Libri dalla categoria Cultura Ebraica
La Vita Segreta delle Balene – Dal Massimo Esperto di Cetacei il Racconto Originale e Sorprendente della Vita dei più Grandi Mammiferi Marini
Titolo originale: Among Whales
Autore/i: Payne Roger
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione dell’autore, traduzione di Giovanni Bearzi e Maddalena Jahoda, in sovraccoperta: foto di Mitsuaki Iwago.
pp. IX-434, Milano
«Il mare profondo. Di solito è alla sua superficie che pensiamo: un’area in eterno movimento, su cui brilla il sole, dove le onde danzano mentre banchi di pesci fremono come cascate d’argento. Spesso dimentichiamo che questo è solo lo strato più sottile e superficiale, che ha poco a che vedere con il “grosso” dell’oceano, un luogo perennemente avvolto nell’oscurità, freddo, silenzioso, mosso da lente correnti. Eppure l’oscurità degli abissi è permeata da una sorprendente manifestazione di vita: il lontano richiamo delle balene.» Roger Payne, il più importante studioso di cetacei al mondo, nonché esploratore e musicista, inizia così il racconto di un’esistenza dedicata allo studio e alla difesa delle balene. Stabilitosi in una zona deserta e remota della costa della Patagonia con l’intera famiglia, ha infatti trascorso anni a osservare i cetacei, integrando con l’esperienza diretta i risultati ottenuti in laboratorio. Questo libro raccoglie le conclusioni della sua lunga ricerca: scritto alla luce delle più recenti teorie scientifiche sui cetacei, contiene dati e informazioni precise e, al tempo stesso, riesce a rivelare la complessità e il fascino della misteriosa vita e «psicologia» delle balene. Ne emerge un ritratto originale e affascinante: questi animali dalle dimensioni quasi inimmaginabili, inseriti in una realtà temporale e spaziale completamente differente dalla nostra, si riuniscono in gruppi, comunicano tra loro, giocano, amano, lottano e perfino cantano in maniera sorprendente e in parte ancora inspiegata.
La vita segreta delle balene non è però soltanto un libro sui cetacei, è anche una ricostruzione attenta dei rapporti che da secoli legano l’uomo ai grandi mammiferi marini. Dopo una denuncia dei metodi spietati, della gratuita crudeltà e della sostanziale inutilità della caccia alla balena, Payne descrive gli esperimenti militari condotti sui delfini, le battaglie di Greenpeace in difesa dell’ambiente e i pericoli derivanti dai test nucleari, dal crescente inquinamento e dal turismo di massa, per invitarci a un maggiore rispetto per il mondo naturale e per tutte le specie con le quali condividiamo il pianeta, unica via questa per salvare il futuro delle prossime generazioni.
Roger Payne è il maggiore esperto mondiale di cetacei, al cui studio ha dedicato gran parte della propria vita. È presidente del Whale Conservation Institute di Lincoln, nel Massachusetts, e consulente scientifico dell’International Whaling Commission. Giunto alla notorietà alla fine degli anni Sessanta con la scoperta che le vocalizzazioni delle megattere possono essere classificate come canti (raccolti poi nel disco The Songs of Humpback Whales), più recentemente ha dedicato i suoi sforzi allo sviluppo di tecniche non invasive nella ricerca sui cetacei. Ha condotto oltre cento spedizioni in ogni oceano e ha studiato tutte le specie di grossi cetacei nel loro ambiente naturale. Vive tra Londra e Lincoln.
Guerra e Società nel Mondo Antico
Titolo originale: La Guerre dans l’Antiquité
Autore/i: Garlan Yvon
Editore: Società Editrice Il Mulino
unica edizione, collana: Biblioteca storica.
pp. 296, illustrazioni b/n, Bologna
«Gli antichi distinguevano tre modi fondamentali di combattere: la battaglia in campo aperto, la battaglia attorno alle mura e la battaglia sui mari. Ciascuna aveva particolari tecniche militari e una serie di possibilità di azione di natura strategica e tattica». Mentre si parla oggi di scudi spaziali e di guerre stellari sembra impossibile pensare che le lontane origini della nostra guerra totale siano proprio in quelle pietre, fionde, archi che usavano ateniesi e spartani, macedoni e persiani, romani e barbari. Eppure, talune motivazioni di fondo di carattere psicologico, economico, politico e un certo <<rituale» quasi antropologico sono rimasti immutati nei secoli. É mutato invece, e in modo così radicale da sembrare senza legami, il modo di fare la guerra, l’«arte militare». A questo tema è dedicato il libro di Garlan. Insieme alle «regole del gioco», ai rituali, alle norme che accompagnavano le guerre, l’autore descrive le modalità delle battaglie, i tipi di armi, l’organizzazione degli eserciti, gli sviluppi tecnologici. Ne risulta un ampio panorama del mondo antico, in cui la guerra assume le caratteristiche di uno specchio deforme dove si riflettono i confini occulti che attraversano la levigata rigidità, la feroce geometria del mondo all’alba della civiltà occidentale.
Yvon Garlan insegna storia antica nell’Università dell’Alta Bretagna a Rennes. Dei suoi scritti è già apparso in edizione italiana «Gli schiavi nella Grecia antica» (Milano, 1984).
Commenti Astrologici – Un Classico dell’Astrologia
Autore/i: Morin Jean Baptiste
Editore: Casa Editrice Meb
unica edizione, introduzione di Grazia Mirti, traduzione di Jolanda Boyko, collana: MOB 65.
pp. 220, numerose illustrazioni b/n, Padova
Morin de Villefranche, il geniale compilatore dell’oroscopo di Luigi XIV e autore della monumentale Astrologia Gallica, ha espresso le sue opinioni astrologiche, con magistrale sicurezza e coraggiosa incuranza nei confronti dei mostri “sacri” del suo tempo, in questi celebri Remarques, un classico delle biblioteche astrologiche di ogni tempo e paese. Essi meritano di essere letti, meditati e osservati specialmente alla luce della nuova impostazione, più culturale e raffinata, che questa disciplina sta prendendo, attirando così l’attenzione di persone colte, evolute e qualificate.
