credenti? – Filosofia, Politica, Etica, Scienza
Fra distanze incolmabili e impreviste affinità, senza preoccupazioni di correttezza politica, finalmente un incontro-scontro a tutto campo fra chi crede e chi no.
Autore/i: Flores d’Arcais Paolo; Onfray Michel; Vattimo Gianni
Editore: Fazi Editore
prima edizione, nota dell’editore, traduzione dal francese degli interventi e del poscritto di Michel Onfray a cura di Gregorio De Paola.
pp. 184, Roma
I temi della fede e della religione, e del loro conflitto con la cultura laica, sono al centro di un interesse tuttora crescente, alimentato dalle polemiche sugli interventi e le “scomuniche” del papa e della CEI. Mancava però un testo che discutesse, da punti di vista diversi, le ragioni dell’ateismo e della fede.
Ora, in Atei o credenti?, si confrontano gli esponenti di posizioni diverse tra loro, accomunate però dal rifiuto di ogni appartenenza accademica: il “cristianesimo nietzscheano” di Gianni Vattimo, l’edonismo ateo di Michel Onfray e l’empirismo materialistico-esistenziale di Paolo Flores D’Arcais. Nel libro – che riproduce, con successive rielaborazioni, un incontro privato avvenuto a Torino ed è completato da tre poscritti – gli autori rispondono agli interrogativi essenziali legati al problema l’“ipotesi Dio” deve essere considerata superflua nella riflessione filosofica e nell’esperienza vitale? Quali sono le conseguenze etiche e politiche dell’essere atei o invece credenti? Quale la posizione da tenere nei confronti del “successo” delle scienze? Quale il giusto ruolo delle dottrine religiose nell’istruzione pubblica? Su questi e altri temi – ad esempio la possibilità di un islam moderato, cui è dedicato un controverso capitolo – Vattimo, Onfray e Flores D’Arcais danno vita a un’appassionata disputa, fra consonanze impreviste e opposizioni durissime. Una lettura di grande coinvolgimento, che assomiglia a un ascolto dal vivo e mette in questione i nostri più profondi atteggiamenti e convinzioni.
Paolo Flores d’Arcais, filosofo e direttore di MicroMega – è nato a Cervignano del Friuli (UD) l’11 luglio del 1944. Ha scritto una tesi di dottorato su Adam Smith e Karl Marx ed è attualmente ricercatore presso la facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma. Scrive periodicamente per diversi giornali fra cui «El Pais» e il «Frankfurter Allgemeine Zeitung». Punto focale dei suoi interessi è “la questione politica” e le condizioni in cui è immersa. D’Arcais si appella ai fondamenti della teoria politica di Hannah Arendt, alle sue posizioni critiche nei confronti della società moderna in cui lo svuotamento del politico, la degenerazione della politica a professione e l’interferenza fra pubblico e privato portano a una pericolosa perdita di individualità ove la politica si riduce a un rituale in cui la spartizione delle cariche ha priorità sull’adoperarsi per qualcosa.
Michel Onfray nasce nel 1959 ad Argentan da una famiglia contadina. Laureato in filosofia, tra il 1983 e il 2002 ha insegnato in una scuola tecnica di Caen, per poi fondarvi un’Università popolare, gratuita, con lo scopo di diffondere un’altra filosofia, assai distante da quella accademica, cui rimprovera l’insegnamento esclusivo della storia ufficiale, a discapito di una riflessione filosofica più autentica. Autore di numerose pubblicazioni, al centro della sua riflessione vi è la necessità di integrare filosofia, psicanalisi, sociologia e scienza e di celebrare edonismo, sensi e ateismo. Il suo Trattato di ateologia, uscito in Francia nel 2005, raggiungendo in poco tempo le 200.000 copie, è diventato fin da subito un vero e proprio caso editoriale. Ha suscitato un intenso dibattito culturale sulle pagine di molti giornali e la pubblicazione di due monografie di risposta al suo Trattato. «Scelgo l’ateismo che solo permette un socialismo libertario, per il quale per altro mi batto». Dalla constatazione dell’emergere di un nuovo fondamentalismo religioso, in Occidente come in Oriente, ecco l’urgenza di sostenere un nuovo ateismo, più apertamente militante. Al Trattato di ateologia uscito per Fazi Editore nel 2005, sono seguite la pubblicazione di Teoria del corpo amoroso. Per un’erotica solare (2006), in cui Onfray si concentra sull’etica erotica, contrapponendo la tradizione cristiana della colpevolezza della carne, a quella epicurea e cinica della libertà amorosa e dei corpi e il primo titolo, Le saggezza antiche, dedicato all’Antichità, della sua Controstoria della filosofia, un progetto in più volumi per recuperare il pensiero di quei filosofi caduti in disgrazia a causa del predominio degli idealisti.
Gian Teresio (Gianni) Vattimo è un filosofo tra i più complessi e dibattuti dello scenario culturale europeo contemporaneo. Nasce a Torino nel 1936. Il padre, un poliziotto calabrese immigrato, muore di polmonite quando lui ha solo un anno e mezzo. Gianni porta avanti i suoi studi a Torino, frequenta il Liceo Gioberti, quindi la facoltà di Filosofia. Allievo di Pareyson, si laurea nel ’59 per poi specializzarsi a Heidelberg dove frequenta i corsi di Hans Georg Gadamer e Karl Loewith. Negli anni ’50 lavora ai programmi culturali della Rai di Bernabei. Nel 1964 comincia ad insegnare filosofia all’università di Torino. Ben presto si farà conoscere come uno dei teorici più influenti di quello che viene definito il pensiero debole, ossia quella posizione filosofica che legando l’ontologia ermeneutica al nichilismo esclude ogni possibilità, da parte del pensiero, di affermare o raggiungere una qualsiasi verità stabile e definitiva: Vattimo è convinto della necessità di fornire alla filosofia un nuovo senso; di individuare una nuova strada per il pensiero che porti al riconoscimento della verità come pluralità di senso della realtà; in parole povere, non esiste una verità assoluta ma una pluralità di verità relative. Quello contro cui Vattimo si batte è il pensiero unico che impone un sistema di dominio sull’uomo contrapposto alla valorizzazione del senso della differenza che ne esalta invece la poliedricità e la irrisolvibile complessità. La vicenda intellettuale di Vattimo si accompagna dunque negli anni ad un intenso impegno politico. Non poteva essere altrimenti. Come effetto principale il pensiero debole pone ogni aspetto della realtà sullo stesso piano, per cui si auspica, a livello socio-politico, il riconoscimento delle diversità quale aspetto proprio del progresso civile. Vattimo si batte per il rinnovamento della società in senso pluralista e libertario (e, si potrebbe dire, postmoderno) pur non disdegnando l’accoglienza di quei valori storici propri della cattolicità tradizionale sintetizzandoli in contrapposizione alle distinzioni etiche intransigenti e dogmatiche. Ecco perché il riconoscimento delle istanze delle minoranze, siano esse quelle razziali, culturali, omosessuali, ha rappresentato il centro unificante dell’azione politica di Vattimo, che ha militato tra le fila dei radicali prima, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei DS, per i quali è stato parlamentare europeo, e poi nel Partito dei Comunisti Italiani. Dal 1969 Vattimo insegna all’università di Torino dove è ordinario di filosofia teoretica. È editorialista per «La Stampa», «la Repubblica» e «L’Espresso». Membro di comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, ha ricevuto numerose lauree honoris causa dalle università di La Plata, Palermo, Madrid e dall’Universidad Nacional Mayor de San Marcos.