Alexandra David-Néel libri, bibliografia, biografia
Alexandra David-Néel, nata Louise Eugenie Alexandrine Marie David (Saint-Mandé, 24 ottobre 1868 – Digne, 8 settembre 1969), è stata una esploratrice, orientalista, esloratrice e scrittrice francese, nota soprattutto per essere stata la prima donna occidentale a giungere a Lhasa nel 1924, città vietata agli stranieri all’epoca. Vi arrivò dopo otto mesi di marcia partendo dallo Yunnan, attraversando il Tibet. Nella sua lunga carriera di esploratrice, fotografa, orientalista e antropologa scrisse più di trenta libri di viaggi e alcuni testi sul Buddhismo.
Giovane vogliosa di libertà, intraprendente e bisognosa della conoscenza poco meno che ventenne lasciò la casa di famiglia per dirigersi in bicicletta verso la Spagna. Da qui si trasferì al sud della Francia e poi i Inghilterra dove si dedicò allo studio delle filosofie orientali e contemporaneamente allo studio della lingua inglese.
Ebbe la fortuna di conoscere Agvan Dorzhiev inviato del Tredicesimo Dalai Lama e futuro fondatore del primo tempio buddhista in Europa.
Tornata a Parigi si iscrisse alla Società Teosofica, (cofondata nel 1875 a New York da Helena Petrovna Blavatsky) approfondendo gli studi sul buddhismo tibetano, e seguendo le lezioni di Lingue Orientali presso l’Università della Sorbona.
In quello stesso periodo si iscrisse o frequentò numerose società segrete, tra cui la Massoneria e preso parte a movimenti femministi ed anarchici.
Nel 1899 scrisse un saggio anarchico con lo pseudonimo di Alexandra Myrial intitolato “Pour la vie” con la prefazione dell’anarchico e geografo Élisée Reclus.
Tuttavia l’opera non trovò nessun editore che avesse il coraggio di pubblicarla, fino a quando il suo compagno, Jean Haustont, non decise di pubblicare l’opera a proprie spese. Nonostante passasse del tutto inosservata dalla maggioranza del pubblico, lo scritto di David-Néel si diffuse ampiamente negli ambienti anarchici e venne tradotto in ben cinque lingue.
Nel 1890 – 1891, grazie ad una eredità proveniente dalla nonna materna, intraprese un lungo viaggio in India, dove rimase affascinata dalla musica tibetana e dalle tecniche di meditazione apprese grazie a Swami Bhaskarânanda il suo maestro locale.
Il suo lavoro da saggista e le conoscenze di lingue orientali apprese non furono sufficienti per vivere, così decise di dedicarsi ad un’altra delle sue doti, il canto.
Prese a girare il mondo come cantante lirica, divenendo anche prima donna all’Opera di Hanoi, e nel 1902 le venne addirittura offerta la direzione artistica del teatro di Tunisi, così si trasferì in Africa settentrionale dove si diede allo studio del Corano, e dove conobbe l’ingegnere ferroviario Philippe Néel che sposò nel 1904.
Scontenta della vita coniugale si rimise in viaggio e dal 1914 al 1916 visse in eremitaggio in una caverna nel Sikkim praticando esercizi spirituali con il monaco tibetano Aphur Yongden.
Impossibilitata a tornare in Europa a causa della guerra si recò in Giappone dove conobbe Ekai Kawaguchi. Si recò poi a Pechino e di lì, travestita da tibetana, attraversò la Cina in piena guerra civile e a piedi raggiunse Lhasa.
Rimase in Cina fino al 1946 a causa della seconda guerra mondiale ma quando potè tornò in Europa, dove morì a centouno anni in Provenza.
Opere tradotte in italiano:
Le modernisme bouddhiste et le bouddhisme du Bouddha, 1911 (Il buddhismo di Buddha, trad. di Gabriele Ruggero, Basaia, Roma, 1986;
Il buddismo del Buddha, traduzione di Lucio Chiavarelli, Newton & Compton, Roma, 1997;
Il buddismo del Buddha, traduzione di Gabriele Ruggero, ECIG, Genova, 2003).
Voyage d’une Parisienne à Lhassa, 1927 (Viaggio di una parigina a Lhasa : a piedi e mendicando dalla Cina all’India attraverso il Tibet, a cura di Emilia Gut, Biblioteca del vascello, Roma, 1992; Voland, Roma, 1997).
Mystiques et Magiciens du Tibet, 1929 (Mistici e maghi del Tibet, Bocca, Milano 1949; Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1965; traduzione di Emilia Gut, Voland, Roma, 2000).
Initiations Lamaïques, 1930 (Le iniziazioni nel buddhismo tibetano : dal Hata-Yoga all’Ati-Yoga, edizione italiana e traduzione a cura di Ramon Prats, Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1982).
(con Lama Yongden) La vie Surhumaine de Guésar de Ling le Héros Thibétain, 1931 (Vita sovrumana di Gesar di Ling, a cura di Gianfranco de Turris; traduzione di Marianunzia Tambara, Edizioni Mediterranee, Roma, 1990).
Au pays des brigands-gentilshommes, 1933 (Nel paese dei briganti gentiluomini, traduzione di Guia Boni, Voland, Roma, 2000).
(con Lama Yongden) Le lama au cinq sagesses, 1935 (Mipam : il Lama delle Cinque saggezze, F.lli Bocca, Milano 1945; Arcana, Roma, 1975;
I dioscuri, Genova, 1988; Trad. di Piero Verni, F. Muzzio, Padova, 1994; traduzione di Guia Boni, Voland, Roma, 1999).
Magie d’amour et magie noire, 1938 (Magia d’amore e magia nera, F.lli Bocca, Milano 1945; Moizzi, Milano, 1980; Fratelli Melita, La Spezia, 1987; Venexia, Roma, 2006).
Les Enseignements Secrets des Bouddhistes Tibétains, 1951 (Gli insegnamenti segreti delle sette buddiste tibetane, trad. di Marisa Caramella, introduzione di Pietro Verni, Arcana, Roma, 1975; MEB, Padova, 1997).
Le vieux Tibet face à la Chine nouvelle, 1953 (Antico Tibet, nuova Cina, trad. di A. Benucci Serva, Luni, Milano, 2006).
(con Lama Yongden) La puissance du néant, 1954 (Il potere del nulla, traduzione di Paolina Baruchello, Voland, Roma 2009).
1961 Immortalite et reincarnation: Doctrines et pratiques en Chine, au Tibet, dans l’Inde (Immortalita e reincarnazione. Pratiche e dottrine in Cina-Tibet-India, Alkaest, Genova, 1982; a cura di Rosalba Mattiauda, ECIG, Genova, 1990).
La lampe de sagesse, 1986 (La luce della conoscenza: pensieri, riflessioni, aforismi di una avventuriera dello spirito) prefazione di Jean Chalon; traduzione di Sergio Crapiz, ECIG, Genova, 1999).