La riscoperta di classici astrologici della portata di Morin de Villefranche giunge a colmare una lacuna italiana in un cammino di riqualificazione culturale che già sta dando primi risultati, grazie al rispetto che ha per l’Astrologia chi, vincendo gli sciocchi pregiudizi, sa andare oltre, alla ricerca degli archetipi e dei simboli di ciò che è nascosto in fondo all’anima di ciascuno di noi. Inizia con quest’opera la pubblicazione di una serie di testi molto significativi, utilissimi per chi non vuole trascurare il passato, segue il presente e si prepara a un futuro fatto di intelligente ricerca in campo astrologico.
L’Occhio dello Stregone
Titolo originale: L’œ du sorcier
Autore/i: Alfonsi Philippe; Pesnot Patrick
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Maria Dazzi.
pp. 408, Milano
Questo libro racconta una storia vera di stregoneria, in Francia, oggi. Protagonista è un veterinario, il dottor Lavaronnière, un ricercatore stimato negli ambienti scientifici. Dopo vent’anni di professione, il dottor Lavaronnière vende il suo studio in Normandia, dove ha fatto fortuna, e si stabilisce in una proprietà di famiglia nel Berry. Ma qui cominciano ad accadergli strane cose: gli affari si mettono male, il bestiame gli muore inesorabilmente, sua moglie si ammala, egli stesso è vittima di inspiegabili malori. Allora i contadini, a mezze parole, evocano «l’occhio dello stregone» e i poteri di certi iettatori del vicinato. Oggi si crede ancora alla stregoneria e la si pratica quotidianamente: cuori di vitello trafitti da chiodi, sacrifici di galli neri, fotografie picchiettate di spilli e sempre l’eterna paura figlia delle tenebre, che televisione e automobile non riescono a eliminare. Fattore di equilibrio sociale o fonte di odî che sia, la stregoneria esiste. Il dottor Lavaronnière ne è stato vittima involontaria. Questo libro racconta come egli «è entrato nella stregoneria».
Philippe Alfonsi, trentatré anni; Patrick Pesnot, ventinove anni. Capi del settore informazione della RTL fino al 1969. Famosi inviati della televisione francese nel gruppo d’«Information Première», inviati speciali in Brasile, in Africa, nel Medio Oriente, nel Bengala. Oggi cronisti di «Europe n. 1» hanno già pubblicato da Robert Laffont Les enfants de la drogue e presso l’editore Calmann-Lévy, sotto la direzione di Pierre Dumayet, un libro intitolato L’église contestée, riguardante le chiese d’Olanda e di Spagna.
L’Uomo che Fermò Hitler – La Storia di Dimitǎr Pešev che Salvò gli Ebrei di una Nazione Intera
La storia drammatica e misconosciuta di un eroe del nostro secolo: l’uomo che sfidò Hitlerper salvare 48.000 ebrei bulgari e fu perseguitato dai comunisti, processato, accusato di antisemitismoe dimenticato da tutti
Autore/i: Nissim Gabriele
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione dell’autore, in sovraccoperta: Pešev con le nipoti Kička e Kaludka.
pp. 330, numerose tavole b/n f.t., Milano
Il 20 febbraio 1973 Dimitar Pešev si spegneva a Sofia, in povertà e dimenticato da tutti, anche dalla maggioranza di coloro che gli dovevano la vita. Eppure, era stato un uomo importante: avvocato di grido e figura di primo piano sulla scena politica bulgara d’anteguerra, da vicepresidente del Parlamento aveva compiuto un atto pressoché unico nella storia dell’Olocausto.
Nel marzo del 1943 Pešev, informato da alcuni amici dell’imminente deportazione dei 48.000 ebrei bulgari, con un’iniziativa temeraria quanto tempestiva costrinse re Boris III e il governo a dare ordine che i treni diretti ad Auschwitz non si muovessero dalle stazioni di partenza. Fu così l’unica personalità di rilievo in una nazione filotedesca a rompere quel clima di omertà collettiva nel quale si consumò la «soluzione finale». Combatté contro i nazisti la battaglia decisiva, e vinse. Gli ebrei bulgari si salvarono.
Scomparso improvvisamente il sovrano nell’agosto dello stesso anno, Pešev riscoprì il valore della democrazia: lottò per il riallineamento del paese all’Occidente e denunciò i partigiani comunisti, intenzionati a consegnare la Bulgaria ai russi. Una presa di posizione pubblica, quest’ultima, che gli sarebbe costata molto cara al momento dell’occupazione da parte dell’Armata rossa.
Processato per antisemitismo e antisovietismo, fu condannato a quindici anni di carcere e scampò al gulag per un imperscrutabile caso di «banalità del bene» (chi avrebbe dovuto denunciarlo alle autorità si ricordò di un suo passato favore), ma trascorse il resto della sua esistenza senza più identità civile e professionale, rinchiuso tra le quattro mura di casa. Del gesto che aveva compiuto, il più nobile che chiunque potesse compiere negli anni del nazismo, non si vantò mai.
La vicenda di Pešev ha tutte le caratteristiche di «una favola moderna»: un uomo, in una situazione drammatica come la guerra e in un ambiente filonazista, riesce a pensare con la propria testa, a prendere decisioni autonome – diverse da quelle dettate dalla paura o dall’opportunismo – e a modificare il corso della storia. È questa l’eredità morale che Dimităr Pešev ci ha lasciato e che può rendere la memoria, come ha scritto Tzvetan Todorov, un fatto «vivo» ed «esemplare».
Gabriele Nissim (Milano, 1950), saggista, ha fondato nel 1982 «L’Ottavo Giorno», rivista italiana sul tema del dissenso nei paesi dell’Est europeo. Per le reti di Canale 5 e della Svizzera italiana ha realizzato numerosi documentari sull’opposizione clandestina ai regimi comunisti, sui problemi del postcomunismo e sulla condizione ebraica nei paesi dell’Est. Ha collaborato con il «Mondo», «Il Giornale» e il «Corriere della Sera». Ha pubblicato, con Gabriele Eschenazi, Ebrei invisibili. I sopravvissuti dell’Europa orientale dal comunismo a oggi (Mondadori, 1995).
