Addio Gul’sary
Autore/i: Ajtmatov Čingiz
Editore: U. Mursia Editore
cura e presentazione di Eridano Bazzarelli, traduzione dal russo di Costantino Di Paola e Sergio Leone.
pp. 200, Milano
Addio Gul’sary (1966) è la storia di un cavallo che, nato per diventare animale da corsa, finisce cavallo da tiro; e di un pastore, Tanabaj, legato al cavallo da vincoli profondi.
Nel romanzo rivivono l’anima della gente kirghiza, la sua civiltà essenzialmente pastorale, i suoi costumi, le sue antiche tradizioni, mi suoi sentimenti più genuini. Ma rivive anche il periodo esaltante della rivoluzione russa che vede tutto un popolo impegnato nella trasformazione delle proprie strutture politiche, economiche e sociali. Un lavoro irto di difficoltà, contrasti, opportunismi e ambizioni meschine che amareggiano e mortificano Tanabaj, l’uomo semplice e retto, alieno per natura da meschinità e menzogna. E – legato a quello di Tanabaj – il dramma di Gul’sary, simbolo di libertà, intesa come esigenza primaria di ogni uomo, di cui nessuno – sia uomo sia cavallo – può fare a meno come non può fare a meno dell’aria o dell’acqua.
Čingiz Ajtmatov, nato a Sčeker in Kirghizistan nel 1928, è oggi uno dei più affermati scrittori dell’Unione Sovietica. Premio Lenin nel 1963, dal 1967 è deputato al Soviet Supremo. Tra le altre sue opere più significative, intrise di epopea e leggenda, ricordiamo Dzamilja (1958). La nave bianca (1970) e Il patibolo (1986), pubblicate dalla nostra Casa editrice.
Argomenti: Letteratura, Romanzo,