A Tavola con la Storia
Chi eravamo, come mangiavamo, venti secoli di varia umanità al filtro della gastronomia.
Autore/i: Minarelli Maria Luisa
Editore: Sansoni Editore
premessa dell’editrice, in sovraccoperta «Le Nozze di Cena» Veronese, Parigi Musée du Louvre.
pp. 296, Firenze
A tavola con la Storia segue il percorso, fragrante e affascinante, dell’evoluzione del gusto, dal lontano passato al confluire di esotiche esperienze nel grande crogiuolo occidentale attuale. Alimentazione e gastronomia a un attento osservatore appaiono gradini successivi di una medesima scala: figlia della necessità la prima, opera del pensiero e della creatività l’altra, che esige cognizioni scientifiche, abitudine alla ricerca e la cornice di una società evoluta che permetta scambi di prodotti ed esperienze.
Le tappe della gastronomia appaiono quindi come un sistema di comunicazione, una griglia di lettura delle società, e la storia della tavola appartiene al dominio della Storia; Braudel, Le Goff, Lévi-Strauss, Barthes hanno aperto la strada.
Tra la molteplicità di chiavi di indagine che l’argomento cibo richiede per non essere appiattito, l’autrice ha scelto cinque percorsi di ricerca che ha completato con storie, aneddoti, passi di costume recuperati sui documenti. Al primo capitolo, che percorre le vicissitudini dell’alimentazione in Occidente, fa seguito la rievocazione del pranzo storico di Canossa e dei banchettoni del Rinascimento, l’excursus tra i takeaway e gli afrodisiaci d’epoca, gli inconvenienti dei cibi sofisticati e delle eterne quaresime, fino ai pantagruelici pranzi della Bastiglia.
Il viaggio tra i cibi e i mercati esotici include le follie dei Romani per il pesce, le feste al Topkapi e i menu dell’al di là secondo diverse religioni.
La tavola come luogo di introspezione si specchia, al terzo capitolo, nelle abitudini di celebri personaggi, da Cristo a Carlo Magno, da Napoleone a Carlo Marx, a Garibaldi, a Proust, per finire con Pinocchio.
Il quarto è il percorso dei legami tra il cibo e l’arte, dalla storia del cibo in pittura alla nascita dell’arte della gastronomia che coincide con quella dei ristoranti.
Infine, tra i miti e le follie degli ultimi cento anni, compaiono i pranzi interminabili dei transatlantici e dell’Orient-Express, i delitti dei gangster in trattoria, i brindisi di Yalta e l’ultima festa dello scià, quella di Persepoli, che nel 1971 ha chiuso un’epoca.
In questo vasto affresco, che scoperchia le pentole di bettole e grandi alberghi, di palazzi e fast food, resta al lettore la scelta tra una lettura sistematica o una degustazione in pillole. Sempre comunque con la sicurezza di una ricerca approfondita e il piacere di uno stile brillante, talvolta perfino caustico, talaltra commosso, che rievoca mondi e tempi affascinanti appagando molte curiosità, rispondendo a molti interrogativi, aprendone altri.
Maria Luisa Minarelli, storica e giornalista, è nata e ha compiuto gli studi a Bologna. Vive a Milano dove collabora come free lance a varie testate tra cui «Historia». Nel 1989 ha pubblicato il saggio Donne di denari per le Edizioni Olivares.
Argomenti: Alimentazione, Antichi Costumi, Arte Culinaria, Nutrizione, Storia dei Costumi,