Ajaṇṭā e Oltre – La Pittura Murale in India e Asia Centrale
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”
Autore/i: Autori vari
Editore: Artemide Edizioni
cura e introduzione di Laura Giuliano, con la collaborazione di C. P. Venditti, prefazione I di Francesco Gennero (sopraintendente del Museo Nazionale Giuseppe Tucci), prefazione II di Gisella Capponi (Direttore dell’Istituto Superiore di Restauro).
pp. 304, nn. tavole a colori e b/n, Roma
Il Convegno Ajaṇṭā e oltre: la pittura murale in India e in Asia Centrale. La ricerca italiana. Nuovi studi e prospettive, che ha visto la partecipazione di orientalisti e studiosi italiani, si è svolto durante le Giornate europee del Patrimonio 2009, il 25 e il 26 settembre, presso il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’, ed è stato una delle manifestazioni organizzate a latere dell’esposizione fotografica di Benoy Behl Murals of India – realizzata in collaborazione con l’Ambasciata dell’India a Roma e l’Indian Council for Cultural Relations.
Questi Atti raccolgono la maggior parte degli interventi presentati durante il Convegno, e rappresentano un panorama degli orientamenti attuali della ricerca italiana in questo campo, erede della illustre tradizione di studi inaugurata da Giuseppe Tucci e da Mario Bussagli, autore de La Peinture de l’Asie Centrale (Geneve, 1963) e de Le Grotte di Ajanta (Firenze, 1965)[1] proseguita poi, solo per citare alcuni nomi, da Arcangela Santoro, che molta parte delle sue ricerche ha dedicato alle pitture delle grotte di Kizil e da Chiara Silvi Antonini, che nel 2004 ha pubblicato il volume Da Alessandro Magno all’Islam. La pittura dell’Asia Centrale[2].
Il titolo del Convegno e di questi Atti fa riferimento ad Ajaṇṭā perché questo è ‘il luogo’ per eccellenza della pittura indiana, un sito che rappresenta un unicum per completezza e conservazione nel panorama dell’arte del subcontinente precedente al periodo islamico, da cui non è possibile prescindere per comprendere la tradizione pittorica contemporanea e successiva; il particolare richiamo ad Ajaṇṭā si impone inoltre perché durante le due giornate di studi sono stati dedicati ben tre interventi al progetto conservativo nella grotta 17, realizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro in collaborazione con il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’, un progetto fortemente voluto dal Segretariato Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in accordo con l’Archaeological Survey of India, che si inserisce nel solco della tradizione degli studi italiani. Ma nel titolo del Convegno e di questi Atti si fa riferimento anche a una dimensione ‘oltre’ Ajaṇṭā, ovvero a quella tradizione pittorica parietale che da Ajaṇṭā prende le mosse e che talora nel corso del tempo evolve in forme totalmente autonome e indipendenti, o per la quale, finanche nei territori centroasiatici, essa rappresenta un utile termine di paragone, tanto per gli aspetti iconografici, decorativi, di composizione spaziale, stilistici, quanto più specificamente per i procedimenti tecnici adottati.
Le sezioni in cui è diviso il volume rispettano la sequenza dei lavori esposti durante le due giornate di studio: la prima parte è dedicata alla pittura murale del subcontinente indiano, con un saggio sull’ideale estetico della figura umana nelle arti dell’India, seguito dalla presentazione del progetto indo-italiano per la conservazione delle pitture della già citata grotta 17, con interventi che espongono i risultati dell’analisi dell’ambiente, delle indagini diagnostiche, dello studio della tecnica di esecuzione e dello stato di conservazione delle superfici murarie compiuti durante le missioni ad Ajaṇṭā; quindi si passa ad approfondire alcuni aspetti della tradizione successiva ad Ajaṇṭā: dalle pitture di Ellora di epoca rāṣṭrakūṭa, a quelle rinvenute nel tempio Rājarājeśvaram di epoca cōḻa, fino a giungere agli esempi pittorici più recenti del Palazzo e delle magioni di Udaipur, del Gaṛh Mahal di Jhālāvāṛ, e alle pitture murali di Mithilā, che venivano eseguite dalle donne della comunità sulle pareti delle case di villaggio fino agli anni Sessanta del secolo scorso.