Modernità e Olocausto
Titolo originale: Modernity and the Holocaust
Autore/i: Zygmunt Bauman
Editore: Società Editrice Il Mulino
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Massimo Baldini.
pp. 288, Bologna
La memoria collettiva e la letteratura specialistica hanno tentato in modi diversi di eludere il significato più profondo dell’Olocausto, riducendolo a un episodio della storia millenaria dell’antisemitismo o considerandolo un incidente di percorso, una barbara ma temporanea deviazione dalla via maestra della civilizzazione. In entrambi i casi la patologia evocata non chiama in causa la condizione «normale» della nostra società. In realtà l’Olocausto si dimostra inestricabilmente legato alla logica interna della modernità così come si è sviluppata in Occidente. Gli aspetti di razionalizzazione e burocratizzazione della civiltà occidentale – già analizzati dalla tradizione storico-sociologica che fa capo a Weber e qui criticamente rivisitati da Bauman hanno costituito la condizione necessaria del genocidio nazista, che fu l’esito specifico dell’incontro tra lo sconvolgimento sociale provocato dalla modernizzazione e i poderosi strumenti di ingegneria sociale creati dalla modernità stessa. Sebbene tale intreccio sia stato unico nella sua tragicità, i fattori che furono alla sua base sono tuttora operanti e diffusi. Non riconoscerlo, oltre che oltraggioso nei confronti delle vittime, sarebbe il segno di una cecità pericolosa e suicida. La lezione dell’Olocausto si carica così, nell’interpretazione di Bauman, di sconcertante attualità per il mondo contemporaneo, travagliato da concitate trasformazioni e rinnovati problemi di convivenza tra culture ed etnie.
Zygmunt Bauman, polacco di origine, insegna sociologia nell’Università di Leeds. Tra i suoi scritti ricordiamo «Legislators and Interpreters» (1988), «Modernity and Ambivalence» (1991) e, già tradotti in italiano, «Lineamenti di una sociologia marxista» (Editori Riuniti, 1971) e «Cultura come prassi» (Il Mulino, 1973).
Il Lungo Cammino – Intervista con il Padre delle Costellazioni Familiari
Titolo originale: Ein Langer Weg
Autore/i: Hellinger Bert; ten Hövel Gabriele
Editore: Tecniche Nuove
introduzione di Anna Zanardi, prefazione all’edizione italiana e revisione di Attilio Piazza, traduzione di Maria Teresa Pozzi, collana: Nuovi equilibri.
pp. 146, MIlano
Bert Hellinger ha rivoluzionato il lavoro terapeutico. Nel giro di pochi anni ha messo a punto nuove metodologie nella terapia familiare e sistemica che hanno riscosso vasto consenso presso terapeuti e clienti.
Questa nuova intervista di Gabriele ten Hövel rappresenta il libro più personale di Bert Hellinger. Descrive in modo preciso, acuto e controverso le diverse tappe dalla sua vita, dall’infanzia fino ai più recenti sviluppi del metodo sistemico: i movimenti dell’anima. Apre inoltre nuove prospettive per conciliare vittime e carnefici, ricordo e rimozione.
In questo intenso colloquio il lettore impara a conoscere gli ordini dell’amore ed il dare e prendere che ne derivano, al di là della coscienza e della colpa ed al di là della riconciliazione e della felicità.
Un libro avvincente e commovente da cui possono trarre vantaggio terapeuti e tutti coloro che sono interessati alla rappresentazione delle costellazioni familiari.
Bert Hellinger è nato nel 1925, ha studiato psicologia e teologia e ha lavorato per sedici anni inSudafrica come missionario cattolico. Poi è diventato psicanalista ed ha praticato la dinamica di gruppo, la terapia primaria e l’analisi transazionale per approdare infine al metodo da lui stesso sviluppato della terapia familiare e sistemica. È autore di numerosi libri di grande successo.
Gabriele ten Hövel è nata nel 1952 ed è politologa. Ha lavorato per molti anni come redattrice per la televisione ed autrice radiofonica.
È scrittrice e lavora inoltre nel settore della formazione e della consulenza. Vive ad Amburgo.
Vivere la Distanza
Autore/i: Carotenuto Aldo
Editore: Bompiani
in copertina: George Tooker, The Subway (particolare) New York, Whitney Museum of American Art.
pp. VII-202, Milano
Aldo Carotenuto in questo saggio descrive in maniera approfondita i temi della solitudine, dell’incomunicabilità e del disagio del vivere, in un mondo nel quale apparire e mostrarsi è ormai diventato l’impegno più comune.
Il coraggio di vivere implica la consapevolezza della propria diversità e di quella incolmabile distanza che ci separa dall’altro, ma che ci rende anche unici. Il raggiungimento di questa unicità è l’opus creativo che opponiamo alle contraddizioni della vita, alle falsità che governano gran parte dei rapporti interpersonali, a una finta prossimità che lentamente, ma inesorabilmente, ci priva della dignità di una voce e di un nome.
Il saggio di Carotenuto si propone di offrire al lettore una sempre più approfondita conoscenza delle contraddizioni nelle quali vive, cosicché il dolore e la disperazione possano trasformarsi in materia creativa.
Aldo Carotenuto è professore di Teorie della personalità nel corso di laurea in Psicologia dell’Università di Roma. Dirige la Rivista di psicologia analitica e il Giornale storico di psicologia dinamica e fa parte del comitato scientifico di Prometeo. Autore di molti libri, alcuni dei quali tradotti nelle maggiori lingue europee e in giapponese, è membro dell’International Association of Analytical Psychology e dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica per la quale svolge attività didattica.
Come Raggiungere la Padronanza e il Controllo di Sé – Conoscere e Dominare Ansie e Fobie della Vita Quotidiana
Titolo originale: Getting Control
Autore/i: Baer Lee
Editore: Bompiani
presentazione di Judith L. Rapoport, prefazione dell’autore, traduzione di Melina Borelli.
pp. 300, Milano
Finalmente un aiuto pratico per coloro che soffrono di disturbi ossessivi, ansie e fobie: caratterizzate da pensieri paralizzanti e da gesti ritualistici, queste manifestazioni interferiscono con la vita quotidiana in modo drammatico. Come raggiungere la padronanza e il controllo di sé è una valida guida che, utilizzando un ampio apparato di test, permette di individuare, valutare e sconfiggere le ansie, le fobie e alcuni disturbi ossessivi. L’autore, lo psicologo statunitense Lee Baer, da quasi vent’anni si dedica a ricerche in questo campo. Il sistema terapeutico da lui elaborato, basato sulla convinzione che il paziente sia il miglior alleato per sconfiggere i propri disturbi, risulta di grande utilità pratica e permette di raggiungere quella completa padronanza delle azioni e dei pensieri che costituisce il vero benessere.
