1799: gli Ebrei Italiani nella Bufera Antigiacobina
Autore/i: Salvadori Roberto G.
Editore: Editrice la Giuntina
unica edizione, premessa dell’autore.
pp. 128, Firenze
Centinaia di piccole Vandee si accesero in tutta Italia, contro i francesi, nel triennio giacobino, a partire dall’ingresso delle truppe napoleoniche nella penisola (1796). Il culmine fu raggiunto nel 1798-1799. Ne furono protagoniste le masse contadine e anche, in parte, le plebi cittadine. La lotta fu aspra e condotta con metodi crudeli dall’una e dall’altra parte. Rientra in questo quadro anche la controrivoluzione napoletana degli inizi del 1799, di tutte la più nota e la più cruenta, la più densa di implicazioni sociali e politiche, ma anche nell’Italia centro-settentrionale le insurgenze – come vennero generalmente chiamate queste rivolte – ebbero manifestazioni imponenti e talvolta terribili, anche se spesso ignorate. Viene spesso taciuto o relegato in secondo piano anche il fatto che il tributo di sangue più alto fu pagato dalle minoranze ebraiche, quasi dovunque esse si trovavano. Più e più ghetti furono saccheggiati, a Lugo come a Roma, a Fossano come a Verona, ecc.; Senigallia e Siena furono vittime di veri e propri pogrom, i soli che si ricordino di questo tipo nella storia d’Italia; un’intera comunità fu cacciata dal suo più che secolare luogo di residenza (Monte San Savino); ecc. Tutto ciò proprio mentre gli ebrei vedevano equiparati i loro diritti a quelli degli altri cittadini: la cosiddetta prima emancipazione. Questo saggio cerca di spiegare le cause di questa furia, documentandola e mostrandone le lontane radici: questi episodi di estrema violenza sono certamente frutto delle circostanze, ma sono anche lo sfocio di un pregiudizio tanto persistente attraverso i secoli, da apparire perenne.
Argomenti: Ebrei, Italia, Storia Italiana,