La seconda parte del volume è invece dedicata alla pittura parietale dell’Asia Centrale e del Tibet: vi vengono approfonditi alcuni temi figurativi caratteristici di pitture rinvenute a Tepe Shotor in Afghanistan, a Kara Tepe e Fayaz Tepe nell’oasi di Termez, in Uzbekistan – esempi non lontani cronologicamente dalle realizzazioni di Ajaṇṭā; sono poi analizzate alcune delle famose pitture murali di Pendžikent, in Tajikistan, e del sito di Mogao nelle vicinanze di Dunhuang, nel Gansu; vengono presentati infine i più antichi dipinti parietali di Sam.ye, nel Tibet orientale, e quelli rinvenuti a Lha.lung nel Tibet occidentale, oggi nello stato indiano dello Himachal Pradesh. (Laura Giuliano)
[1] 1 Anche se non direttamente correlato al tema della pittura parietale, dello stesso autore si segnala inoltre: La miniatura indiana, pubblicato a Milano nel 1966.
[2] L’interesse degli studiosi italiani per la pittura orientale in genere è d’altra parte testimoniato dai molti lavori e ricerche che esulano dall’ambito geografico trattato in questa raccolta: a tal proposito, ma solo a mo’ di esempio, si ricorderanno gli studi sulla pittura cinese condotti da Maria Teresa Lucidi e il volume di Maria Vittoria Fontana La pittura islamica dalle origini alla fine del Trecento, edito a Roma nel 2002.
Dall’introduzione:
« […] Il titolo del Convegno e di questi Atti fa riferimento ad Ajaṇṭā perchè questo è “il luogo” per eccellenza della pittura indiana, un sito che rappresenta un unicum per completezza e conservazione nel panorama dell’arte del subcontinente precedente al periodo islamico, da cui non è possibile prescindere per comprendere la tradizione pittorica contemporanea e successiva; il particolare richiamo ad Ajaṇṭā si impone inoltre perchè durante le due giornate di studi sono stati dedicati ben tre interventi al progetto conservativo nella grotta 17, realizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro in collaborazione con il Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, un progetto fortemente voluto dal Segretariato Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in accordo con l’Archaeological Survey of India, che si inserisce nel solco della tradizione degli studi italiani. Ma nel titolo del Convegno e di questi Atti si fa riferimento anche a una dimensione “oltre” Ajaṇṭā, ovvero a quella tradizione pittorica parietale che da Ajaṇṭā prende le mosse e che talora nel corso del tempo evolve in forme totalmente autonome e indipendenti, o per la quale, finanche nei territori centroasiatici, essa rappresenta un utile termine di paragone, tanto per gli aspetti iconografici, decorativi, di composizione spaziale, stilistici, quanto pili specificamente per i procedimenti tecnici adottati.
Le sezioni in cui è diviso il volume rispettano la sequenza dei lavori esposti durante le due giornate di studio: la prima parte è dedicata alla pittura murale del subcontinente indiano, con un saggio sull’ideale estetico della figura umana nelle arti dell’India, seguito dalla presentazione del progetto indo-italiano per la conservazione delle pitture della già citata grotta 17, con interventi che espongono i risultati dell’analisi dell’ambiente, delle indagini diagnostiche, dello studio della tecnica di esecuzione e dello stato di conservazione delle superfici murarie compiuti durante le missioni ad Ajaṇṭā; quindi si passa ad approfondire alcuni aspetti della tradizione successiva ad Ajaṇṭā: dalle pitture di Ellora di epoca rāṣṭrakūṭa, a quelle rinvenute nel tempio Rājarājeśvaram di epoca cōḻa, fino a giungere agli esempi pittorici più recenti del Palazzo e delle magioni di Udaipur, del Gaṛh Mahal di Jhālāvāṛ, e alle pitture murali di Mithilā, che venivano eseguite dalle donne della comunità sulle pareti delle case di villaggio fino agli anni Sessanta del secolo scorso.