Riti e Miti della Seduzione
Autore/i: Carotenuto Aldo
Editore: Bompiani
introduzione dell’autore.
pp. 2XII-26, Milano
“La seduzione opera ovunque, ha molteplici sembianze e nomi, non possiamo ridurla al fenomeno dell’attrazione erotica tra due esseri, ma dobbiamo conferirle un significato molto ampio, che racchiude ogni ricerca mossa da Eros: da quella dello scienziato nel suo laboratorio, alle esplorazioni dei viaggiatori verso nuove mete, al pellegrinaggio perpetuo dei monaci, agli amorosi lamenti degli antichi trovatori. Ovunque c’è Eros, c’è seduzione. Ma, come ci ricordano gli antichi, la seduzione non è un’attrazione armoniosa del simile per il simile, un movimento di avvicinamento che corona il sogno di un’unione perfetta, che acquieta i cuori e li sospinge l’uno verso l’altro beatamente. Essa è insidiosa, subdola, pericolosa, apre ferite, scardina gli equilibri, getta l’anima nelle tenebre. Meglio non essere toccati da lei, affermavano i tragici greci, perché non lascia indenni, al contrario, rovina, porta distruzione e perdita.” Di qui, l’esigenza di meglio comprendere i più segreti meccanismi che regolano questa “forza sottile e imperscrutabile che attrae gli esseri l’uno verso l’altro”. Aldo Carotenuto ci guida attraverso i molteplici misteri della seduzione, in un saggio che ne affronta con grande lucidità e chiarezza tutti gli aspetti – dalla seduzione amorosa a quella analitica – esplorando i miti, i riti, i luoghi in cui ogni atto di seduzione si compie, facendosi inevitabilmente deviare dai consueti percorsi.
Aldo Carotenuto, psicoanalista, è nato a Napoli nel 1933. Docente di Psicologia della personalità all’Università di Roma, dirige il “Giornale storico di psicologia dinamica”. Tra le sue opere di saggistica più recenti, edite da Bompiani, ricordiamo: Trattato di psicologia della personalità (1991), I sotterranei dell’anima (1995), Le lacrime del male (1996), La mia vita per l’inconscio (1996), Il fascino discreto dell’orrore (1997), L’eclissi dello sguardo (1997), Lettera aperta a un apprendista stregone (1998), Vivere la distanza (1998), La nostalgia della memoria (1999), Pensare l’invisibile e Diario di una segreta simmetria, usciti nel 2000.
Il Ramayana – Raccontato da Ornella Guidi
Una grandiosa coreografia che ha per sfondo l’immensità dell’India
Autore/i: Guidi Ornella
Editore: Sansoni Editore
unica edizione, prefazione di Oscar Botto, collana: Il filo rosso, in sovraccoperta: Miniatura indiana da La Storia di Mogol di Nicolò Manuzzi.
pp. XVI-222, 1 cartina b/n, Firenze
Non v’è ragione di cercare particolari motivi per giustificare l’enormità del successo che ha incontrato il Ramayana: la grandiosa coreografia che ha per sfondo l’immensità dell’India, la carica umana della vicenda, le eleganze stilistiche di una lingua strutturalmente «perfetta» come il sanscrito, la musicalità dei versi, la profusione di immagini di rara bellezza, sono il piedistallo indistruttibile sul quale poggia la gloria dell’epica ramaica.
Sono questi valori che hanno promosso e che continuano a promuovere adattamenti, imitazioni, epitomi e rielaborazioni.
A quest’ultimo genere di composizioni letterarie appartiene l’opera di Ornella Guidi. Rielaborare significa assumersi un impegno arduo, perché presuppone profonda conoscenza dei contenuti, sincero amore per ’opera, intervento discreto e rispettoso sul testo, misura consapevole e responsabile nella ricerca di accorgimenti espositivi che non tolgano nulla all’originale, ma lo sfrondino del superfluo e dell’eccessivo.
La presente rielaborazione della storia di Rama risponde a questi presupposti essenziali e rende un grande servigio al poema di Valmiki perché lo fa più vicino al nostro gusto e ne diffonde la conoscenza tra un pubblico di lettori ben più vasto di quello che può essere lo sparuto drappello degli specialisti.
Ancora una volta, quindi, si aggiunge nuova linfa alla vitalità e alla freschezza del Ramayana; ancora una volta sembra trovare rinnovata verifica la profezia che nel poema stesso è posta in bocca a Brahma: «Fino a che le montagne e i fiumi resteranno fermi sulla terra, fino ad allora il racconto del Ramayana continuerà a circolare tra gli uomini». (dalla prefazione di Oscar Botto)
Toscana, Ornella Guidi vive a Milano. Si è a lungo occupata di teoria e tecnica televisiva e cinematografica, svolgendo attività di ricercatrice presso l’Istituto Gemelli-Musatti di Milano. Su questi temi ha pubblicato alcuni lavori su riviste specializzate. Ha realizzato programmi radiofonici in qualità di programmista-regista presso la RAI.
Kundalini Yoga – Per la Salute del Corpo, dello Spirito e dell’Anima
Alla fine l’illuminazione, la scintilla cosmica, l’energia Kundalini
Autore/i: Singh Satya
Editore: Casa Editrice Meb
a cura di M. Stella Longato, prefazione dell’autore, presentazione di S. S. Guru Shabad, traduzione di Gianni Fanton, titolo originale: Das Kundalini Yoga.
pp. 288, 200 fotografie e 70 disegni b/n, Padova
La guarigione è la meta, la via la salute, alla fine l’illuminazione, il kundalini yoga.
L’energia Kundalini, la scintilla cosmica e rigeneratrice in ogni uomo, è l’anello di congiunzione dualistica tra il corpo e lo spirito, il fondamento di ogni forma di Yoga. Il principiante di Yoga trova in questo manuale un’affascinante introduzione al Kundalini Yoga classico, con una dettagliata guida agli esercizi.
L’esperto ricava invece una nuova visione degli effetti dello Yoga sul corpo e sullo spirito.
Il libro tratta i 10 più importanti sistemi organici, i loro retroscena energetici e psicosomatici, le loro più frequenti fragilità e mostra come essi possano essere rafforzati attraverso questi esercizi e le regole di vita del Kundalini Yoga.