La seconda parte del volume è invece dedicata alla pittura parietale dell’Asia Centrale e del Tibet: vi vengono approfonditi alcuni temi figurativi caratteristici di pitture rinvenute a Tepe Shotor in Afghanistan, a Kara Tepe e Fayaz Tepe nell’oasi di Termez, in Uzbekistan – esempi non lontani cronologicamente dalle realizzazioni di Ajaṇṭā; sono poi analizzate alcune delle famose pitture murali di Pendžikent, in Tajikistan, e del sito di Mogao nelle vicinanze di Dunhuang, nel Gansu; vengono presentati infine i più antichi dipinti parietali di Sam.ye, nel Tibet orientale, e quelli rinvenuti a Lha.lung nel Tibet occidentale, oggi nello stato indiano dello Himachal Pradesh.[…]»
Prefazione di Francesco di Gennaro
Prefazione di Gisella Capponi
Introduzione di Laura Giuliano
SEZIONE PRIMA
LA PITTURA MURALE IN INDIA
Fenomenologia della figura umana nelle arti dell’India: ideali estetici a confronto (Elisa Ganser)
Il Progetto indo-italiano per la conservazione delle pitture murali della grotta 17 di Ajaṇṭā
I dipinti murali delle grotte di Ajaṇṭā. Lo studio dell’ambiente e la diagnostica preliminare per la realizzazione di un progetto conservativo (Annamaria Giovagnoli, Marcella Ioele, Elisabetta Giani, Maria Pia Nugari, Maurizio Mariottini)
Ajaṇṭā. Il restauro dei dipinti murali della grotta 17: studio di fattibilità (Francesca Capanna, Anna Maria Marcone, Emanuela Ozino Caligaris, Lidia Rissotto)
Il Visnudharmottara Purana e l’arte della grotta 17 di Ajaṇṭā: tradizione testuale e pratica pittorica a confronto (Laura Giuliano)
A Mural Painting in a Cave of the Ganega Lena and the Role of Lingodbhavamirti at Ellora (Laura Giuliano)
Scenes of Music and Dance in the Mural Paintings at the Rājarājeśvaram Temple (Tañjāvūr, 11˚ century): Inter-textual and Multidisciplinary analysis (Tiziana Leucci)
Gli europei nelle pitture murali di Udaipur kosa (Maria Cimino)
Creatività e tradizione nella pittura rajasthana agli inizi del XX secolo.
Analisi preliminare di alcuni affreschi del Garh Mahal di Jhalavar e del contributo artistico di Ghasiram di Nathdvara (Isabella Nardi)
Le pitture murali delle donne di Mithila. La camera degli sposi (kohbar ghar) (Giovanna Iacono)
TAVOLE A COLORI
SEZIONE SECONDA
LA PITTURA MURALE IN TIBET EIN ASIA CENTRALE
Gli incontri di Siddhartha, il Buddha ascetico, monaci meditanti sulla morte, raffigurazioni di scheletri e crani: pitture e sculture dal Gandhara all’Asia Centrale (Anna Maria Quagliotti)
La pittura buddhista in Asia Centrale: l’oasi di Termez (Ciro Lo Muzio)
I dipinti murali di Pendzikent (Donatella Mazzeo)
Il rapporto di influenze e interscambi attestato, tra Cina e Asia Centrale, da opere pittoriche eseguite a Dunhuang. L’esempio offerto dalla raffigurazione della meditazione della regina Vaidehi davanti al tramonto del sole (Pierfrancesco Fedi)
Due antiche pitture parietali tibetane del tempio centrale di Samye (Paola Mortari, Vergara Caffarelli)
The Paintings repainted of Lha.lung: the Goddess and the Guardians of the door – A case to study (Marialaura Di Mattia)
The Heavenly Abode of Vairocana: about a Western Himalayan Wall Painting: representing the architecture of the mandala (Marialaura Di Mattia)
ABSTRACTS
Argomenti: Antichità, Archeologia, Conoscenza, India, Musei e Luoghi d'Arte, Orientalistica, Oriente, Pittura, Restauro,