«Quest’opera ha due grandi meriti: il primo è di essere una seria ricerca che affronta da una prospettiva scientifica ma comprensibile l’enorme patrimonio del Kundalini Yoga, tale da destare interesse nel lettore “occidentale” alla materia esoterica. Il secondo è di essere la prima opera pubblicata in Italia che possa considerarsi attendibile guida e riferimento all’approccio di questa esperienza».
(S.S. Guru Shabad De Santis S.K. Presidente F.I.K.Y. Federazione Italiana Kundalini Yoga)
Satya Singh è discepolo del famoso yogi Bhajan, che nel 1968 lasciò l’India per diffondere anche in occidente i dettami del Kundalini. Cultore delle discipline orientali, dell’agopuntura, della chinesiterapia, delle antiche regole di vita yoga, Singh ha scritto un libro completo per compiere a fondo e praticare il pensiero teorico e la prassi di questa antica saggezza.
Manuale del Parto in Acqua – Guida Pratica e Completa all’Uso dell’Acqua Durante la Gravidanza, il Parto e la Prima Infanzia
Titolo originale: Water Birth
Autore/i: Balaskas Janet; Gordon Yehudi
Editore: Red Edizioni
prima edizione, traduzione di Viviana Chiarlo, disegni di Lucy Su, fotografie di Gena Naccache e Anthea Sieveking, collana: L’altra medicina 113.
pp. 256, numerose illustrazioni e fotografie b/n, Como
L’approccio alla maternità sta cambiando. Un numero sempre maggiore di donne sceglie di partorire in modo più naturale e di vivere attivamente un’esperienza unica e straordinaria. Il parto nell’acqua calda, che inizia a diffondersi anche nel nostro paese, è per il bambino il meno traumatico: l’intimità, il calore, il contatto delicato con l’acqua crea in lui sensazioni simili a quelle già vissute nella pancia della mamma.
Per la madre l’acqua non solo è rilassante, ma rende il travaglio più breve e il parto più facile e sicuro.
Il Manuale del parto in acqua è un libro completo di informazioni pratiche per il migliore uso dell’acqua durante la gravidanza, il parto, i primi mesi di vita del bambino. Consiglia alle future mamme gli esercizi di preparazione al parto. Spiega passo per passo (rivolgendosi anche a medici e ostetriche) come realizzare concretamente il parto in acqua. Suggerisce in che modo vivere insieme al neonato la sua naturale acquaticità.
Janet Balaskas ha una lunga esperienza di insegnante nei corsi di preparazione al parto organizzati dal National Childbirth Trust di Londra. Ha fondato nel 1982 l’International Active Birth Movement (Movimento internazionale per il parto attivo) che, oltre alla preparazione delle coppie al parto, svolge attività di informazione, ricerca e promozione per una migliore comprensione dei normali processi fisiologici del parto. Ha scritto Manuale del parto attivo, Corso di preparazione al parto attivo (entrambi red edizioni), Il libro della salute in gravidanza (Lyra libri).
Yehudi Gordon, ostetrico ginecologo e padre di tre bambini, si è laureato nella Repubblica Sudafricana e ha svolto in seguito un dottorato di ricerca a Londra. Sostenitore convinto del parto naturale, è noto in Gran Bretagna per aver introdotto un’atmosfera amichevole e casalinga nella pratica ospedaliera del parto. Collabora con il Movimento per il parto attivo fin dai suoi esordi. Con Janet Balaskas ha scritto Avremo un bambino (red edizioni).
L’Origine della Vita sulla Terra – Le Ipotesi e le Teorie dall’Antichità a Oggi
Titolo originale: The Emergence of Life on Earth
Autore/i: Fry Iris
Editore: Garzanti Editore
prima edizione, collana: Saggi.
pp. 392, Milano
L’origine della vita sulla Terra e l’eventuale esistenza di altre forme di vita nell’universo sono enigmi che affascinano l’uomo da sempre. Ma solo di recente queste domande sono diventate oggetto di importanti indagini scientifiche, grazie agli sviluppi di biologia, biochimica e astronomia e alle nuove teorie della complessità.
Nella prima parte de L’origine della vita sulla Terra, Iris Fry esplora le diverse ipotesi avanzate nel corso della storia: dalla creazione divina narrata nella Genesi alle concezioni di Aristotele e degli antichi atomisti, dalla panspermia di Arrhenius ai fondamentali saggi di Alexander Oparin e J.B.S. Haldane negli anni Venti, iniziatori delle due principali linee di indagine, quella metabolica e quella genetica.
Nella seconda parte, più ampia, vengono presi in esame i recenti scenari della ricerca: le costrizioni che incanalano l’origine della vita individuate da Fox, le complesse teorie elaborate da Premi Nobel come Eigen e de Duve, le intuizioni di Hoyle e Wickramasinghe sulla provenienza extraterrestre di molecole organiche, la «panspermia guidata» di Crick, il concetto di armatura e la teoria dei geni minerali di Cairns-Smith, l’introduzione dell’auto-organizzazione spontanea come proprietà innata di certi sistemi complessi da parte di Kauffman, le scoperte di sistemi planetari extrasolari, i programmi per individuare altre forme di intelligenza presenti nell’universo. Iris Fry illustra e discute le diverse teorie che animano l’attuale dibattito nella comunità scientifica, senza mai perdere di vista il loro retroterra storico e filosofico.
«Una lettura essenziale per chi si occupa di discipline che vanno dalla filosofia alla biologia. È semplicemente il più bel libro di carattere generale che io conosca sul problema dell’origine della vita.» (Michael Ruse)
«Una ricca fonte di informazioni per lo specialista e una lettura stimolante per il profano.» (Günther Wächtershäuser)
Iris Fry ha studiato chimica e biochimica all’Università di Gerusalemme e filosofia e storia alle Università di Haifa e Tel Aviv. Insegna attualmente al Cohn Institute for the History and Philosophy of Science and Ideas e al Technion-Israel Institute of Technology di Haifa. Ha pubblicato saggi sul concetto di teologia nella filosofia di Kant, sulla storia della teoria dell’evoluzione e sull’origine della vita. È autrice di The Origin of Life: Mistery or Scientific Problem? (1997).
Freud e Jung – Anni di Amicizia, Anni di Distacco
Titolo originale: Freud and Jung. Years of Friendship, Years of Loss
Autore/i: Donn Linda
Editore: Leonardo Editore
prima edizione, prefazione dell’autrice, traduzione di Silvia Vignato.
pp. 272, numerose tavole b/n f.t., Milano
Freud vuole darmi il suo affetto, io invece ho bisogno di comprensione. Vorrei essergli amico da pari a pari, mentre lui vuole fare di me un figlio. (Carl Gustav Jung)
Jung è pazzo. (Sigmund Freud)
A Roma Sigmund Freud si rispecchiava nel Mosè di Michelangelo, “immobile nella sua furia pietrificata in un misto di dolore e disprezzo”. In quello stesso autunno del 1913, sulla riva del lago di Zurigo Carl Gustav Jung costruiva casette di sassi e si sentiva come se gli cadessero addosso dei macigni. L’amicizia complessa, conflittuale e intensissima che per sei anni aveva legato il padre della psicoanalisi al suo ribelle principe ereditario si era appena dissolta, come un sogno doppio, esaltante, angoscioso, che al risveglio lascia nella memoria solo residui frammentari e taglienti. Il sogno di Freud e di Jung, magistralmente interpretato da Linda Donn in tutti i suoi significati storici e umani, ci fa apparire in una nuova luce, densa di chiaroscuri, le private inquietudini e la grande avventura intellettuale dei due fondamentali capiscuola della psicoanalisi.
“Succede spesso che uomini seri ed eccellenti non riescano a evitare di farsi del male a vicenda, perché non potrebbero altrimenti esprimere la pienezza del loro affetto” scriveva Freud in una lettera del 1922; parlava di altri, ma lacerando una ferita sua, che nessuna autoanalisi poté rimarginare completamente. In fondo alla intricata rete di transfert reciproci, entusiasmi, reticenze, discussioni, incontri e scontri, collaborazione, rivalità, odio e amore che avvolse Freud e Jung fino all’incomprensione e allo scisma insanabile, si annidava da sempre un drammatico equivoco semantico: destinando il giovane Jung a succedergli, Freud si aspettava di venire simbolicamente ucciso da lui come è giusto che tocchi a ogni padre-re, ma agli occhi di Jung fu invece un padre-dio per liberarsi del quale non bastava una laica detronizzazione. Fu necessario spingersi a una sofferta apostasia.
L’attenta, vivacissima ricostruzione di due vite dedicate alla scoperta di territori della psiche mai sospettati prima diventa quindi una ricognizione affascinante in due universi mentali paralleli e divergenti, sotterraneamente uniti da affinità inattese.
Linda Donn, laureata in psicologia, vive a New York. Questo libro è il prodotto di quattro anni di ricerche d’archivio e di quattro viaggi in Europa, dove l’autrice ha raccolto le memorie e le testimonianze di amici, familiari et collaboratori di Jung e ha potuto accedere ai ricordi personali di Paula Fichtl, la vecchia cameriera di Freud.
Il Prigioniero del Tempio – Detenzione, Processo e Morte di Luigi XVI
Autore/i: Hanet Jean-Baptiste (Cléry); Marie-Thérèse-Charlotte di Francia; de Firmont Edgeworth
Editore: Bonacci Editore
unica edizione, introduzione, traduzione e note di Enrica Lucchini, prefazione di Francesco Perfetti, collana: Storia e politica. Fonti e documenti 2.
pp. 218, Roma
I diari di Cléry e di Marie-Thérèse, unitamente al memoriale dell’abate de Firmont rappresentano le uniche, attendibili fonti sugli ultimi mesi di vita di Luigi XVI imprigionato con i congiunti al Tempio prima di essere processato, condannato e avviato al patibolo. Scritti in uno stile scarno ed essenziale, che sottolinea la tragicità degli eventi e fa rivivere il penoso dramma umano dei protagonisti, questi testi, ancora oggi, a duecento anni dagli avvenimenti che li originarono, si offrono come una lettura appassionante. Essi, presentando Luigi XVI in una forzata intimità borghese, ne restituiscono un’immagine diversa da quella diffusa dall’oleografia rivoluzionaria: non mostro sanguinario o sovrano inetto privo delle qualità necessarie per esercitare il difficile mestiere di re, ma uomo dotato di grande dignità e non comune fermezza di carattere.
L’ampio studio introduttivo di Enrica Lucchini, cui si devono la traduzione dei testi e le annotazioni, offre un preciso e articolato inquadramento storico-critico degli avvenimenti.
Jean-Baptiste Hanet, detto Cléry, è la sola persona autorizzata dalle istituzioni rivoluzinarie a risiedere al Tempio durante la prigionia della famiglia reale. Rimane accanto a Luigi XVI fino al giorno della decapitazione.
Marie-Thérèse-Charlotte, primogenita di Luigi XVI e di Maria Antonietta, condivide la prigionia al Tempio ed è la sola a uscire viva dalla lugubre fortezza medievale. Henri Essex Edgeworth de Firmont, confessore della sorella di Luigi XVI, rimane accanto al re e lo conforta nelle ultime ore di vita.
Il Grande Esodo – Storia delle Migrazioni Italiane nel Mondo
Autore/i: Incisa di Camerana Ludovico
Editore: Edizioni Corbaccio
introduzione dell’autore, in copertina: Partenza dal porto di Palermo, 1913.
pp. 432, numerose tavole b/n f.t., Milano
Dal Medioevo ai nostri giorni, dall’America all’Estremo Oriente, dai politici agli artisti, dai borghesi ai proletari, II Grande Esodo è uno straordinario affresco degli italiani fuori d’Italia. Un libro che, grazie alla prospettiva di lungo periodo e alla vastità delle ricerche compiute, ridimensiona lo stereotipo negativo dell’emigrante straccione e racconta con partecipazione e ammirazione l’epopea di milioni di italiani, grandi e piccoli.
Sulla grande emigrazione italiana fra Ottocento e Novecento sono apparsi studi storici e sociologici, resoconti giornalistici e racconti letterari che hanno talora suscitato (come Sull’Oceano di Edmondo De Amicis) grandi emozioni umane e passioni politiche. Mai prima d’ora tuttavia l’esodo italiano era stato raccontato e studiato in una lunga prospettiva storica. È questa la prima originalità del libro di Ludovico Incisa di Camerana. Guardato dall’alto della storia, il grande affresco dell’Italia nel mondo assume nuovi lineamenti e suggerisce nuove riflessioni. Non esiste soltanto l’emigrazione miserabile e «stracciona» su cui molti scrittori hanno versato in questi anni lacrime di rabbia e di indignazione sociale. Vi fu la grande emigrazione mercantile, dalla fine del Medio Evo al Rinascimento, primo esperimento di globalizzazione economica. Vi fu il ciclo culturale tra la fine del Rinascimento e l’Ottocento, durante il quale gli emigranti italiani erano pittori, scultori, poeti di corte, cantanti, attori, ballerine, architetti, generali, banchieri, consiglieri del principe, prelati, spose di sovrani, segretari di Stato ed esuli politici. Vi fu l’esodo di massa dal 1861 al 1914, che diffuse stereotipi e pregiudizi alquanto diversi da quelli che avevano distinto l’immagine dell’Italia all’estero nei secoli precedenti. Vi fu un ciclo «misto», dal 1945 al 1970, durante il quale partirono dall’Italia operai e tecnici, minatori e imprenditori, proletari e borghesi. E vi è infine un ciclo recente, non ancora concluso, durante il quale le distanze tra la madrepatria e le sue colonie demografiche nel mondo si sono fortemente accorciate. Mentre i figli e i nipoti della vecchia emigrazione hanno ormai raggiunto posizioni eminenti, altri italiani all’estero scelgono di tornare in patria. Mentre gli emigranti di un tempo salivano lentamente i gradini della scala sociale, quelli d’oggi s’inseriscono subito nelle università, nei laboratori di ricerca, nei mercati finanziari, nel mondo nuovo del design e della moda. Mentre l’emigrazione è stata per molto tempo una scelta definitiva, ora si configura come una sorta di «pendolarismo» su scala internazionale.
La seconda originalità del libro è lo stile dell’autore. Il Grande Esodo è un’opera di sociologia storica, ricca di acute riflessioni sulla natura del fenomeno e sulle sue relazioni con la realtà italiana. Ma è anche un grande palcoscenico attraversato da una folla di personaggi grandi e piccoli, tutti descritti con le qualità letterarie di un autore che dimostra di possedere, di fronte alla varietà dei casi umani, una straordinaria combinazione di ammirazione, compassione e ironia.
Ludovico Incisa di Camerana è stato ambasciatore in America Latina e sottosegretario di Stato agli Affari esteri nel governo Dini. Nei suoi libri ha studiato le dimensioni sociali ed economiche del fascismo, la modernizzazione della Spagna franchista, la storia dell’America Latina, la politica estera degli Stati Uniti ei rapporti internazionali nella guerra fredda. Tra le sue opere menzioniamo L’Argentina, gli italiani, l’Italia, Stato di guerra e, nella Collana Storica della Corbaccio, I caudillos, una grande storia «biografica» dell’America Latina e L’Italia della luogotenenza.
Le Olimpiadi dei Nazisti – Berlino 1936
La storia completa delle celebri Olimpiadi del 1936. Un capitolo fondamentale nella storia dello sport, della politica e della creazione del consenso.
Autore/i: Large David Clay
Editore: Edizioni Corbaccio
introduzione dell’autore, traduzione dall’americano di Marco Sartori, collana: Collana storica, titolo originale: Nazi Games. The Olimpics of 1936, in copertina: La tuffatrice statunitense Dorothy Poynt.
pp. 504, numerose tavole b/n f.t., Milano
«Un libro che, attraverso la storia delle Olimpiadi del 1936, getta una luce penetrante sulla storia del Terzo Reich.» (Publishers Weekly)
Adolf Hitler non aveva abitudini sportive. Quando fu incarcerato, dopo il fallito putsch di Monaco (1923), e cominciò a ingrassare, un amico gli consigliò di unirsi ai compagni di prigione per fare qualche esercizio sportivo. Indignato, rispose: «È fuori discussione. Un Führer non può correre il rischio di essere battuto dai suoi seguaci in qualche competizione, compresa la ginnastica, o in giochi qualsiasi». Ma in Mein Kampf raccomandò ai giovani un’ora di addestramento fisico al mattino e una al pomeriggio «in modo da coprire ogni tipo di sport e di esercizio ginnico». Dopo la conquista del potere nel 1933, quindi, non tardò a intuire che i Giochi olimpici di Berlino, programmati per il 1936, si sarebbero prestati a una grande operazione di regime. Occorreva dimostrare la qualità dell’atletica tedesca. Occorreva esibire al mondo le straordinarie capacità organizzative della Germania. E occorreva soprattutto proclamare concretamente la validità dei principi razziali a cui il regime intendeva ispirarsi. Lo sforzo organizzativo fu rigoroso e scrupoloso. Come scrive David Clay Large, i tecnici del Comitato olimpico tedesco, con la regia di Leni Riefenstahl, prepararono minuziosamente il trasferimento della fiamma olimpica dalla Grecia a Berlino. Il problema non era soltanto logistico. Si voleva gettare un ponte tra la Germania e l’Antica Grecia, dare una base storica e spirituale al neopaganesimo che sarebbe stato da quel momento la vera religione del Reich. Al programma politico e ideologico del regime hitleriano corrispose una forte campagna per il boicottaggio dei Giochi lanciata dalle comunità ebraiche con l’appoggio di forze politiche anti-naziste e anti-fasciste. Prevalse tuttavia la convinzione che l’interesse sportivo dovesse avere la meglio sulle considerazioni politiche e, addirittura, la speranza che i Giochi avrebbero dato un grande contributo alla riconciliazione internazionale e alla pace. Il libro di David Clay Large dimostra come questi nobili principi fossero illusori e velleitari. I Giochi furono sin dall’inizio, inevitabilmente, una festa politica, sceneggiata e orchestrata in funzione delle ambizioni e della strategia della Germania di Hitler. Vi fu per il Reich un episodio imbarazzante: le quattro medaglie conquistate da un grande atleta nero americano, Jesse Owens. Ma il successo dei Paesi autoritari (l’Italia fascista conquistò ventidue medaglie) sembrò dimostrare che le grandi democrazie erano afflitte da un processo di graduale decadenza. E l’apparizione della televisione negli stadi (quattordici unità mobili create da Telefunken e DaimlerBenz per venticinque sale di spettacolo) consolidò l’immagine della Germania come potenza scientifica e tecnologica.
Questo libro non è soltanto una storia dei Giochi di Berlino. È anche storia del movimento olimpico, della sua evoluzione, del contesto politico internazionale in cui le Olimpiadi del 1936 furono realizzate, del modo in cui quell’evento è ricordato nella Germania d’oggi. Jesse Owens (l’atleta a cui Hitler non aveva voluto stringere la mano) tornò a Berlino nel 1951 e fece un «giro della vittoria» nello stadio in cui aveva trionfato quindici anni prima. Alla sua morte, nel 1980, i berlinesi gli dedicarono una via.
David Clay Large insegna Storia contemporanea presso la Montana State University ed è un esperto di storia tedesca del Novecento. È autore di Where Ghosts Walked: German to the Front Between Two Fires e Berlin.
Lo Spazio dell’Anima – Vita di una Chiesa Medievale
Autore/i: Bacci Michele
Editore: Editori Laterza
prima edizione, premessa dell’autore, collana: Storia e società, in sovraccoperta: Andrea di Buonaiuto, La Chiesa militante e trionfante (part.). Firenze, Santa Maria Novella.
pp. XVII-302, numerose tavole a colori e b/n f.t., Bari
Quando facciamo ingresso in una chiesa romanica o gotica che è giunta fino ai nostri giorni spesso fatichiamo a comprendere, in molti suoi aspetti, quanto rimane dell’assetto originario e della sua decorazione. Come non chiedersi per quale motivo le pareti della navata siano ricoperte da una sequenza irregolare e disordinatissima di pitture murali a soggetto religioso? E quale criterio sta alla base della disposizione di altari secondari, nicchie ricavate nello spessore delle pareti, piccoli armadi a muro, sostegni e mensole, transenne, barriere divisorie, tombe, sarcofagi, rialzi, pedane, volte e cappelle? «Quello che propongo al lettore è di accodarci a una pia signora nel percorso da casa sua al luogo di culto, in modo da capire com’era fatta una chiesa della sua epoca e, soprattutto, che cosa bisognava fare una volta giunti al suo interno».
Michele Bacci (Pisa, 1970), storico dell’arte, insegna Iconografia e iconologia presso l’Università di Siena ed è co-direttore della rivista “Iconographica”. Si occupa dei diversi aspetti della storia del culto e delle funzioni delle immagini nel Medioevo, con un’attenzione particolare alla storia degli incontri e degli scambi culturali fra le diverse sponde del Mediterraneo. Fra i suoi libri, Il pennello dell’Evangelista. Storia delle immagini sacre a san Luca (Pisa 1998), “Pro remedio animae”. Immagini sacre e pratiche devozionali in Italia centrale (Pisa 2000) e, per i nostri tipi, Investimenti per l’aldilà. Arte e raccomandazione dell’anima nel Medioevo (2003).
Premessa
I. Lo spazio e l’esperienza del sacro
- La porta del cielo
- A spasso per la Gerusalemme celeste
- Spazi e sensazioni del sacro
- Le case di Dio
- Santi luoghi
- Luoghi devoti
- Incontri ravvicinati con i personaggi sacri
II. Dalla casa alla chiesa
- Fuori dall’uscio di casa
- Storie di campanili e di campane
- Fuori dalla chiesa
- La fronte della chiesa
- Oltre la soglia dello spazio sacro
- Gesti e prostrazioni
- I frequentatori delle chiese: le donne
- I penitenti in chiesa
- Peccatori ed elemosine
- Eretici, scettici, liberi pensatori, curiosi e professionisti
III. Le parti della chiesa
- Il corpo della chiesa
- La chiesa dei vivi e dei morti
- Le tombe dei santi
- Omaggi per i santi
- “Imagines de cera”
- La chiesa come luogo delle immagini
- Lo spazio dei chierici
IV. L’uso della chiesa
- Il Santo dei Santi
- L’impatto visivo (ed emotivo) della liturgia
- La chiesa si muta d’abito
- Cerimonie speciali, feste e spettacoli
- La chiesa come palcoscenico
- La chiesa fuori dalla chiesa
V. Le chiese degli altri
- Il modello spaziale latino e il giudizio degli altri
- Davanti alla moschea
- La sinagoga
- Il tempio buddhista
- Il tempio pagano
- I cristiani d’Oriente
- Le chiese dei greci
- Le chiese del diavolo
- Bilancio finale
Epilogo. Improvvisatori di spazi sacri: storia di due Guglielmi alla corte del Gran Khan
Note
Bibliografia
Referenze iconografiche
Indice dei nomi
Indice dei luoghi.
Hans Urs Von Balthasar – La Prima Biografia del Teologo della Bellezza
Autore/i: Guerriero Elio
Editore: Edizioni Paoline
seconda edizione, collana: I teologi del 20° secolo 2.
pp. 432, numerose tavole a colori e b/n f.t., Cinisello Balsamo
Hans Urs von Balthasar (1905-1988) occupa un posto di rilievo tra i teologi del XX secolo. Dotato di straordinaria sensibilità per la musica e l’arte, studiò letteratura, filosofia e teologia, mirando a comporre un simposio della cultura occidentale, incentrato sulla figura di Cristo.
Il fondamento come l’approdo nell’amore trinitario di Dio è esposto nei quindici volumi di Gloria, Teodrammatica, Teologia, l’opera più originale del pensiero cattolico in questo secolo.
Uomo sensibile e appassionato, von Balthasar in vita non rifuggì dalla polemica, sempre pronto, tuttavia, a ricordare che «solo l’amore è credibile». A lui si deve se, dopo secoli, la teologia cattolica ha osato ancora parlare di bellezza.
Le vicende biografiche, i numerosi incontri con personaggi del mondo letterario, filosofico, teologico, le articolazioni del pensiero sono esposti con passione e chiarezza da Elio Guerriero che ha avuto modo di conoscere e frequentare a lungo il teologo svizzero. L’opera è arricchita da documenti significativi per la storia della teologia.
Elio Guerriero è nato a Capriglia (Avellino) nel 1948. Ha studiato teologia al Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo in Roma e filosofia all’Università Cattolica di Milano. Presso le Edizioni Paoline ha pubblicato Silone l’inquieto. L’avventura umana e letteraria di Ignazio Silone; è curatore dell’edizione italiana delle opere di von Balthasar e responsabile della rivista Communio.